TRA SALVINI E RENZI MEGLIO ASCOLTARE GIULIANO AMATO: CI RIPORTA A UNA CONCEZIONE CULTURALE DELLA POLITICA
OGGI PREVALE IL DIVISMO SENZA UNA VISIONE DELLA SOCIETA’ E DEL FUTURO, LA VERA POLITICA E’ SAPER VOLARE ALTO
Non è stato un evento propriamente memorabile il confronto TV andato in scena a “Porta a Porta”, tra Matteo Salvini e Matteo Renzi.
Ai punti potrebbe dirsi che, quel confronto, l’ha vinto Renzi, molto più abile, caldo e coerente. Ma una vittoria ai punti non è cosa così esaltante, però…
Ho trovato personalmente molto più stimolante una trasmissione andata in onda su LA7 subito dopo, ospite, tra gli altri, l’ex Presidente del Consiglio ed attuale Giudice Costituzionale, Giuliano Amato.
I tempi sono molto cambiati rispetto ad una quindicina di anni fa. I vecchi partiti avevano alle spalle (anzi, erano loro stessi espressione di una) specifica dimensione culturale e, con essa, i propugnatori di una determinata visione, non soltanto del presente ma anche – e soprattutto – del futuro.
La politica agiva non tanto, e non solo, pensando ed affrontando il contingente, ma programmando nel tempo le soluzioni ai vari problemi, disegnando scenari ad ampio raggio.
Oggi, invece, i partiti non hanno la ben che minima dimensione culturale alle spalle. Vivono di “divismo” facendosi condizionare dalle folle e dal facile consenso rincorrendo i sondaggi. La personalizzazione della politica ha portato agli slogan il che, al di la di dell’assurdo e del grottesco (che pure abbiamo vissuto negli ultimi anni), ha creato sempre significativi imbarazzi, perchè tra due diverse concezioni culturali della società è possibile mediare, farlo tra slogan antinomici, invece, è praticamente impossibile
La politica dovrebbe ritornare ad essere una missione satura di professionismo, professionalità e competenza al servizio di una visione. La politica dovrebbe ritornare ad essere capacità di andare verso il futuro riuscendo ad affrontare e superare le difficoltà del presente dismettendo le vesti (e lo stesso “metodo”) della mera, sterile e fallace rincorsa al consenso fine a se stesso
I leader dovrebbero ritornare a guidarla, la massa, anzichè farsi condizionare dai suoi umori e dai relativi like.
La tecnologia andrebbe utilizzata come mezzo, come strumento di divulgazione, e non come “abito” per sostituire il nulla alla sostanza.
Una autentica, nuova stagione di idee e di nuovi percorsi di ricostruzione e ristrutturazione culturale. Questo ci vorrebbe.
Nuovi “disegni” appassionanti, ribelli, incendiari…
Salvatore Castello
Right Blu – La Destra liberale
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