UN APPARTAMENTO ALLA BEGAN: IL REGALO DI SILVIO NEL MIRINO DEI PM
ACCUSATA DI AVER PROCURATO PROSTITUTE AL CAVALIERE, NELL’AMBITO DELL’INCHIESTA TARANTINI, RICEVETTE UN BONIFICO DI 1,4 MILIONI DI EURO NELL’OTTOBRE 2011
Mentre i giornali pubblicavano i suoi colloqui con Gianpaolo Tarantini («la patonza deve girare») e i magistrati arrestavano Lavitola con l’accusa di averlo ricattato per ottenere il suo silenzio, Silvio Berlusconi regalava un milione e 400mila euro, con bonifico bancario, alla sua adorata imputata Sabina Began.
A che serviva quel denaro? Era un regalo a una vecchia amica? O il prezzo perchè lo tenesse fuori dall’inchiesta giudiziaria?
È la risposta che cercheranno ora di dare le procure di Roma e di Bari che hanno ricevuto a febbraio la segnalazione dalla Banca d’Italia con tutti i dettagli dell’operazione sospetta.
Per capire cosa è accaduto, bisogna ricostruire la storia di quei giorni.
Il bonifico, secondo quanto è possibile ricostruire dall’informativa del Nucleo speciale di polizia valutaria, sarebbe stato emesso dal Cavaliere nell’ottobre del 2011. È un momento particolarmente difficile per l’Ape Regina: qualche giorno prima (il 15 settembre) aveva ricevuto un avviso di chiusura delle indagini dalla procura di Bari con l’accusa di aver procurato prostitute proprio a Berlusconi.
Oggi rischia una condanna durissima (lunedì la prossima udienza preliminare a Bari), le accuse sono pesanti e circoscritte.
Ma ciò nonostante, nel pieno dello scandalo, l’attrice sembrava avere le idee chiare: «È un complotto contro Berlusconi — confessava ai giornali a ottobre del 2011 — Altro che prostitute, io ero pazza di lui. Io per amore di Silvio rifiutai George Clooney. Io ho agito con amore verso Berlusconi, l’ho amato e lo amo tuttora. Vorrei essere una geisha per il presidente ».
Saranno state queste parole, forse, a commuovere Berlusconi.
Che quasi in contemporanea — con i giornali che pubblicavano le sue intercettazioni con il lenone Tarantini e con le decine di prostitute che erano state sue ospiti a Palazzo Grazioli e nelle altre residenze e con il governo che traballava sotto i colpi dello spread (il 14 ottobre ottiene la fiducia alla Camera ma un mese dopo è costretto a cedere il passo a Monti) — decide di mettere mano al portafoglio e “premiare” la Began. Versando in più tranche un milione e 400mila euro alla società Moon & Stars.
Che lavoro avrà svolto Moon & Stars per Berlusconi? L’azienda ha zero dipendenti. Sulla carta si occupa di “Pubbliche relazioni e comunicazione”.
Ha un capitale sociale di 10mila euro e un pacchetto azionario controllato al 100 per cento da Sabina Began.
Agli atti depositati alla Camera di Commercio non risulta alcun contratto firmato nè con il Cavaliere nè con le sue aziende.
Risulta invece alla Banca d’Italia che qualche giorno dopo aver incassato l’ultima tranche del bonifico, con quel denaro, la società acquisti un immobile in via Baccina, in una splendida palazzina nel rione Monti, nel cuore di Roma.
A vendere è Giovanni Lombardi Stronati, avvocato, ex presidente del Siena calcio, re delle cartolarizzazioni immobiliari, recentemente condannato a tre anni e sei mesi per una bancarotta fraudolenta. La Moon & Stars (che aveva chiuso l’anno con un attivo di 21 euro) diventa a quel punto proprietaria dell’appartamento e dopo nemmeno un anno viene messa in liquidazione.
Una situazione sospetta per palazzo Koch che invia la segnalazione alle Fiamme Gialle che, a loro volta, girano alla procura.
I magistrati romani studiano le carte, notano coincidenze temporali di quell’operazione finanziaria con le indagini in corso e decidono di inviare gli atti a Bari dove la Began è imputata, appunto, con l’accusa di aver «favorito e sfruttato la prostituzione» di tre ragazze in «favore di Silvio Berlusconi».
L’incartamento è arrivato mercoledì sul tavolo dei sostituti Ciro Angelillis ed Eugenia Pontassuglia che conducono l’inchiesta su Tarantini e il giro di escort.
I reati che però loro contestano alla Began si fermano al 6 settembre del 2008: è difficile, quindi, che possano depositare questi atti nell’udienza preliminare della prossima settimana.
Giuliano Foschini
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