UNA DONNA IN POLE PER IL VIMINALE E MONTI SI ARRENDE ALLA SQUADRA DI TECNICI
IL PREFETTO CANCELLIERI VERSO L’INTERNO, SETTIS VERSO LA CULTURA….NONOSTANTE LE PRESSIONI DI BERLUSCONI PER NORDIO, ALLA GIUSTIZIA DOVREBBE ANDARE UN EX DELLA CONSULTA
Due certezze. E molte incertezze.
Le prime due sono queste: saranno solo dodici i protagonisti del nuovo governo.
E a palazzo Chigi non ci sarà nè uno, nè più vice premier.
Le incertezze riguardano principalmente l’ingresso di uomini politici puri e che comunque hanno avuto a che fare con la politica.
Emblematico il caso di Amato. Raccontano che Monti non sarebbe di per sè contrario, anzi ne valuterebbe l’eventuale presenza come una fonte di maggiore garanzia nei voti in Parlamento.
Al punto che un’ipotesi potrebbe essere quella di affidare incarichi ministeriali a qualche vice presidente della Camera o del Senato.
In predicato, ovviamente, c’è il sempre super gettonato Maurizio Lupi.
Ma contro la presenza dei politici gioca il pericolo, assai temuto dal Quirinale, che l’affannosa ricerca di un equilibrio allunghi i tempi.
Mentre il governo Monti deve nascere il prima possibile. Anche se il Quirinale e lo stesso Monti, appena fresco di incarico, negano l’esistenza di una possibile lista dei prossimi ministri, ormai l’elenco dei nomi è già stampigliato in un foglio che passa di mano in mano.
Lì è scritto, innanzitutto, che non ci saranno vice premier. E che al delicato incarico di sottosegretario alla presidenza andrebbe un uomo di Monti, quell’Enzo Moavero che ha già avuto il ruolo di suo uomo ombra quando ha svolto l’incarico di capo di gabinetto a Bruxelles con Monti commissario per la Concorrenza.
Ad affiancarlo potrebbe essere Antonio Catricalà , attuale presidente dell’Antitrust, che con palazzo Chigi ha molta dimestichezza essendone stato il segretario generale nel 2001. Ma Catricalà corre anche al ministero dello Sviluppo economico, dove è in lizza anche l’ex rettore della Bocconi Carlo Secchi.
I nodi di più difficile soluzione per il professor Monti restano quelli dell’Economia, degli Esteri, dell’Interno, della Giustizia.
Per quest’ultima poltrona, ancora ieri, persa la battaglia a sostegno dell’uscente Nitto Palma, Berlusconi ha perorato la causa del magistrato di Carlo Nordio, che ha presieduto una commissione per la riscrittura del codice penale.
Ma le maggiori chance di riuscita ce l’ha, al momento, l’ex presidente della Consulta Cesare Mirabelli.
Con lui se la batte un altro ex della Corte, Piero Alberto Capotosti.
Il prossimo inquilino di via XX settembre potrebbe essere lo stesso Monti, se deciderà che la soluzione migliore per garantire il peso delle misure economiche sia proprio quello di metterci proprio la sua faccia.
In alternativa, in pole position resta il rettore della Bocconi Guido Tabellini. E anche Anna Maria Tarantola, vice direttore di Bankitalia.
Negli organigrammi finora trapelati la presenza femminile era del tutto assente. Da ieri, al nome della Tarantola, si aggiunge quello di Anna Maria Cancellieri, prefetto in pensione, ex commissario a Bologna dopo lo scandalo Del Bono.
Ma è tuttora valida anche l’ipotesi di Carlo Mosca, l’ex prefetto di Roma entrato in rotta di collisione con il sindaco Gianni Alemanno, profondo conoscitore del Viminale, dove per anni è stato uno dei direttori generali, nonchè capo di gabinetto di Scajola e Pisanu. Per quel palazzo sembra del tutto tramontata la candidatura di Giuliano Amato, buon nome da spendere per la Farnesina, dove resta in piedi anche la soluzione del segretario generale Giampiero Massolo.
Stabile per la Difesa l’ex comandante della Gdf Rolando Mosca Moschini.
Ugualmente confermati per l’Istruzione Lorenzo Ornaghi, per i Beni culturali Salvatore Settis, per il Welfare Carlo Dell’Aringa.
Una novità invece per l’Ambiente dove l’attuale direttore generale Corrado Clini farebbe il salto al piano nobile del ministro.
Per la Pubblica amministrazione corre il nome di un’altra donna, Luisa Torchia, che viene dalla scuola di Cassese.
Luisa Milella
(da “La Repubblica“)
Leave a Reply