UNIONE EUROPEA E GERMANIA BACCHETTANO L’ITALIA: “SALVARE VITE IN MARE E’ UN DOVERE”
SOTTO LA LENTE DI BRUXELLES E BERLINO I DIVIETI ILLECITI
Prima Berlino, poi Bruxelles. All’indomani dello sbarco “selettivo” di migranti dalle navi Geo Barents e Humanity 1 al porto di Catania, il governo tedesco e la Commissione europea bacchettano per bocca dei rispettivi portavoce l’Italia.
Salvare le persone in mare è un «dovere morale e legale, in base alle legge internazionali», ha ricordato oggi l’esecutivo europeo.
Parole quasi identiche a quelle pronunciate poco prima da un portavoce del governo tedesco, secondo cui Il salvataggio in mare è un «dovere morale e giuridico e non può essere impedito».
Entrambe le istituzioni hanno salutato con favore lo sbarco di ieri di centinaia di migranti in Italia, ma «è importante che siano salvate tutte le persone e che possano arrivare a terra», ha richiamato la portavoce del ministero degli Esteri di Berlino, Sabine Sasse.
Alla domanda se l’approccio “selettivo” agli sbarchi propugnato dal governo Meloni sia in linea con le leggi e le linee guida Ue, la portavoce della Comissione ha invece sottolineato che in base alle leggi internazionali è necessario «minimizzare il tempo che le persone passano in mare».
Il comandante della nave battente bandiera tedesca, Joachim Ebeling, aveva annunciato ieri di non intendere lasciare il porto di Catania, come da indicazioni del Viminale, perché ciò significherebbe «violare una serie infinita di leggi e convenzioni internazionali», mentre i legali della Ong stanno lavorando a un ricorso al Tar del Lazio contro il decreto interministeriale del governo Meloni.
A rigettare l’approccio teorizzato dall’esecutivo italiano, che chiede siano gli Stati di cui batte bandiera ogni nave a prendersi carico dei suoi passeggeri, era stata nei giorni scorsi anche la Norvegia
(da agenzie)
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