URANIO IMPOVERITO: MORTI DI LEUCEMIA ALTRI DUE EX MILITARI ITALIANI
L’ASSOCIAZIONE VITTIME URANIO PARLA ORMAI DI 216 MILITARI ITALIANI MORTI PER CONTAMINAZIONE, LA SANITA’ MILITARE ATTESTA 171 DECESSI E 2.500 MALATI… ALTRI DATI PARLANO DI 3.122 TRA VITTIME E MALATI CON PATOLOGIE DERIVANTI DA CONTATTO CON PROIETTILI ALL’URANIO E NANO PARTICELLE
Sarebbero almeno 216 i militari italiani morti per possibile contaminazione da uranio impoverito: lo sostiene l’Associazione vittime dell’uranio che a Lecce ha denunciato due nuovi casi di morte e quattro di malattia.
Nell’occasione è stato reso pubblico un documento ufficiale della Sanità militare, agli atti dell’ultima commissione parlamentare di inchiesta, che elenca 171 morti e 2.500 malati.
I dati si fermano al 2006 e non comprenderebbero quindi i reduci da molte missioni successive, dai poligoni e tutti coloro che non sono più in servizio. Integrando questi dati con quelli in possesso dell’associazione, la cifra di 216 morti risulta quindi più che attendibile.
Ormai da più parti, in parlamento, si reclama che venga fatta chiarezza sulle reali dimensioni del fenomeno e si chiede, da parte dei parenti dei militari deceduti, l’istituzione di una commissione di inchiesta parlamentare “per completare e ampliare il lavoro”.
I nuovi casi di morte segnalati riguardano un ex paracadutista della Folgore, della provincia di Reggio Calabria, morto nel 2007, all’età di 32 anni, a causa di una leucemia sorta dopo le missioni in Somalia e in Bosnia, e un militare di Taranto.
I casi invece di riscontrata malattia riguardano invece un ex militare di Varese al quale è stato diagnosticato un linfoma dopo una missione nel poligono a mare di Capo San Lorenzo, un militare di Taranto reduce da diverse missioni all’estero e malato di linfoma, due ex militari della provincia di Lecce, anche loro malati di cancro.
Secondo Falco Accame, presidente dell’associazione che offre assistenza ai familiari delle vittime arruolate nelle Forze armate, tra vittime e ammalati, potrebbero essere ben 3.122 gli italiani che hanno accusato patologie dopo aver avuto contatti con proietili all’uranio impoverito o con le nano particelle derivanti dai metalli pesanti delle armi convenzionali.
Nasce da parte di molti l’esigenza di una nuova valutazione, sia da parte di una commissione tecnica specializzata, sia da parte di una comissione politica, come quella in passato istituita al Senato, decaduta dopo la fine della legislatura.
Non si può opporre l’indifferenza alla ricerca della verità e alle possibili soluzioni per garantire la salute dei nostri militari impegnati in missioni di pace in tutto il mondo. .
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