“VOLEVANO MANDARMI VIA, OGGI DO LAVORO A 150 ITALIANI”
E’ L’IMPRENDITRICE IMMIGRATA DELL’ANNO: FUGGITA DAL RUANDA 22 ANNI FA, OGGI GESTISCE UNA COOOPERATIVA
Marie Terese è partita senza valige, senza risparmi, con solo i figli piccoli in braccio.
È fuggita dal Ruanda, ha attraversato un intero continente, ha dormito per mesi in un container ghiacciato alle porte di Roma, ha avuto il foglio di via, per due anni è stata “invisibile” e senza documenti. Ma non si è arresa.
Oggi Marie Terese dà lavoro a 159 persone, tra assistenti sociali, psicologi, mediatori culturali, di cui ben 147 italiani, accoglie nei suoi centri 800 richiedenti asilo e ha vinto il MoneyGram Award come imprenditrice immigrata dell’anno.
La storia di Marie Terese Mukamitsindo comincia nel 1996 quando atterra a Fiumicino con tre figli di 5, 8 e 17 anni.
La famiglia si è lasciata alle spalle la guerra civile in Ruanda, è arrivata in Tanzania e da lì è volata in Italia. I primi tempi sono difficili: Marie Terese e i sui figli finiscono in un centro d’accoglienza improvvisato vicino a Fregene: “Dormivamo in un container freddissimo, poggiato a terra. Le docce erano distanti dieci minuti a piedi e l’acqua sempre ghiacciata. Dopo qualche mese mi ragiunse anche il mio quarto figlio”.
La donna non ha il permesso di soggiorno e riceve il foglio di via: deve lasciare l’Italia. Ma non mancano i ricordi positivi: “Oggi la gente è impaurita, impoverita, ostile ai migranti. Un tempo era più accogliente. Quando mi è arrivato quel foglio di via ero a Sezze, in provincia di Latina. Molti cittadini, che avevano imparato a conoscermi, proposero di fare una sottoscrizione e andare in questura per farmi avere i documenti”.
Finalmente nel 1998 Marie Terese ottiene l’asilo.
Lavora coma badante, riesce a farsi riconoscere la laurea e si iscrive all’albo degli assistenti sociali.
Nel 2001 realizza il suo primo progetto di accoglienza per donne sole con bambini. Poi nel 2004, con l’aiuto dell’Unhcr e della Comunità europea, apre a Sezze la cooperativa Karibu, con lo scopo di offrire ai richiedenti asilo accoglienza e opportunità di lavoro. L’anno dopo festeggia la cittadinanza italiana.
“Oggi tutti i miei figli sono italiani e sarebbe giusto che chiunque nasca e cresca qui lo sia: per questo quella dello ius soli era una riforma necessaria”.
Oggi la cooperativa di Marie Terese tra case per minori e centri Sprar ospita oltre 800 migranti, con laboratori di lingua, corsi di cucina e di cucito, “perchè l’assistenzialismo senza educazione è inutile”.
(da agenzie)
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