Agosto 5th, 2018 Riccardo Fucile
AL SENATO VA ANCHE PEGGIO; UN GIORNO OGNI QUATTRO E MEZZO… E SOLO PER 4 ORE
Dall’insediamento delle Camere, il 23 marzo scorso, sono passati 136 giorni, quattro mesi
circa.
In questo periodo, le sedute alla Camera sono state appena 38, una ogni 3 giorni e mezzo, mentre al Senato anche meno: 31, una ogni 4 giorni e mezzo.
Emblematico anche il dato sulle ore complessive lavorate: 167, pari a poco più di 4 ore per volta, che diventano meno di due e mezzo per l’attività legislativa.
Insomma, dall’inizio della legislatura non è che i “nostri dipendenti” (come li chiama Beppe Grillo) si siano ammazzati di lavoro, anche se lo stipendio, direbbe sempre Grillo, lo hanno preso con regolarità .
Anche Andrea Mura, l’eletto nel M5S che ha annunciato le sue dimissioni dalla Camera dopo le accuse di assenteismo e l’espulsione dal gruppo dei grillini.
Il Messaggero spiega oggi che si è discusso poco, si è votato ancor meno: alla Camera, 8 sedute nei 66 giorni di vita del governo, una ogni 7 giorni e mezzo.
Al Senato la situazione va di poco meglio, 12 sedute, una ogni 5 giorni e mezzo.
E’ invece quasi una chimera sperare di individuare un solo disegno di legge d’iniziativa parlamentare che abbia avuto la dignità di raggiungere le aule: uno solo, in Senato.
E gli atti di sindacato ispettivo? In base ai dati forniti dal ministero per i Rapporti con il Parlamento, alla Camera (fra interpellanze, interrogazioni a risposta orale e scritta e interrogazioni in commissione) ne sono stati presentati 1441, con 207 riposte evase, quindi con una percentuale di atti conclusi appena del 14,37%, quasi uno su 7.
Al Senato gli atti presentati sono stati 598, gli atti conclusi sono stati appena 47, pari al 7,86%, pari a quasi uno su 13.
E dunque, su cosa hanno lavorato le Camere in questi quattro mesi, prima e dopo la nascita del governo? Hanno eletto i loro vertici: presidenti, vicepresidenti, questori, segretari.
Poi, c’è stato il voto di fiducia al neonato governo. Altre sedute si sono avute per la conversione di disegni di legge emanati dal precedente esecutivo, per l’istituzione di commissioni d’inchiesta (Antimafia, rifiuti), per interrogazioni, interpellanze e mozioni.
In un’occasione l’aula si è riunita per una sola interpellanza.
(da “NextQuotidiano”)
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Agosto 5th, 2018 Riccardo Fucile
LA SCUOLA TASSA LE FAMIGLIE PER RASTRELLARE CIO’ CHE LO STATO NEGA
Tratto dal modulo d’iscrizione scolastica
“Il contributo delle famiglie è essenziale per il buon funzionamento della scuola. Viene utilizzato per le spese relative all’assicurazione degli alunni per Responsabilità Civile e infortuni e soprattutto per l’ampliamento dell’offerta formativa (progetti e attività )”.
Di una cifra pari a 60/70 euro a bambino solo una ventina di euro è obbligatorio versare (ma questo la scuola non te lo dice o incentiverebbe i genitori a versare il minimo indispensabile).
Il contributo volontario, non scritto, compensa anche quelle quote non versate da genitori a scrocco (spesso in barba a chi davvero fatica ad averne, esattamente come chi paga le tasse anche per chi evade).
Mentre il futuro si allontana, la scuola arranca in una palude di presente, uno stato delle cose melmoso dove al servizio pubblico si affianca quello del fai da te: l’esattore, per tirare avanti.
La scuola tassa le famiglie per rastrellare ciò che lo Stato nega: l’investimento reale sull’Istruzione, la cultura e il cambiamento (quello vero): dare ai bambini la possibilità di crescere e farsi adulti capaci di rinnegare chi non investe nella scuola.
Se solo ci fosse un governo con la decenza di dare alla scuola gli strumenti per fare il suo mestiere (anzichè quello dell’esattore) si potrebbe pensare che sono tempi difficili, ma nelle mani di bambini che ci faranno dimenticare gli adulti di oggi.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Agosto 5th, 2018 Riccardo Fucile
IL PROCURATORE CAPO DI GENOVA: “40 ANNI AL SERVIZIO DELLO STATO, MAI SCALFITI, SALVINI ABBIA RISPETTO DELLA MAGISTRATURA”
Anche l’Associazione nazionale Magistrati è intervenuta nella querelle tra la Procura di Genova
e il segretario della Lega ( ministro degli Interni), Matteo Salvini, nata dall’inchiesta sui fondi della Lega e dalla ricerca dei 49 milioni di euro che dovrebbero essere sottoposti a sequestro, come disposto dalla Cassazione: «Auspicare forme di risarcimento a carico dei magistrati come conseguenza della loro attività risulta assolutamente fuori luogo e appare come una inammissibile e inaccettabile interferenza nel lavoro dei colleghi genovesi – si legge in una nota dell’Anm – I magistrati svolgono le attività che prevede la legge e sempre per l’accertamento dei fatti e dunque non solo non sprecano il denaro dei cittadini, ma al contrario svolgono la propria azione sempre ed esclusivamente proprio nell’interesse dei cittadini».
In un’intervista a Sky Tg24, Salvini aveva detto di sperare «che poi qualcuno risarcisca gli italiani per questo denaro pubblico speso e sprecato cercando conti inesistenti», parole alle quali aveva subito risposto il procuratore capo di Genova, Francesco Cozzi: «Noi facciamo il nostro, lui fa quello che ritiene. Noi spendiamo quello che dobbiamo per fare un’attività di indagine che è doveroso fare. È una valutazione del ministro che ci sia uno spreco di denaro da parte della Procura. Il giorno che metteranno un limite a questo, oppure un limite di soldi per le attività che uno vuol fare, allora si vedrà . Poi magari in realtà il Parlamento è contento che vengano spesi soldi per il risarcimento che gli spetta, visto che è parte civile nel processo per la maxi truffa…».
Comunque, ha detto ancora Cozzi oggi: «In 40 anni di attività al servizio dello Stato e della giustizia non siamo mai stati condizionati o scalfiti da reazioni ben più pesanti. Trattandosi di personalità con elevato ruolo istituzionale si auspica però che il diritto di critica abbia il dovuto riguardo non per i singoli magistrati quanto per la loro specifica funzione quali appartenenti alla magistratura inquirente».
Nella “partita” si è schierata anche Valeria Valente, vicepresidente del gruppo Pd e membro della commissione Giustizia in Senato: «Più volte il Pd in Parlamento ha chiesto a Salvini, leader di quel partito, e a Bonafede, che di mestiere dovrebbe fare il Guardasigilli, di chiarire e spiegare all’opinione pubblica dove sono finiti quei soldi – ha scritto in una nota – Per ora solo silenzio. E in più Salvini, “dimenticandosi” del suo ruolo istituzionale, attacca e offende la magistratura e la sua autonomia, costringendo l’Anm a prendere posizione. Anche su questo Bonafede non ha nulla da dire?».
(da agenzie)
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Agosto 5th, 2018 Riccardo Fucile
LA LETTERA DELLA PRESIDENTE DEL SENATO E’ UN ALTOLA’ AGLI ESTREMISTI LEGHISTI
La presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati scrive una bella lettera di sostegno a Daisy Osakue. Una lettera che decifrata bene sembra anche un altolà alla Lega, alla boutade volgare dei leghisti liguri con l’uovo in mano, ai reiterati attacchi alla Costituzione da parte degli esponenti del Carroccio.
Nella lettera, pubblicata oggi dalla ‘Gazzetta dello sport’, Casellati scrive “Cara Daisy hai trasformato quella che poteva essere una sconfitta della nostra civiltà in una vittoria di tutti coloro che si riconoscono nei valori e nei principi sanciti dalla Costituzione”.
“La tua reazione piena di orgoglio e amore sincero verso la maglia della nazionale e quei colori che ci uniscono tutti sotto un’unica bandiera – osserva Casellati – ha restituito al nostro Paese quella purezza che proprio i soprusi rischiano di mettere in discussione”.
Per la presidente del Senato, “è la dimostrazione piu’ cristallina di quanto sia importante la cultura sportiva in tutti i campi della vita”.
Casellati dice che ci sono “tre tipi di vittorie”, quella agonistica, quella verso se stessi e quelle morali, “esclusiva di chi compete nella vita, così come in pista, con lealtà e tenacia e soprattutto rispetto per gli altri. Questa medaglia tu l’hai già vinta. Il campo di gara era la vita”.
(da Globalist)
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Agosto 5th, 2018 Riccardo Fucile
PARTITO DA SOLO DALL’EGITTO QUANDO AVEVA TREDICI ANNI
Soccorre i migranti perchè lo è anche lui. 
In mezzo al mare, perchè anche lui ha fatto il viaggio. E non è morto in quel naufragio solo perchè un’altra persona lo ha aiutato. Per poi morire davanti ai suoi occhi.
Hassan è egiziano, ha 30 anni, e fa parte del team di soccorsi di SOS Mediterranèe a bordo di nave Aquarius.
Non è la prima volta che è in mare, anzi. “Ho lavorato con la Marina Militare per l’operazione Mare Nostrum. Poi sono passato a Triton”, racconta sul ponte dell’Aquarius al termine di una giornata di preparazione alla zona SAR e quindi ad un eventuale momento di salvataggio.
“Ho fatto il viaggio quando avevo tredici anni”, spiega. “Ero con mio cugino. La mia famiglia non era d’accordo, sono partito da solo”, dice. Era il 2001.
“Cercavo qualcosa di diverso e avevo capito che in Egitto non lo avrei trovato. Ero piccolo, ma mi dovevo iscrivere alla scuola militare e ci voleva la raccomandazione ai tempi per un posticino. C’era qualcosa che non quadrava”, racconta.
“Tu volevi servire la legge ma per farlo dovevi corrompere la legge. Da lì è nata la mia personale scelta di andare via. Non avevo idea di come sarebbe stato il viaggio, e che avrei attraversato il mare”
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Agosto 5th, 2018 Riccardo Fucile
ORMAI DILAGA L’INCIVILTA’ E L’IGNORANZA, NON CI SI FERMA NEANCHE DAVANTI A UN RAGAZZO IN CARROZZINA
Insulti ad un ragazzino disabile da parte di un autista dell’Amt di Genova.
La denuncia della madre del ragazzo di 11 anni ha portato la società di trasporto pubblico genovese ad aprire un’inchiesta e sottoporre il conducente ad un provvedimento disciplinare.
“Ma tu guarda se si deve mettere in seconda fila per far scendere l’handicappato! Ma vaffanculo”: questa — secondo la ricostruzione della madre pubblicata giovedì scorso in una lettera dal Secolo XIX e descritta in un post di sfogo sul suo profilo Facebook — è stata la reazione dell’autista costretto ad aspettare un taxi in seconda fila per il tempo necessario a far scendere il ragazzo in carrozzina.
Ad annunciare la misura per sanzionare il comportamento del dipendente è stata la stessa società .
L’iter disciplinare è partito circa un mese fa, quando la madre del ragazzo disabile ha denunciato l’accaduto: l’autista del bus linea 35 ha insultato il figlio disabile di undici anni, mentre era alla guida in via Napoli.
L’episodio è avvenuto in pieno giorno, dinanzi a decine di persone. E è stata proprio la madre del ragazzino disabile di 11 anni, Anna Maria Azzollini, con una lettera inviata nei giorni scorsi al Secolo XIX a raccontare l’accaduto.
La donna — che ha scritto anche un lungo post di sfogo su Facebook il 29 giugno — ha denunciato di essere stata insultata pesantemente da un autista della partecipata che si occupa del trasporto pubblico genovese mentre stava facendo scendere da un taxi suo figlio che è costretto su una carrozzina.
Sul social si legge: “Vorrei ringraziare di cuore per la sua sensibilità e per la sua educazione l’autista dell’AMT, della linea 35, che stamattina verso le 11:00, mentre stavo facendo scendere mio figlio da un taxi con la carrozzina, indispettito dal fatto che ci eravamo messi in seconda fila perchè non c’era un posto disponibile, ha atteso che l’autista del taxi andasse via per urlarmi dal finestrino: ‘Ma tu guarda se si deve mettere in seconda fila per far scendere l’handicappato! Ma v..’”
Come riporta anche il giornale a cui la donna si è rivolta, non essendoci un parcheggio disponibile il taxi aveva accostato in seconda fila, impedendo per il tempo necessario al movimento, il passaggio dell’autobus che viaggiava nella corsia opposta.
“Oltre a fare una figura inqualificabile — ha spiegato la madre al giornale — un personaggio del genere getta notevole discredito su tutta la sua azienda. Insultare qualcuno perchè disabile, e per di più un bambino, non è nemmeno qualificabile come comportamento di un essere umano”.
Così hanno deciso di intervenire i vertici di Amt: “L’azienda, ricevuta la lettera della signora, ha immediatamente attivato la procedure interne che disciplinano i comportamenti verso il pubblico”, si legge in una nota dell’azienda riportata dai giornali locali. Speriamo che gli insegnino “almeno la buona educazione”, la reazione della madre sul social.
(da agenzie)
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Agosto 5th, 2018 Riccardo Fucile
LO SCANDALO E’ CHE SIA PERMESSO DALLE AUTORITA’ DECUPLICARE I PREZZI
Ennesimo caso di conto «salato» a due turisti per una consumazione in un bar di piazza San
Marco a Venezia, ed ennesima condivisione e indignazione sui social media.
Lo scontrino è di un famoso bar della piazza, il Lavena, che per due bottiglie di acqua minerale da un quarto di litro e due caffè ha fatto pagare ai clienti 43 euro, pari a 10 euro a bottiglia e 11,50 a espresso.
Si tratta di prezzi che chi frequenta piazza San Marco conosce bene, e che comprendono un sovrapprezzo per chi siede all’esterno dei locali per la presenza dei complessi musicali.
Come se la musica giustificasse decuplicare i prezzi.
E ancora una volta in rete prevale lo stupore.
Per la serie “facciamoci conoscere”.
(da agenzie)
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Agosto 5th, 2018 Riccardo Fucile
LA GANG ERA COMPOSTA DA TRE RAGAZZI LIGURI E UNO PADAGNO: HANNO SOTTRATTO CELLULARI, PORTAFOGLI, OCCHIALI E GIOIELLI… SPIACENTI, NESSUN NEGHER
Avevano preso di mira i clienti del parco acquatico de “Le Caravelle” di Ceriale i tre giovani componenti di una baby gang individuati e fermati dai carabinieri di Albenga.
I militari hanno denunciato alla Procura dei Minori due giovani di 17 anni di Pietra Ligure e Finale Ligure mentre hanno arrestato un 22enne comasco.
Il trio avrebbe messo a segno almeno 15 colpi ai danni di bagnanti, sottraendo cellulari, portafogli, soldi, occhiali e gioielli, per un bottino stimato in circa 10 mila euro.
I tre erano riusciti a derubare anche una infermiera del Santa Corona che all’uscita del parco, prima di andare a lavoro, aveva appoggiato il portafoglio sopra il tettuccio della macchina.
I carabinieri, grazie anche all’aiuto dei bagnini, sono riusciti a individuare i nascondigli dove i ragazzi avevano smistato gli oggetti rubati che, secondo gli investigatori, sarebbero poi stati portati via al momento della chiusura.
Il trio si sarebbe conosciuto in vacanza e avrebbe studiato il piano per derubare i clienti del parco.
(da agenzie)
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