Agosto 5th, 2018 Riccardo Fucile
UNA MAMMA CHE 21 ANNI FA HA ADOTTATO UN BIMBO DALLA PELLE SCURA RACCONTA LE UMILIAZIONI E LE ANGHERIE SUBITA DA LEI E DAL FIGLIO
Questa è la lettera di una madre al ministro Fontana. Una donna di Savona, insegnante, che 21 anni fa ha adottato un bambino di colore.
Sabina Minuto nel gennaio del 2016 aveva denunciato Trenitalia perchè al figlio Giacomo, munito di regolare biglietto era stato impedito di prendere il Thello Eurocity n.145. Motivo? Secondo il controllore aveva una sacca troppo grande con sè. Ma la ragione era probabilmente di natura razziale.
Qui, in un post di poche righe su Facebool racconta le angherie subite.
Racconta al ministro Fontana che vorrebbe abrogare la legge Mancino che cosa è il razzismo in Italia. E’ un documento forte e potente.
Ministro Fontana… Ma lei da che parte sta? Della Repubblica a cui ha giurato fedeltà ? Della Costituzione? Io spero che lei si dimetta
Glielo racconto io come stiamo a razzismo
Ho un figlio nero, diciamo. Adottato. Va bene? O le dà¡ fastidio anche questo?
Quando era piccolo mi chiedevano “Cosa mangia?” (cit. letterale
Nelle partite di calcio fra bambini (faceva calcio ahimè) troppe volte i bambini ma più i genitori gridavano “butta giù sto negro di merda!”
E noi zitti. Zitti per educazione e per non far male a nostro figlio
Per non citare quando i parenti hanno evitato di invitarlo alle feste di compleanno.
A 14 anni è stato trattenuto senza apparente motivo su una gazzella dei carabinieri (che NON ci ha avvisato) perchè, essendo nero, forse era uno che rubava negli stabilimenti balneari. Per piຠdi un’ora buona
Allo Sky college di Falcade (grande esempio di integrazione fra atleti) lo chiamavano Bob Marley della neve (che magari fa ridere ma a 16 anni mica tanto) e lo hanno messo in uno scantinato a dormire. E noti che noi pagavamo la retta (alta) come gli altri
Poco tempo fa gli è stato impedito, nonostante avesse un biglietto regolare, di salire su un treno da un controllore delle FFSS. Denuncia, casini, articoli di giornale; niente di fatto: ovviamente.
Senza contare le volte che viene fermato senza motivo, che noi stessi siamo stati fermati in auto con la richiesta “Fornisca le generalità¡ del passeggero”.
Ecco signor ministro. Il razzismo in Italia ESISTE, è sempre esistito e ora alza la voce e la fa da padrone. Non si azzardi a toccare quella legge. Non si azzardi! Vergogna!
Non sono più comprensiva nè democratica. Adesso urlo forte e mi faccio sentire!
(da Globalist)
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Agosto 5th, 2018 Riccardo Fucile
GOVERNO SPACCATO SULLE GRANDI OPERE, IL M5S SI RICORDA DELLE SUE PROMESSE E FRENA, LA LEGA VUOLE COSTRUIRE PER FAR GUADAGNARE GLI IMPRENDITORI DEL NORD
Ci ha pensato Alessandro Di Battista , nel giorno del suo quarantesimo compleanno, a mettere la giusta carne al fuoco: “Abbiamo fatto battaglie importanti, contro il Tap, contro il Tav, opere del tutto inutili: coraggio, questo è il momento di spingere. Il Movimento deve fare il Movimento, ribadendo i “No” sani che abbiamo detto, perchè ci abbiamo preso i voti su quella roba là “, ha scritto su Facebook.
Di Maio si è subito congratulato più per gli anni che per il tu devi politico (ce ne fosse solo una di abiura da fare per tenere in piedi l’asse con la Lega).
La replica a mezzo stampa di Salvini (sulla Stampa) non si è fatta attendere. “Dai nostri dati, sembra che i benefici superino i costi nel caso delle pedemontane, del terzo valico e del Tap, che ridurrebbe del 10% il costo dell’energia per tutti gli italiani”, afferma Salvini, abituato a sparare sentenze a casaccio.
Poi sulla Tav: “Il discorso è più lungo. Bisogna calcolare fino all’ultimo centesimo. Aspetto i risultati degli studi. In linea di massima, culturalmente sono più per fare che per disfare. Se non fare la Tav ci costasse due, tre o quattro miliardi, è chiaro che andrebbe fatta”, chiosa Salvini.
Che così riflettendo si prende gli applausi della sbiadita ex alleanza di centrodestra oggi (poi quando tornerà a parlare di Rai la musica ricambierà ), dalla Gelmini alla Meloni.
Ma il problema è in seno al popolo di governo. “Al di là della posizione personale di Salvini, la domanda a cui dare risposta resta se la Tav è un’opera redditizia o meno. Tutte le stime e le previsioni, per esempio, si fondano su valori dei flussi di merci e di persone che definirei farlocchi, poichè diminuiscono anzichè aumentare. Serve, quindi, un’analisi attualizzata per una valutazione più approfondita”, dice invece il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli che si deve essere accorto ora che la Tav è una patacca.
Toninelli nei giorni scorsi si era detto favorevole a bloccare i lavori della Tav. E comunque mette le mani avanti: “Deve essere valutato e riformulato tutto, ma se per ripagare l’opera servono più di 50-60 anni, finendo con il mettere le mani nelle tasche degli italiani per finanziarla, è meglio bloccarla”, ha aggiunto Toninelli.
Per sapere se l’opera si farà o meno, precisa Toninelli, bisognerà attendere almeno fino alla fine dell’anno.
Sull’ancora più discusso Tap risponde a Salvini la ministra pentastellata del Sud. “Caro Matteo Salvini, in Italia servono le infrastrutture ed in particolar modo ne hanno estremo bisogno il sud e le aree interne del centro-nord. È la carenza di questo genere di investimenti che ha provocato una perdita ulteriore di posti di lavoro al sud di 300.000 unità durante gli anni della crisi. Strade sicure, ferrovie, scuole, ricerca, università , bonifiche, anti-dissesto idrogeologico, energia pulita. Questi sono gli investimenti che L’Italia aspetta”, afferma, replicando al vicepremier sul Tap, la ministro per il Sud Barbara Lezzi.
Ma se sulla Tap qualcuno ragionasse che occorre cambiare il percorso, magari si eviterebbero parole senza senso.
Come la mettiamo? L’ircocervo che ci governa balla e fa ballare l’Italia su questioni delicate per le quali entrano o escono decine di miliardi, tutto compreso. Ma come ci hanno insegnato su decine di altre cose, meglio un belo rinvio, poi qualcuno ci penserà o pagherà , visto che le opere di cui si parla sono belle e avviate da molto tempo. Agosto arriva giusto giusto.
(da agenzie)
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Agosto 5th, 2018 Riccardo Fucile
IL MESSAGGIO E’ MEDITATO: “OGNI COSA CHE FACCIO E’ LEGGE”
Salvini ieri sera ad una manifestazione di partito con la maglietta-divisa dei Vigili del Fuoco. E la divisa dei Vigili addosso a un capo partito che la mostra ostentatamente alla sua gente non indigna.
Come diceva – grosso modo – M.L.King, non è la violenza dei cattivi che mi fa paura, ma l’indifferenza dei buoni
Domani Salvini potrebbe decidere di mettere la divisa dei carabinieri. Prima così, per mostrarla, poi magari per farne abito quotidiano, col massimo grado.
Lui manda un segnale, non lo fa per sbruffoneria o cafonaggine, è meditato. “Io sono le istituzioni”, io faccio e ogni cosa che io faccio è legge.
Gli altri, i neri, i rom, quelli che non condividono le sue idee xenofobe sono fuori legge.
Non si è mai visto un politico con ruoli istituzionali che si appropria delle divise, tempo fa della polizia, ieri dei vigili del fuoco.
Non si neanche mai visto un Paese dove chi lo fa non venga denunciato.
(da agenzie)
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Agosto 5th, 2018 Riccardo Fucile
DENUNCIA DEL CAPO DELLA SICUREZZA DI FACEBOOK: SI IPOTIZZA UN COLLEGAMENTO DIRETTO CON I TROLL RUSSI ATTIVI SU TWITTER
Un Russiagate in salsa italiana a beneficio di sovranisti e dei populisti: la denuncia arriva dallo stesso capo della sicurezza di Facebook, Alex Stamos.
Il sospetto è che le interferenze russe sulle elezioni politiche italiane del 4 marzo siano avvenute anche sul colosso di Menlo Park, sotto forma di fake news, oltre che su Twitter.
Il fronte delle ingerenze degli hacker di Mosca sul voto nel nostro Paese rischia quindi di allargarsi anche al più popolare dei social network
Lo riporta La Stampa, sulla base di alcune segnalazioni riguardanti pagine che avrebbero diffuso fake news e post di propagande per influenzare il dibattito politico
L’attenzione dell’intelligence si potrebbe quindi allargare da Twitter, la piattaforma più utilizzata per l’informazione, a Facebook, quella più diffusa in termini di utenti e quindi maggiormente “efficace”.
Sotto la lente degli esperti ci sarebbe in particolare l’account Petertaddeo00, nato per la promozione di un libro e passato, già durante la campagna per il referendum costituzionale del 2016, a diffondere fake news e propaganda in italiano.
Prova ne sarebbe l’acquisto di pubblicità sul social fondato da Mark Zuckerberg, oltre all’utilizzo di materiale grafico simile a quello scoperto dagli investigatori Usa nell’ambito proprio di interferenze straniere, compresi contenuti a sfondo religioso. Tra il materiale condiviso, post sulla candidata alle presidenziali francesi Marine Le Pen e su Vladimir Putin, pubblicati in italiano.
Sempre secondo La Stampa, gli investigatori che hanno segnalato la pagina (ora non più accessibile) non hanno ancora la certezza di un collegamento diretto con i troll russi diffusi su Twitter, ma la prassi di disinformazione sarebbe analoga.
Tra le ipotesi anche quella di una rimozione dell’account imposto da Facebook.
A maggio era stato Stamos a indicare l’Italia come ambito nel quale il suo team di sicurezza aveva notato tecniche per l’interferenza nei processi democratici, con l’individuazione di “hoaxes” (bufale), bloccati per evitare la diffusione di informazioni non corrette; lavoro effettuato dal social network con la collaborazione con il sito Pagella Politica, specializzato nel fact-checking (la verifica dei fatti e delle notizie).
(da Globalist)
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Agosto 5th, 2018 Riccardo Fucile
NEGLI ULTIMI DUE MESI PERDITE PER 500 MILIONI
Mezzo miliardo di euro può bastare per Alitalia? Queste sono infatti le perdite dell’ultima gestione commissariale da maggio del 2017 a giugno del 2018.
Una perdita molto superiore al milione di euro al giorno, ma che potrebbe aumentare visti i piani del Governo di nazionalizzare e fare crescere la compagnia sotto le “ali di Stato”.
A queste perdite giornaliere, che la compagnia può sostenere solo perchè il Governo precedente ha approvato un prestito ponte di 900 milioni di euro (sempre il contribuente paga), bisogna aggiungere i quasi 10 miliardi di euro bruciati dal 2008 ad oggi tra bancarotte della compagnia, cassa integrazione speciale per dipendenti ritenuti speciali e tanti altri soldi pubblici finiti nel buco nero di Alitalia.
Alitalia semplicemente non riesce a reggere la concorrenza.
Se infatti facciamo un’analisi veloce del primo semestre del 2018, secondo i cui dati i Ministri Toninelli e Luigi Di Maio pensano che la compagnia sia risanata, forse dobbiamo davvero preoccuparci.
Il margine EBIT (Earnings before Interest and Tax) di Alitalia è negativo per oltre 16 punti percentuali.
Tra i grandi competitor c’è qualcun’altra compagnia ad avere un EBIT negativo? Assolutamente no. L’unica compagnia che non se la passa troppo bene, ma che comunque vede un EBIT superiore di quasi 20 punti percentuali superiori ad Alitalia è AirFrance — KLM, dove la forza dei sindacati e l’interessamento pubblico (lo Stato ha una quota di minoranza nel vettore) fanno volare molto basso la compagnia.
I casi migliori sono indubbiamente Ryanair e il gruppo IAG (che comprende British Airways, Iberia, Vueling e Aer Lingus) con un margine EBIT superiore al 10 per cento.
Da notare che proprio Aer Lingus (vettore irlandese), che vede la concorrenza in casa di Ryanair, è stata in grado di focalizzarsi sul mercato nord-americano, trovarsi la sua nicchia di mercato e di essere ormai il gioiellino del gruppo IAG.
La stessa Iberia vede forte concorrenza dei vettori low cost in casa, ma nonostante questo ha dei margini 25 punti superiori ad Alitalia.
È colpa delle low cost se Alitalia va così male?
La scusa delle low cost non regge perchè altrimenti IAG dovrebbe essere il gruppo con i margini inferiori (maggiore è la concorrenza delle low cost) e AirFrance e Alitalia quelle con i margini superiori.
Alitalia è una compagnia che non sta sul mercato per inefficienze proprie, anni e anni di pubblico intervento diretto e indiretto.
E il piano del governo appesantirà i conti di Cassa Depositi e Prestiti, di FS e in definitiva, del contribuente italiano.
“Paga Pantalone” e le nostre tasche sono sempre più vuote per salvare per l’ennesima volta Alitalia.
(da “NextQuotidiano”)
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Agosto 5th, 2018 Riccardo Fucile
DE MAGISTRIS: “FAR MORIRE DELLE PERSONE IN MARE E’ UN REATO PERSEGUIBILE D’UFFICIO”
“Bisogna capire cosa è accaduto pochi giorni fa sulla nave italiana che ha portato i rifugiati nel porto libico. Secondo me sono stati commessi dei reati”.
A dirlo è stato il sindaco di Napoli Luigi De Magistris a margine dell’incontro al quale ha partecipato ieri sera a Riace assieme al sindaco di Barcellona Ada Colau
Il riferimento è al comportamento del governo sul tema dei migranti: “Io ho fatto il magistrato per tanti anni e secondo me stanno facendo una serie di reati e ci auguriamo che ci siano magistrati che li accertino. Quando fai morire delle persone in mare non è solo un fatto disumano contro l’etica. Sono reati perseguibili d’ufficio e credo che prima o poi queste persone saranno chiamate davanti a un tribunale. Ma non penso solamente a Salvini, che è l’apice, ma anche chi lo ha preceduto ha commesso reati. Bisogna spingere le persone a lottare. Non penso che il vento brutto vincerà , però se lo sottovalutiamo quel vento può mettere le radici. Non ho ancora visto un governo che ha attuato la Costituzione fino in fondo. Prima o poi ci sarà ”
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Agosto 5th, 2018 Riccardo Fucile
LA VERSIONE MINIMALISTA DI PARIS-PLAGES VOLUTA DALLA RAGGI INAUGURATA SUL TEVERE E’ GIA’ UN FLOP
Aldo gioca contro se stesso a beach volley. Lancia palloni a ripetizione poi passa sotto la rete e li rilancia. Fa caldo, tanto caldo: temperatura percepita 40°, il sole è a picco, il fiume che scorre poco più in la è un miraggio che non dà sollievo.
Benvenuti a Tiberis, la spiaggia de’ noantri, l’oasi senz’ombra, versione minimalista di Paris-plages, inaugurata oggi a Roma, in zona Marconi.
A giudicare dalle presenze, qualche curioso a rischio insolazione mischiato tra una decina di addetti ai lavori, l’esordio è stato un flop.
Eppure è tutto gratis: campi, lettini, ombrelloni, docce, parcheggi.
Offre il Campidoglio, cioè Virginia Raggi, la sindaca che l’ha fortemente voluta-. Messa in fuga ieri dall’allerta meteo, oggi dall’incubo di tagliare nastri nella desolazione totale. Magari stasera o domani arriveranno le folle. Andrà così, vedrete. Finora però la spiaggetta con affaccio vietato, realizzata in tutta fretta a un passo dall’ex Cinodromo, più che un punto di incontro sembra un luogo per sfigati.
<Siamo solo alla fase 1, è un progetto pilota, l’opera dovrà essere completata>, semina ottimismo Franco Giampaoletti, il City manager delegato a rappresentare il Comune. Ad accogliere i primi arrivati c’era anche Dianele Diaco, presidente della commissione Ambiente accompagnato dalla moglie e dalla figlioletta, costrette ad una toccata e fuga per via della canicola, appunto.
Venti — non di più – ombrelloni in stile moresco su un prato sintetico già ingiallito. Finte dune, finte palme, bagni biologici, sotto un gazebo una macchinetta triste come unico punto ristoro per la distribuzione di acqua minerale e caffè.
Roma-plages per ora è tutta qui. <Abbiamo rimosso tonnellate di rifiuti e terra, bonificato un’area golenale consegnata al degrado e bonificato quasi un ettaro di terra trasformato ora in un parco d’affaccio>, rivendica Giampaoletti, occhiali scuri, la fronte imperlata di sudore.
E in effetti ottenere la concessioni non deve essere stato semplice visto che sul Tevere s’intrecciano più competenze: Autorità di Bacino, Regione Lazio, Campidoglio, Capitaneria di Porto, Città Metropolitana. Una giungla più fitta della vegetazione spontanea che già sull’altra sponda nasconde migliaia di roditori e un paio di accampamenti rom.
“Sono venuta dall’Eur in autobus e ho portato con me un libro — si consola Marisa, signora in bikini — sto alla centesima doccia ma non mi lamento, meglio questo che quello che c’era prima”.
Francesco spinge Mauro sulla carrozzina lungo la salita di accesso. Una faticaccia. Sfinito, mima un tuffo nel Tevere e si lascia immortalare dall’amico.
Alfredo, 44 anni, impiegato, ha resistito solo pochi minuti. “Ero curioso, per 20 giorni qui è stato un via vai di operai e betoniere. Abito vicino, in via Enrico Fermi, dall’altra parte del fiume, la sera restiamo al buio perchè non c’è illuminazione. Mi chiedo: non era meglio fare qualcosa di più utile ai romani, ad esempio tappare le buche?”.
Ci sono i tavolini, ma all’ora di pranzo non c’è nulla da mangiare.
“La zona rimane interdetta ai vu cumprà “, chiarisce Diaco. Nessuna traccia di Ubaldone, il titolare dell’imbarcadero. I bateaux quando ci sono, se ci sono, arrivano a Ostia Antica, un viaggio senza ritorno per via delle rapide che non consentono la risalita.
“Fateci pagare un prezzo simbolico, ma mettete qualche servizio in più”, invoca un’altra signora, spiaggiata anche lei sulla riva attrezzata. Mentre Valeria, catanese, è stremata: “Mettessero qualcuno che con una pompa d’acqua passasse ogni tanto a innaffiarci…”.
E Virginia? Dov’è Virginia? Della sindaca zero notizie.
Si resta solo per qualche amarcord, anziani che ricordano i tempi del Ferrobedò, quando non troppo distante da qui i pischelli pasoliniani dei grattacieli di Via Donna Olimpia si tuffavano nelle marane. E c’è chi scommette sul primo tuffo nel Tevere. Urlerà “Americà facce Tarzan”?
(da “NextQuotidiano”)
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Agosto 5th, 2018 Riccardo Fucile
MA I FANNULLONI NON ERANO GLI IMMIGRATI? … LA MALATTIA DEL FANCAZZISMO DILAGA, DATEVI ALLA POLITICA CHE DIVENTATE VICEPREMIER
Applicando la legge Madia, il Ministero dei Beni culturali ha deciso di licenziare in tronco, senza attendere il processo, sei custodi della Reggia di Caserta considerati assenteisti.
L’indagine che li ha coinvolti, come ricostruisce Il Mattino, è stata avviata a seguito di alcuni furti verificatisi nell’agosto 2016.
Furti di beni di poco valore – fu svaligiata la buvette e sparirono due biciclette – ma che misero in evidenza della falle nella sicurezza visto che nessuno si accorse dei ladri perchè i custodi non erano al loro posto davanti ai monitor.
Una situazione che fece scattare gli accertamenti nei loro confronti da parte della polizia.
E le microcamere degli investigatori – riporta il quotidiano – registrarono nei mesi autunnali del 2016 sistematiche condotte assenteiste da parte dei custodi che timbravano il cartellino e poi si allontanavano per andare al bar, in pizzeria o a fare una passeggiata fuori dal perimetro del monumento.
Qualcuno è stato filmato anche mentre si allontanava in macchina.
(da agenzie)
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Agosto 5th, 2018 Riccardo Fucile
IL 90% SONO ITALIANI, CON FIGLI E UN’OCCUPAZIONE: LE TIPICHE “PERSONE PERBENE” CHE CITA SALVINI QUANDO ACCUSA GLI STRANIERI DI VIOLENZA
Sempre più donne in Italia decidono di dire basta e mettere fine alle violenze subite. Da gennaio a giugno di quest’anno il numero gratuito di pubblica utilità 1522, promosso dal Dipartimento per le Pari Opportunità e gestito da Telefono Rosa, ha ricevuto solo a Roma 444 chiamate da parte di donne vittime di violenza, riuscendo in sei mesi quasi a raggiungere il numero totale di telefonate del 2017, quando erano arrivate 587 denunce.
L’aumento è evidente anche nel resto d’Italia dove fino a giugno sono arrivate 4 mila 664 telefonate, non troppe di meno rispetto alle 6 mila 533 giunte in tutto il 2017. In totale, fa sapere il sito del 1522, sono arrivate il 53% in più di telefonate.
«C’è di sicuro un significativo aumento delle donne che chiedono aiuto e decidono di mettersi nella condizione di ricevere assistenza», racconta la presidente di telefono Rosa, Maria Gabriella Carnieri Moscatelli.
Questo non vuol dire che siano aumentate le violenze ma potrebbe voler dire che sta aumentando la capacità delle donne di reagire.
«È un segnale decisamente positivo nella nostra battaglia contro il fenomeno sommerso della violenza e che dimostra una sempre maggiore consapevolezza delle donne che escono allo scoperto e trovano il coraggio di denunciare le violenze subite, che molto spesso avvengono all’interno delle mura domestiche», conferma la presidente di Telefono Rosa.
Si spera, insomma, che sia il frutto di una nuova stagione, un’onda iniziata con il movimento #MeToo negli Stati Uniti ma che ha trovato ampio spazio anche in Italia con una forte diffusione mediatica.
«È innegabile che da un anno a questa parte se ne sia parlato molto. C’è una grande sollecitazione che sta avendo i suoi effetti e che fa capire alle donne che denunciare è la strada giusta. Tuttavia non si può non ricordare che è stata condotta una campagna di comunicazione del numero 1522 come numero gratuito antiviolenza e antistalking con spot pubblicitari che di sicuro hanno portato a questi risultati», ricorda la presidente di Telefono Rosa.
In occasione dello scorso 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il Dipartimento Pari Opportunità guidato da Maria Elena Boschi con la collaborazione della consigliera in materia di Pari opportunità , Lucia Annibali, avevano presentato due spot che sono poi andati in onda sulle reti Rai.
In base ai dati raccolti dall’associazione, le vittime che hanno avuto il coraggio di denunciare le 1522 le violenze subite nei primi mesi del 2018 sono soprattutto italiane, con figli e una scarsa autonomia economica.
L’87,01% infatti sono italiane, il 70,8% ha figli e più della metà sono disoccupate, casalinghe, pensionate o lavoratrici in nero.
Percentuali non molto diverse nel caso di vittime di stalking: il 95,45% sono italiane, il 50,23% hanno figli. L’unica differenza riguarda l’indipendenza economica: il 63,86% ha un lavoro.
Gli autori delle violenze denunciate invece, sono uomini italiani, in gran parte con figli e un’occupazione.
Il 94,53% sono maschi, l’88,24% italiani, il 68,49% ha figli e il 54,68% ha un’occupazione.
Una fotografia molto simile anche quando si parla di autori di atti di stalking. Il 93,41% è maschio, il 95,45% è italiano, il 45,45% ha figli e il 53,86% ha un lavoro.
Ora al Dipartimento Pari Opportunità siede Vincenzo Spadafora, la presidente di Telefono Rosa lo ha incontrato nelle scorse settimane.
«In questi anni il Dipartimento ha compiuto un grande lavoro. Ci rivedremo a settembre, bisogna di sicuro andare avanti nella campagna di informazione e sensibilizzazione. Il 1522 è uno strumento importantissimo. Mi auguro poi che ci sia uno snellimento delle procedure burocratiche delle denunce e soprattutto dell’iter giudiziario che deve essere più breve. Per le vittime è una fase massacrante, è una vera tortura dover aspettare anni per arrivare a un provvedimento definitivo. È poi molto importante lavorare nelle scuole, purtroppo stiamo riscontrando anche un abbassamento dell’età delle vittime e degli autori, bisogna evitare che la violenza prenda piede fra i più giovani. Ma soprattutto vanno aumentate le case-rifugio dove vengono ospitate le vittime che hanno avuto il coraggio di denunciare e poi le opportunità di reinserimento delle donne nella società per fare in modo che riescano davvero a costruire una nuova vita».
(da “La Stampa”)
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