Agosto 2nd, 2018 Riccardo Fucile
SI CONTA SUL FATTORE TEMPO PER FAR SBOLLIRE GLI ANIMI… IN FORZA ITALIA ORMAI PREVALE IL FRONTE ANTI-SALVINI E BERLUSCONI SI ADEGUA
Per comprendere lo stallo sulla Rai, bisogna riavvolgere la pellicola del film, alla giornata di mercoledì mattina.
Attorno alle 9,00 Matteo Salvini esce dal San Raffaele e chiama Giancarlo Giorgetti, che sulle nomine è in contatto diretto con i Cinque Stelle: “Ho parlato con Berlusconi — gli dice – ed è tutto a posto. È d’accordo su Foa. Oggi in Vigilanza i suoi non votano, ma poi lo riproponiamo e ci sta, in nome della tenuta dell’alleanza di centrodestra. Nel primo pomeriggio fa un’intervista online e lo dice”.
Accade esattamente l’opposto.
Perchè tra il voto della Vigilanza e la dichiarazione, che infatti slitta di ore, prende forma la rivolta dei suoi.
Con il vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani che minaccia le dimissioni se fosse stato dato il via libera perchè avrebbe certificato l’irrilevanza di Forza Italia e la sua subalternità alla Lega. Assieme a lui, Gianni Letta, Niccolò Ghedini, il grosso dei gruppi di Camera e Senato.
Un “accerchiamento” che costringe il Cavaliere a subire e a ribaltare la posizione concordata.
Una fonte dei Cinque Stelle che segue da vicino il dossier nomine spiega: “Adesso, dopo la rottura del centrodestra, la situazione si è incancrenita. Tocca a Salvini, in base agli accordi, la soluzione del problema Rai ma, al momento, si è impuntato. Perchè se cambia cavallo dà l’impressione che ha perso la prova di forza con Berlusconi e poi c’è la questione che non è semplice mollarlo. Di qui la scelta di forzare provando ad andare avanti, tenendolo nel ruolo di consigliere anziano che fa le veci come presidente”.
Posizione hard, che suscita le perplessità di Luigi Di Maio, ma su questo torniamo tra un po’. Non è facile mollarlo, dicevamo, anche per un’altra ragione.
Foa, nel momento in cui è stato indicato come consigliere, per evitare “l’incompatibilità ” e, con essa, una valanga di ricorsi, si è dimesso dai suoi incarichi nel gruppo editoriale svizzero MediaTi holding e nella Società editrice Corriere del Ticino, altrimenti non ci sarebbero stati i requisiti per la nomine.
Prosegue la fonte: “È chiaro che non puoi chiedergli di dimettersi senza proporgli un altro incarico, dopo che ha rinunciato al suo lavoro precedente. Ed è altrettanto chiaro che si rischia un problema col Tesoro, che nomina due consiglieri, uno come ad l’altro come presidente. In termini di diritto si rischia che Foa chieda una forma di compensazione al Tesoro”.
Dunque, lo stallo, col consiglio di amministrazione che, anche oggi, e per il secondo giorno di seguito, è andato a vuoto.
E Foa che, al termine della riunione, dichiara di essere in attesa di “di indicazioni dell’Azionista” e che nel frattempo “continuerà , nel pieno rispetto di leggi e regolamenti, a coordinare i lavori del Cda come consigliere anziano, nell’esclusivo interesse del buon funzionamento della Rai”.
Al netto della praticabilità politica di questa strada, su cui il Pd già annuncia ricorsi, c’è un problema politico enorme che molto inquieta Luigi Di Maio.
Ovvero, come si fa, in questa situazione a procedere con le nomine dei Tg, inizialmente previste prima della pausa estiva, anche se formalmente dipendono dall’amministratore delegato?
L’unica strada, imposta dalla necessità , è un classico prendere tempo, in attesa che il clima si rassereni, perchè — al netto delle perplessità — il leader dei Cinque stelle non pare per ora intenzionato ad aprire un caso sulla Rai col suo alleato.
Come si diceva una volta, il “generale agosto” farà il resto. Scavallata la riunione della Vigilanza prevista la prossima settimana, se ne riparla alla ripresa, con un po’ di tossine smaltite.
(da “Huffingtonpost”)
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Agosto 2nd, 2018 Riccardo Fucile
NON SOLO, DA UN ANNO LAVORAVA NELLA SOCIETA’ CHE GESTISCE LA COMUNICAZIONE DI SALVINI
Nelle sue prime dichiarazioni da presidente (mancato) della Rai Marcello Foa ha rivendicato la sua estraneità ai partiti e alla partitocrazia.
Tra i suoi numerosi sostenitori c’è chi lo difende parlandone (e scrivendone) come un intellettuale d’area. Anche Foa, però, tiene famiglia e avere un amico in un partito può far comodo, all’occorrenza.
Meglio ancora se l’amico è il capo di un grande partito, nonchè ministro dell’Interno e vice Primo ministro.
Si scopre così che Leonardo Foa, 24 anni, figlio del presidente designato della Rai dal governo gialloverde, lavora nello staff di comunicazione di Matteo Salvini.
Questo è quanto risulta dal profilo Linkedin del giovane Foa, un ragazzo dal curriculum di studi brillante: laurea in Bocconi e master all’Ecole de Management di Grenoble.
Un paio di stage. E nel settembre del 2017 il primo impiego, come social media analyst alla “SistemaIntranet.com”, la società di Luca Morisi e Andrea Paganella, che gestisce la comunicazione e l’immagine Social di Matteo Salvini.
Infine, come lui stesso scrive su Internet, per Leonardo Foa è arrivata la chiamata nello staff del vicepremier.
Che incidentalmente è anche il grande sponsor di suo padre.
Quello estraneo ai partiti.
(da “L’Espresso“)
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Agosto 2nd, 2018 Riccardo Fucile
UN CASO EMBLEMATICO DI CHI METTE IL CAPPELLO SUL LAVORO ALTRUI
Il sottosegretario alla pubblica istruzione Lorenzo Fioramonti ha pubblicato sul Blog delle Stelle un post in cui rivendica il merito di aver stabilizzato 2000 ricercatori precari. Fioramonti ha anche detto che non è vero che la stabilizzazione sia merito del governo Gentiloni, come hanno detto alcuni esponenti del governo precedente e membri della maggioranza che lo appoggiava.
Chi ha stabilizzato i precari del CNR?
«Perchè gli stanziamenti previsti dal Governo precedente prevedevano un co-finanziamento e delle risorse aggiuntive, che gli enti pubblici di ricerca non avevano. Noi oggi, stanziando €68 milioni, consentiamo non solo di portare a termine un processo iniziato ma mai concluso dal Governo precedente, ma addittura di fare molto di più: e cioè superare di oltre 2.000 unità la platea di coloro che beneficeranno di questa stabilizzazione», sostiene Fioramonti.
Chi ha ragione? Il sito del ministero della Pubblica Istruzione ha pubblicato il 30 luglio scorso l’annuncio dell’approvazione del decreto in cui annuncia di aver “firmato il decreto di assegnazione del Fondo Ordinario (FOE) per gli Enti e le Istituzioni di ricerca finanziati dal Ministero.
Per il 2018 si tratta di quasi 1,7 miliardi (1.698.929.808 euro). La quota destinata al funzionamento degli Enti e delle Istituzioni di ricerca (EPR) ammonta a oltre 1 miliardo di euro (1.078.542.024). Di questa quota, 68 milioni saranno destinati, a partire da quest’anno, alla stabilizzazione del personale degli Enti di ricerca“.
I meriti dei governi e le colpe dei CNR
Ora, però, si sta parlando della stabilizzazione effettuata dal CNR di milleduecento (e non duemila) precari che è stata annunciata dal CNR proprio il 30 luglio, ovvero nel giorno in cui veniva approvato il decreto del ministero della Pubblica Istruzione pubblicizzato da Fioramonti nel Blog delle Stelle.
Dove, significativamente, il CNR non viene mai nominato. C’è di più.
Annunciando il provvedimento al Corriere della Sera, Massimo Inguscio, presidente del CNR, ha detto: «Il passo compiuto è stato permesso da una serie di interventi che hanno razionalizzato la gestione del Cnr liberando delle risorse economiche finalizzandole al capitale umano. Abbiamo attuato una riduzione delle spese immobiliari, diminuito il numero dei direttori, rivisto le retribuzioni, eliminato varie spese non necessarie. In tal modo abbiamo recuperato risorse economiche interne alle quali si sono aggiunti i finanziamenti del Fondo ordinario degli enti di ricerca licenziato dal Miur. La scelta compiuta è molto coraggiosa ma siamo fiduciosi che l’attenzione del governo consenta di non ripetere gli errori del passato sostenendo un’adeguata politica di reclutamento».
Ad occhio quindi si direbbe che il decreto del ministero non ha avuto nessun ruolo nell’assunzione dei 1200 del CNR proprio perchè si parla di finanziamenti giunti precedentemente e di razionalizzazioni di spese interne al CNR come metodi per raccogliere i fondi necessari alle assunzioni.
Fioramonti si vanta dei 68 milioni aggiuntivi (che dovrebbero bastare per gli 800 annunciati in più rispetto a quelli del CNR?) ma mette nel conto delle assunzioni quelli del CNR che sono invece stati assunti a causa delle risorse stanziate dal governo precedente: un tentativo come un altro da parte del M5S di non riconoscere i meriti altrui, ma colpisce che a farlo sia un professore universitario come Fioramonti
La vera storia dei precari CNR assunti
Ma non finisce mica qui. Perchè le risorse stanziate dalla legge di stabilità 2018, e quelle garantite dal bilancio del centro faranno assumere soltanto la metà dei ricercatori che si trovano nelle condizioni di precarietà .
Nei giorni scorsi, ha raccontato il Fatto, i Precari uniti Cnr hanno organizzato una nuova protesta nei corridoi dell’istituto.
Per ricordare che, nonostante il passo in avanti del consiglio di amministrazione che dà il via alle formalità per arrivare alle assunzioni (i precari non hanno ancora ottenuto la delibera ufficiale e ancora nessuno è stato assunto), resta molto popolosa la galassia dei dipendenti “a scadenza” dell’ente. Sono 4.500.
Il quotidiano racconta anche con l’approvazione della legge di stabilità sono arrivati 57 milioni per le assunzioni negli enti di ricerca, poi ripartiti per decreto a primavera. Ma attenzione: la regola prevede che gli istituti debbano partecipare al finanziamento di questi contratti con almeno il 50% della dotazione statale.
Quindi il CNR ha dovuto mettere sul piatto altri 20 milioni reperiti nelle proprie casse, per un totale di 60 milioni (e qui Fioramonti ha detto che sono stati stanziati fondi per altri enti).
Nel frattempo, un aumento del fondo ordinario ha portato altri 14 milioni. E così ecco da dove sono arrivati i fondi per i 1200 del CNR (un’altra metà , come detto, rimarrà fuori) mentre è un mistero da dove spuntino gli altri 800 che ha annunciato Fioramonti con una dotazione di 68 milioni.
Ma va ricordato, e lo fa ancora il Fatto del primo agosto, che le selezioni bandite dal Cnr per inserirli in pianta stabile sono contestate dagli stessi precari. “I criteri dei concorsi — dicono i Precari uniti Cnr— non valorizzano l’anzianità , e rischiano di essere fonte di esclusione per molti, in evidente contraddizione con lo spirito della legge che si prefigge l’obiettivo di risolvere il problema del precariato. Resta in sospeso il destino di chi ha maturato i requisiti all’università , o è stato assunto con chiamata diretta o non era in servizio alla data di pubblicazione del decreto”.
(da “NextQuotidiano”)
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Agosto 2nd, 2018 Riccardo Fucile
ALTRO CHE “VISITA A SORPRESA AL CANTIERE” COME SOSTENUTO DALLA RAGGI
Un’imbarazzante “visita a sorpresa”.
È quella annunciata dalla sindaca Raggi e fatta ai lavori in corso per la ciclabile di via Nomentana con il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli. Imbarazzante perchè, dalla polemica che è subito esplosa con la presidente del II Municipio, la dem Francesca Del Bello, quella visita non sembra affatto “a sorpresa”.
Vediamo come sono andati i fatti.
A cominciare dall’annuncio su Facebook della sindaca: “Oggi abbiamo fatto un sopralluogo a sorpresa al cantiere della ciclabile di via Nomentana, insieme al ministro Toninelli. Siamo partiti da Porta Pia fino ad arrivare a viale Regina Margherita per vedere come proseguono i lavori: il primo tratto di 400 metri è quasi completato, quando sarà pronto lo inaugureremo alla presenza di tutte le istituzioni”. È questo il post che ieri sera appariva, con tanto di video, in cui Virginia Raggi accompagnata anche dall’assessora alla mobilità Linda Meleo e dal presidente della commissione Trasporti Enrico Stefà no, esplorava lo stato dei lavori dei cantieri.
“Una visita improvvisata”, dichiarava.
“Ogni tanto giro per la città per vedere quello che succede e molte volte lo faccio senza stampa, in segreto e senza dire niente a nessuno perchè voglio rendermi conto con i miei occhi. Una cosa è leggere le notizie dei giornali, un’altra è toccarle con mano o come in questo caso camminare con i piedi sulla pista ciclabile. Quindi non c’è nessun attrito o voglia di escludere”, concludeva rispondendo a una domanda che le chiedeva la ragione dell’assenza della minisindaca Francesca Del Bello.
Ma il blitz provoca la reazione proprio della Del Bello.
Perchè esiste una lettera inviata a Polizia Locale, Ama, Carabinieri e Questura, in cui si scrive: “Mercoledì 1 agosto, alle ore 17, la sindaca di Roma visiterà il cantiere per la realizzazione della pista ciclabile di via Nomentana a partire da Porta Pia fino a viale Regina Margherita. Per l’occasione gli uffici in indirizzo provvederanno ciascuno per la parte di competenza al servizio di viabilità e ad assicurare la presenza del fotografo. L’Ama e Decoro Ama, nell’espletamento del servizio ordinario, devono provvedere ad assicurare una accurata pulizia delle aree ove si svolgerà la visita”.
Attacca la dem Del Bello: “Che la Sindaca abbia voluto farsi bella con la ciclabile di via Nomentana senza ricordare che progetto e fondi per la sua realizzazione siano stati messi in campo dalla Giunta Marino ci può pure stare. Del resto siamo abituati a sentirci raccontare la storia che i danni di questa città siano colpa del Pd e le cose belle merito dei 5 Stelle. Ma che la sua visita “a sorpresa” di ieri pomeriggio al cantiere sia stata come la passeggiata di Cappuccetto Rosso nel bosco, anche no!”.
Ma c’è di più. Quel tratto di ciclabile, pronto da un mese, prima dell’intervento provvidenziale dell’Ama era un vero inferno di rifiuti e degrado.
(da agenzie)
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Agosto 2nd, 2018 Riccardo Fucile
LA PRIMA PAGINA DI ROMALAVORO: COSA BISOGNA FARE? PER ORA NIENTE, VISTO CHE NON ESISTE
Qualche giorno dopo l’affermazione del MoVimento 5 Stelle alle elezioni politiche del 4 marzo i giornali raccontarono di alcune richieste ai CAF per il reddito di cittadinanza, mentre le ricerche su Google della parola si impennavano.
Qualche tempo dopo cominciarono a circolare anche falsi moduli per la richiesta del reddito di cittadinanza che qualcuno avrà sicuramente compilato e rispedito.
Come spesso succede, la realtà ha superato la fantasia.
Il settimanale RomaLavoro, che raccoglie offerte di lavoro a Roma e in Italia, ha pubblicato il suo numero doppio estivo con uno strillo in prima pagina dal fascino inconfondibile: “Prossima iniziativa del nuovo governo — Reddito di Cittadinanza — Indennità euro 780 al mese — i requisiti — cosa bisogna fare”.
In realtà i requisiti presenti nella proposta di legge sul reddito di cittadinanza sono quelli dell’epoca: essere maggiorenni; essere disoccupati o inoccupati; avere un reddito da lavoro inferiore a 780 euro (la famosa soglia di povertà ) o percepire un assegno pensionistico più basso di tale soglia.
Per quanto riguarda “cosa bisogna fare”, invece, la risposta è semplicissima, per ora: niente.
La legge non solo non è stata approvata ma non è stata nemmeno presentata anche perchè il ministro dell’Economia Giovanni Tria ha annunciato un pool di studio per il provvedimento (e per la flat tax), ma ha anche avvertito che i parametri dei conti pubblici difficilmente riusciranno a sostenere uno sforzo economico come quello necessario per la misura.
Ciò nonostante Di Maio ed altri esponenti del governo stanno chiedendo a via XX Settembre di inserire una misura che rappresenti l’inizio del percorso del reddito di cittadinanza già nella Legge di Stabilità 2019. Il che è possibile, ma è anche probabile che si comincerà con la riforma dei centri per l’impiego, primo passo necessario per far funzionare la proposta di legge targata M5S.
Il governo potrebbe però anche decidere di potenziare il reddito di inclusione, che oggi ha 2 milioni e mezzo di aventi diritto ma è tuttora arrivato a meno di un milione di persone.
(da “NextQuotidiano”)
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Agosto 2nd, 2018 Riccardo Fucile
SE ASPETTAVANO LE UNITA’ NAVALI DEI GOVERNI EUROPEI ERANO GIA’ AFFOGATI…. TRA LORO OTTO MINORENNI
Dopo 48 ore alla deriva nel Mediterraneo, 87 migranti sono stati soccorsi dalla nave della Ong catalana Proactiva Open Arms in acque internazionali. “Vite abbandonate in mare – ha scritto la stessa Ong su Twitter – ora tutte al sicuro su Open Arms”.
Tra gli 87 migranti tratti in salvo, alla deriva da due giorni a bordo di un gommone, anche 8 minorenni, di cui 6 non accompagnati. Provengono tutti dal Sudan ad eccezione di un siriano, un egiziano e un gambiano.
I migranti sono stati recuperati la notte scorsa in acque internazionali e non saranno riportati a Tripoli, in Libia, a differenza di quanto accaduto con la nave commerciale italiana Asso 28.
Secondo quanto riferito, saranno invece trasportati in Spagna, considerato un porto sicuro.
“Il soccorso effettuato questa notte da Open Arms – ha detto il deputato di LeU Nicola Fratoianni che si trova a bordo della nave – dimostra che quando ci sei, salvare vite è possibile”
Molti dei migranti salvati sono debilitati mentre alcuni hanno le tipiche ustioni provocate dalla miscela di acqua di mare e gasolio.
Secondo i volontari di Open Arms – che hanno informato delle operazioni di soccorso l’Italia, la Spagna e anche la Libia – il gommone potrebbe essere uno di quelli di cui era stata segnalata la presenza lunedì e sul quale aveva preso il coordinamento dei soccorsi la Guardia costiera libica.
Completate le operazioni di recupero dei migranti, Open Arms resterà comunque in zona sar.
“Continuiamo il pattugliamento – ha detto ancora Fratoianni – perchè viste anche le condizioni del mare non possiamo escludere che vi siano altri gommoni alla deriva. Inoltre, attenderemo l’arrivo dell’Aquarius, perchè non può essere lasciata scoperta la zona Sar”.
(da Globalist)
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Agosto 2nd, 2018 Riccardo Fucile
LE NUOVE ROTTE DEGLI SCAFISTI CHE NON VENGONO INTERCETTATE… QUA NON CI SONO ONG DA CRIMINALIZZARE, CHISSA’ QUANTI SONO GIA’ SBARCATI
Sono arrivati in Italia con barche a vela provenienti dalla Turchia, una rotta sempre più utilizzata dagli scafisti, soprattutto ucraini e russi.
Si tratta di 40 migranti, di presunta nazionalità irachena, rintracciati questa mattina mentre camminavano in strada tra la spiaggia di Fontane bianche ed Avola, nel Siracusano
Secondo il Gruppo interforze di contrasto all’immigrazione clandestina della Procura di Siracusa sono sbarcati la notte scorsa. Alcuni migranti sono stati individuati dai carabinieri e altri dalla polizia.
Il pattugliatore Barletta della Guardia di Finanza e la motovedetta della Guardia costiera sono invece alla ricerca della barca che avrebbe lasciato i migranti in spiaggia.
Si tratta dell’ennesimo sbarco con barche a vela provenienti dalla Turchia.
(da agenzie)
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Agosto 2nd, 2018 Riccardo Fucile
DOPO L’ARRESTO DEI TRE GIOVANI SEDICENTI GOLIARDI (SU CONSIGLIO DELL’AVVOCATO) AGGRESSORI DI DAISY, PENSA DI USCIRNE CON LA SOLITA BATTUTA CHE PUO’ FAR FELICE SOLO I PIRLA
Sono stati identificati dai carabinieri gli aggressori di Daisy Osakue, la discobola italiana che lo scorso 30 luglio a Moncalieri era stata ferita all’occhio sinistro da un uovo lanciato da un auto in corsa.
Si tratta di tre ragazzi italiani, residenti a Vinovo, La Loggia e Moncalieri, che erano a bordo di una Fiat Doblò.
Il veicolo era stato segnalato precedentemente da una donna residente a Moncalieri, che qualche giorno prima era stata vittima di un analogo lancio di uova, per fortuna senza conseguenze. Grazie ai filmati delle videocamere di sorveglianza della zona i militari sono riusciti a identificare la targa dell’auto, appartenente al padre di uno dei ragazzi, e che spesso veniva presa in prestito dal figlio 19enne.
Quest’ultimo, alla presenza del suo avvocato, ha ammesso di aver lanciato almeno 7 uova in due mesi, fornendo anche i nomi di due amici, che in caserma hanno ammesso le loro responsabilità .
Ai carabinieri i tre giovani, denunciati per lesioni e omissione di soccorso, hanno raccontato di aver lanciato le uova per “goliardia”.
Sul caso interviene anche il ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Non solo “nessun razzismo” scrive su Facebook, ma “pare che uno dei ‘lanciatori’ sia il figlio di un consigliere comunale del PD!!!”.
Allora facciamo chiarezza, perchè non tutti si bevono le stronzate:
1) I tre giovani hanno avuto tutto il tempo di concordare una versione, non a caso erano accompagnati dai loro avvocati, sanno benissimo che la motivazione razziale sarebbe un’aggravante e solo un cretino lo ammetterebbe davanti al giudice.
2) Che abbiano agito per una “goliardata” lo hanno detto loro. Come nel caso dell’imputato dell’omicidio di Pamela che ha detto di non averla uccisa ma di averla sezionata dopo che era morte per overdose. Sono le tesi di imputati, tutte da verificare.
Nessuno sa chi siano i tre lanciatori di uova e che idee abbiano, quindi ogni parola è fuoriposto, in primis da parte di un ministro degli Interni.
3) L’emergenza razzismo è data da altri 12 casi in 15 giorni: vogliamo ricordare quelli che aggredivano stranieri inneggiando a Salvini? Episodi per cui il ministro non ha mai speso una parola di condanna.
4) Salvini è stato beneficiato da migliaia di voti di ex comunisti e si meraviglia se uno dei tre lanciatori di uova sia figlio di un consigliere comunale del Pd? Che nesso può esistere tra le idee razziste di un figlio con quelle antirazziste del padre o viceversa?
Una cosa è piazzare figli di conoscenti nel proprio staff, altra è prestare l’auto al figlio senza immaginare che uso possa farne.
Capisco che Salvini sia un esperto del ramo (da ex comunista padano) , capisco che sia un intenditore del lancio di uova (condannato a un mese di reclusione per aver lanciato uova a un comizio di D’Alema quando non era più comunista padano, ma anche al ridicolo c’e’ un limite.
Si faccia un uovo alla coque e ci risparmi le sue penose considerazioni.
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Agosto 2nd, 2018 Riccardo Fucile
E QUESTO SAREBBE IL GOVERNO DEL CAMBIAMENTO? NEPOTISMO PEGGIORE DELLA PRIMA REPUBBLICA
Leonardo Foa, figlio di Marcello Foa, è assunto nello staff comunicazione di Matteo Salvini, ministro dell’Interno. A parlarne per primo oggi è stato Dagospia, ma la carica di Foa è visibile su Linkedin, dove si legge che è laureato e ha un master alla Grenoble Ecole de Management.
Marcello Foa, che oggi ha fatto sapere di avere convocato il consiglio di amministrazione della RAI nella sua qualità di consigliere anziano anche se ieri il voto in Commissione di Vigilanza lo ha ufficialmente bocciato, si trova attualmente in bilico: il cda ha infatti oggi rifiutato di nominare un altro presidente in assenza di accordi politici ma si è anche reso conto che l’organo, senza presidente, non può operare.
FNSI e USIGRAI hanno minacciato di impugnare qualunque atto che dovesse uscire dal CdA che ha ancora in seno Marcello Foa.
Fnsi e Usigrai annunciando quindi di aver costituito “un osservatorio legale per monitorare le attività del CdA”, dicendosi “pronti a impugnare atti illegittimi. Quanto sta accadendo in questi giorni conferma la volontà del governo di occupare, come e piu’ del passato, la Rai, e quindi l’urgenza di una norma che liberi in maniera definitiva il Servizio Pubblico”.
Quanto all’attuale presidente della RAI, aveva detto di rivendicare la necessità di sfilare la RAI dal giogo della politica per lavorare alla sua indipendenza e al pluralismo.
(da “NextQuotidano”)
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