Destra di Popolo.net

“DESTRA DI POPOLO” VA IN VACANZA, RITORNIAMO IL 1 SETTEMBRE

Agosto 17th, 2018 Riccardo Fucile

UN ARRIVEDERCI A PRESTO ALLE MIGLIAIA DI AMICI CHE CI SEGUONO E CHE HANNO FATTO DI QUESTO BLOG INDIPENDENTE UNO DEI PIU’ SEGUITI NEL SUO SETTORE

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“IO, POLIZIOTTO, DICO: CON I MIGRANTI SALVINI SI COMPORTA DA CRIMINALE”

Agosto 17th, 2018 Riccardo Fucile

L’INTERVISTA A ORLANDO AMODEO: “IL MINISTRO SPECULA SULLE TRAGEDIE E COSTRUISCE LA SUA FORTUNA SULLA MORTE”

«Salvini? Specula da criminale sulla tragedia dei migranti e costruisce la sua fortuna sulla morte».
A dirlo, intervistato sul prossimo numero dell’Espresso, è un poliziotto e non di secondo piano: Orlando Amodeo, 61 anni, primo dirigente medico della Polizia di Stato fino a pochi mesi fa.
«A me non importa chi sia, ma non sopporto la sofferenza inutile. Se qualcuno la crea per ricavarne un beneficio politico, non è altro che un criminale», aggiunge.
Amodeo, molto noto a Crotone ma conosciuto anche fuori, ha lavorato in divisa per quasi trent’anni a contatto con gli immigrati accogliendoli sui moli e le banchine dopo gli sbarchi o salendo direttamente sulle imbarcazioni per le prime visite (è anche medico).
«Non sopporto Salvini, che parla sempre col sorriso. Ha capito che la Lega nord non avrebbe avuto un futuro, fondamentalmente sta imponendo la razza italiana, sa che manda la gente a morire. Oggi mi vergogno di essere italiano», dice Amodeo nell’intervista.
«Li rimandiamo indietro in Libia e nemmeno arriviamo a saperlo», continua.
« Accade questo: cento che non partono, sono cento che muoiono. Impedire di attraccare nei porti, ostacolare il lavoro delle Ong, significa fare morti che nessuno conosce. Anche perchè adesso i gommoni, per esempio, non hanno bisogno nemmeno di uno scafista, che in fondo era una garanzia che la barca arrivasse. E la gente si riorganizza: i curdi sbarcati a Capo Rizzuto a fine luglio se l’erano comprata quella barca, dovevano solo arrivare qua, avevano già  i parenti in Europa. Ma se fossero affondati tu non ne avresti saputo niente. E quante ne affondano di barche così? Chi te lo dice?»
«Uno le cose le impara parlando: ma se tu con questa gente non ci parli, non lo sai. Salvini di cosa parla? Prima gli italiani? Ma che c’entra?», dice.
Amodeo è appena andato in pensione quindi può esprimersi liberamente: « Perchè non si possa dire che non lo sapevamo. O che non c’erano altre risposte possibili».
E poi: «Anche Minniti, quando ha fatto accordi con i libici, l’ho mandato a quel paese. Ho presente i fatti, molto banalmente. Voglio campare da uomo libero. Comandi Salvini, Di Maio, o chiunque altro».

(da “L’Espresso”)

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I DEMENTI SOVRANISTI ORA ACCUSANO I MILITARI ITALIANI DELLA GUARDIA COSTIERA PERCHE’ HANNO SALVATO 177 NAUFRAGHI

Agosto 17th, 2018 Riccardo Fucile

FECCIA UMANA CONTRO LA NOSTRA MARINA MILITARE

Nave Diciotti è un’imbarcazione della Guardia Costiera spesso impegnata in operazioni di soccorso in mare nel Mediterraneo Centrale.
La Guardia Costiera non è una pericolosa ONG ma è un corpo della Marina Militare italiana.
Pertanto dipende dal Ministero dei Trasporti, retto attualmente dal concentratissimo Danilo Toninelli.
La Guardia Costiera svolge — tra le altre cose — attività  di pattugliamento e di ricerca e soccorso. Da quando si è insediato il Governo del Cambiamento però anche la Guardia Costiera ha difficoltà  a portare in Italia i migranti che vengono tratti in salvo.
Questo perchè la illecita chiusura dei porti (via social) da parte del ministro dell’Interno Matteo Salvini non solo impedisce alle imbarcazioni “pirata” delle Ong di fare rotta verso gli scali italiani ma anche le imbarcazioni della Repubblica Italiana.
È successo poco più di un mese fa quando proprio a nave Diciotti venne lasciata allo sbando dal governo che prima non indicò il porto verso il quale fare rotta e successivamente, su pressioni di Salvini, si vide impedito l’attracco a Trapani e l’autorizzazione a sbarcare i migranti tratti in salvo a causa della presenza a bordo di due “facinorosi” che avrebbero costituito senza dubbio un grave pericolo per la tenuta delle istituzioni democratiche.
Non serve ricordare che la Guardia Costiera è tenuta al rispetto delle convenzioni internazionali e delle leggi che regolano i soccorsi in acque internazionali.
La situazione si sta ripetendo nuovamente oggi.
La Diciotti è nella rada di Lampedusa, con a bordo 177 migranti (137 uomini, 6 donne e 34 minori) persone fortemente denutrite e debilitate sostiene Mediterranean Hope. Ieri il Centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo della Guardia costiera di Roma aveva chiesto a Malta di indicare un porto sicuro sottolineando che il soccorso al barcone in difficoltà  per le avverse condizioni meteomarine era “avvenuto all’interno dell’area SAR maltese” e che era stato l’Rcc maltese ad “assumere il coordinamento del soccorso”.
Malta però ha negato l’approdo : “Le vostre affermazioni secondo cui i migranti vi stavano contattando per informarvi che erano in difficoltà  sono false. La vostra è stata un’interferenza».
In una nota pubblicata dal ministro degli Interni maltese Michael Farrugia si legge che il Centro di coordinamento del soccorso marittimo di Roma «non ha mostrato alcun interesse per la sicurezza dei migranti quando il barcone si trovava nella zona di ‘Search and rescue’ della Libia e non ha fornito assistenza tra una zona Sar e un’altra anche se la situazione a bordo dei barconi era la stessa».
Farrugia ha anche postato una cartina che mostra il punto dove Diciotti è intervenuta per caricare a bordo i migranti. Un punto distante dalle coste di Malta e molto vicino invece a quelle di Lampedusa.
Per Malta il porto sicuro più vicino è quello di Lampedusa, e ormai la Diciotti si trova in acque italiane quindi la richiesta di effettuare lo sbarco a La Valletta non può essere accolta.
Leggendo tra le righe del comunicato si nota però soprattutto la critica all’operato della nostra Guardia Costiera che — sostengono le autorità  maltesi — avrebbe accuratamente evitato di intervenire in quella che è la zona SAR libica (dove però nemmeno i libici sono intervenuti).
Diametralmente opposta la versione del Viminale. Salvini sostiene che «quel barcone è stato “bellamente ignorato”, anzi è stato accompagnato verso le acque italiane, dalle autorità  maltesi».
Malta insomma vuole comportarsi come fa l’Italia che ritiene di avere tutto il diritto di “chiudere i porti”.
Il che dimostra una volta di più come sostenere logiche di chiusura unilaterali possa pagare forse sul breve periodo ma a lungo termine finisce per complicare le cose.
Una portavoce della Commissione Europea   la portavoce ha sottolineato come il caso Diciotti dimostri una volta in più, come non si possa «contare su accordi ad hoc», ma vi sia la necessità  «di soluzioni sostenibili. Poichè non è responsabilità  di uno o solo pochi Paesi, ma dell’Unione europea nel suo insieme».
Certo, finchè una parte del governo italiano continuerà  a ritenere legittime le posizioni dei paesi del “gruppo di Visegrad” difficilmente gli altri stati membri si sentiranno in dovere di aiutarci.
Nel frattempo un nutrito gruppo di sovranisti con la passione per Twitter ha iniziato in queste ore una campagna social contro nave Diciotti e la Guardia Costiera.
Le accuse sono le stesse — si ricicla — mosse alle Ong.
Ad esempio c’è chi dice che l’equipaggio della Diciotti è composto da “amici del giaguaro Soros”. E non è chiaro se intenda dire che sono pagati da Soros o se Soros in realtà  ha in mano la Guardia Costiera. Due ipotesi egualmente assurde.
Il solo fatto che la Diciotti abbia tratto in salvo i migranti (il solo fatto di essere a bordo di un barcone costituisce una situazione di pericolo, ha chiarito la Procura di Palermo) consente ai patridioti dei social di accusare l’equipaggio di essere contro il popolo italiano e di chiederne a Salvini (che non è minimamente competente) la rimozione immediata.
C’è chi dice che la nave “ubbidisce agli ordini dei tedeschi e dei francesi” e chi accusa il comandante di voler portare i clandestini (o parassiti) in Italia.
Altrove si paragona la Diciotti alla Aquarius. Perchè nella logica perversa della disinformazione secondo la quale le Ong sono “taxi del mare” in combutta con gli scafisti i sovranisti faticano a capire perchè un’imbarcazione della Repubblica Italiana che fa le stesse identiche cose debba essere considerata diversamente.
La spiegazione è che nè le Ong nè la Diciotti sono taxi del mare, ma ormai è tardi per spiegarlo.
Un’orda di account Twitter con bandierine italiane accusa la Diciotti di essere manovrata dal “deep state” ovvero dagli organismi nascosti dello Stato; oppure di agire come quinta colonna di poteri oscuri che tramano alle spalle degli italiani.
Per ottenere cosa? La sostituzione di popolo, l’invasione, la sostituzione etnica. Ovvero nulla.
Perchè si tratta delle solite bufale diffuse in questi anni da politici come Matteo Salvini.
Ma nessuno ha ancora bussato alla porta di questi criminali diffamatori della nostra Marina per accompagnarli a calci in culo in galera.

(da agenzie)

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NO ALLE ESEQUIE DI STATO, UN SACERDOTE GENOVESE: “INVECE DI SPENDERE SOLDI PER VENIRE QUA, LI DIANO A QUESTA POVERA GENTE”

Agosto 17th, 2018 Riccardo Fucile

SOLO 18 SU 38 I FAMILIARI DELLE VITTIME DEL PONTE MORANDI CHE HANNO ACCETTATO I FUNERALI DI STATO: “LI CAPISCO, C’E’ RABBIA”

A   sostegno della decisione delle famiglie che hanno rifiutato i funerali di Stato intervengono anche alcuni religiosi: padre Mauro Brezzo è il cappellano dell’ospedale San Martino di Genova, che in questi giorni di dolore sta dando conforto ai familiari delle vittime.
“Sono pochi quelli che aderiscono ai funerali di Stato. Tanti non vogliono fare la passerella, e li capisco. Se invece di spendere i soldi per venire qui li avessero dati a questa povera gente, sarebbe stato meglio”, ha affermato al Sir.
Per don Massimiliano Moretti, parroco di Genova che sta dando il suo sostegno ai familiari delle vittime la decisione di alcuni di loro di rifiutare le esequie di Stato è segno di “una fortissima disaffezione verso la politica. E questo è un campanello d’allarme forte e chiaro che deve arrivare ai nostri politici. E’ necessario che la politica riprenda in mano il governo del Paese, un Paese che soffre, e che si attrezzi a convergere sul bene comune, senza continuare a fare campagna elettorale”.
È preoccupato per la sua Genova e ha paura per il futuro della città  e dei cittadini: “Qui abbiamo una città  con la spina dorsale spezzata. E siccome le attività  del porto sono in costante crescita, se questa vicenda non si risolverà , dal punto di vista infrastrutturale, in tempi brevi, verrà  messa in crisi tutta l’economia del capoluogo regionale”.
Rispetta la decisione dei familiari che hanno deciso rifiutare i funerali di Stato il cardinale Angelo Bagnasco, che domani lì celebrerà : “Ognuno ha fatto le proprie scelte, nelle quali nessuno ha il diritto di entrare”, ha detto ai microfoni di Skytg24. In questi giorni, però, ha sottolineato, non c’è spazio per la rabbia: “Questo è il momento del dolore, della pacificazione dei cuori. Tutto il resto viene dopo ed è compito della magistratura accertare le responsabilità “.

(da “Huffingtonpost”)

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ATLANTIA, LA CONSOB INDAGA SUGLI SCAMBI DEL TITOLO E INVITA IL GOVERNO A EVITARE INTERVENTI SCOMPOSTI A BORSE APERTE

Agosto 17th, 2018 Riccardo Fucile

ANOMALIE NELLA CONTRATTAZIONE FAVORITE DAGLI ANNUNCI DEL GOVERNO?… ALL’ESAME CHI HA MOSSO I TITOLI IN QUESTI GIORNI

Atlantia, holding che controlla Autostrade per l’Italia, prova a rialzare la testa all’indomani del tonfo in Borsa, con il titolo che ha perso il 22,24% a causa dell’annuncio da parte del governo di volere revocare la concessione alla società , dopo il crollo di un tratto del Ponte Morandi a Genova.
In giornata il titolo, sospeso anche per eccesso di rialzo, sale di oltre sei punti, e termina con un guadagno dello 5,68% a 19,34 euro scontando probabilmente la maggiore cautela trapelata ieri sera sulla possibile revoca dell’accordo
La Consob intanto ha avviato accertamenti sull’operatività  sul titolo Atlantia, allo scopo di capire chi ha mosso il titolo in questi giorni, se gli scambi sono stati diffusi o concentrati e se i movimenti sono stati coerenti rispetto ai flussi informativi.
Il monitoraggio, riferiscono fonti vicine all’authority, è partito lo scorso 14 agosto. Ieri, inoltre, secondo le indiscrezioni riportate da “Messaggero” e “Stampa”, la Consob avrebbe preso contatto con esponenti del governo invitando a moderare i toni, ad evitare interventi “scomposti” a Borsa aperta ed agire nel rispetto delle procedure.

(da agenzie)

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IL PONTE MORANDI IN LIBIA E’ A RISCHIO CROLLO, VIETATA LA CIRCOLAZIONE DEI TIR DA MESI

Agosto 17th, 2018 Riccardo Fucile

E’ IL PONTE GEMELLO DI QUELLO DI GENOVA: “LE CREPE AUMENTANO E PARTI IN ACCIAIO MANCANO”

Sette giorni fa il sindaco di Beida, nel nord-est della Libia, scriveva al governo di Tripoli per segnalare la pericolosità  e il ris
chio imminente di crollo del ponte sul Wadi al-Kuf, il gemello del Morandi di Genova.”La struttura è in condizioni pessime, le crepe aumentano e diverse parti in acciaio sono mancanti. Abbiamo chiesto un urgente intervento di manutenzione alla società  italiana e con questa nostra comunicazione ci riteniamo assolti da ogni responsabilità  in caso di una tragedia e Dio non voglia che accada”.
Così il primo cittadino Ali Houssein Mohamed Abu Bakar in una lettera, datata 8 agosto 2018, e indirizzata al governo. Una delegazione municipale ha fatto l’ultimo sopralluogo cinque giorni fa. La circolazione dei mezzi pesanti sul ponte, lungo 477 metri, è vietata già  da tempo
Il ponte sul Wadi al Kuf, progettato da Riccardo Morandi, è stato costruito tra il 1967 e il 1971.
Si trova a Gebel el-Achdar e collega le città  di Beida e al-Marj.
Il 26 ottobre dell’anno scorso era stato completamente chiuso al traffico a causa del deterioramento della struttura.

(da Globalist)

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TUTTI I SOLDI CHE L’EUROPA CI HA DATO PER LE INFRASTRUTTURE

Agosto 17th, 2018 Riccardo Fucile

44, 6 MILIARDI IN SETTE ANNI, NE ABBIAMO SPESI SOLO IL 5%

Il Fondo europeo di sviluppo regionale mira a consolidare la coesione economica e sociale dell’Unione Europea correggendo gli squilibri fra le regioni.
Il suo obiettivo è ridurre i problemi economici, ambientali e sociali che affliggono le aree urbane, investendo principalmente nello sviluppo urbano sostenibile.
Per il periodo 2014-2020 l’Italia ha diritto a 44,6 miliardi di fondi Ue, ma dei vari finanziamenti a disposizione finora ha speso solo piccole percentuali, con una media che raggiunge il 5%.
Del FESR finora è stato speso solo il 10% mentre la media europea è del 16%.
Nel dettaglio, spiega oggi il Corriere della Sera, degli oltre 21 miliardi del Fondo per lo sviluppo regionale (Fesr), 1 miliardo e 382 milioni è per le infrastrutture (un altro miliardo è invece per i trasporti), ma nel 2017 solo il 3% è stato speso, anche se il 71% è comunque stato assegnato.
La maggior parte è stato destinato alle regioni del Sud–Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia –dove, con altri fondi nazionali, viene finanziato il Programma operativo nazionale (Pon) Infrastrutture e Reti, cioè il potenziamento delle linee ferroviarie dello snodo di Palermo e Napoli, o l’adeguamento della linea tirrenica Battipaglia Reggio Calabria, o il potenziamento del porto di Salerno.
A che punto sono i lavori? A buon punto, sembra: 57 interventi sono stati ammessi e i l 79% dei progetti iniziati sono conclusi.
Però solo il 7% è stato effettivamente liquidato.
Il ritardo è strutturale ma viene risolto spesso all’italiana: quando si avvicinano le scadenze spuntano una serie di progetti-sponda, piccole opere a livello locale tenute nel cassetto e tirate fuori per l’occasione.
Oltre al FESR c’è il Cef, Connecting Europe Facility, che mette a disposizione 24 miliardi di euro per i trasporti favorendo investimenti per progetti a livello europeo avvalendosi anche di finanziamenti privati.
Ed entro il 2030 sono previsti 750 miliardi di fondi per la Rete di trasporto transeuropea (TEN-T). Dai fondi Cef arrivano i 481 milioni per la Tav Torino-Lione e i 590 per il nuovo tunnel del Brennero.

(da “NextQuotidiano”)

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CAPORALATO IN PADAGNA: 3 EURO L’ORA PER 13 ORE AL GIORNO A RACCOGLIERE ZUCCHINE

Agosto 17th, 2018 Riccardo Fucile

SFRUTTAMENTO NEL MANTOVANO, SEI ARRESTI: TROVATE AL LAVORO 42 PERSONE, DI CUI 24 IN NERO

Tre euro all’ora, giornate lavorative di 12-13 ore, alloggi in camper e roulotte fatiscenti con un bagno a disposizione per 25 persone.
E’ quanto hanno scoperto i Carabinieri di Mantova che hanno arrestato sei persone, responsabili del reato di caporalato. Non succede in Puglia ma in Lombardia e precisamente nella provincia di Mantova in due campi vicini tra i comuni di Asola e Piubega dove in un blitz condotto ieri i militari hanno trovato al lavoro 42 persone, tra cui 24 senza un contratto regolare, in condizioni di sfruttamento.
Ascoltati dai carabinieri, i lavoratori, tutti stranieri richiedenti asilo, hanno spiegato di essere impiegati nella coltivazione delle zucchine per 12-13 ore al giorno con una paga oraria di 3 euro.
Gran parte di loro erano alloggiati in un’area allestita dall’italiano arrestato, proprietario dei due terreni.
Le sei persone arrestate sono state portate nel carcere di Mantova. I militari, al loro arrivo, hanno chiuso tutte le vie di fuga e hanno così potuto bloccare e identificare tutti i 42 lavoratori, che venivano guardati a vista da 3 bengalesi incaricati di vigilare sui richiedenti asilo, tutti in regola per quanto riguarda la permanenza in Italia.
Il blitz rientra nell’ambito dei controlli straordinari nel settore agricolo predisposti dall’arma dei carabinieri. Il prefetto di Mantova Lombardi ha espresso al colonnello Federici, comandante provinciale dei carabinieri, il suo vivo apprezzamento per l’operazione ai cui hanno partecipato militari di varie stazioni del mantovano.

(da agenzie)

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MENO MALE CHE DEVE GARANTIRE SICUREZZA, SALVINI NON RIESCE NEANCHE A EVITARE IL FURTO A CASA DEI SUOI GENITORI

Agosto 17th, 2018 Riccardo Fucile

RUBATA L’ARGENTERIA E SMURATA LA CASSAFORTE

Un furto al quinto piano di un appartamento in zona Primaticcio/Giambellino, a sud ovest di Milano.
Scoperto ieri mattina, ricorda il Corriere della Sera, con tanto di indagini supplementari perchè in quello stabile vivono i genitori di Matteo Salvini.
Erano fuori quando è arrivato l’ospite sgradito che è riuscito a entrare nell’appartamento e ha fatto fuori l’argenteria e la cassaforte appositamente smurata. È probabile che i ladri non sapessero nemmeno che quelli fossero i genitori del ministro ma, racconta il quotidiano, in questi giorni molti palazzi di Milano sono vuoti per le ferie
Per questo i ladri hanno avuto molto tempo per «lavorare» e la ragionevole certezza che nessuno avrebbe sentito o segnalato rumori sospetti al 112.
Di certo era   questa la situazione nello stabile della famiglia Salvini, perchè nella stessa notte (o durante il giorno) i ladri sono entrati anche in un altro appartamento, al piano superiore.
E questo particolare dà  la certezza che hanno avuto grande tranquillità  per muoversi nel caseggiato.

(da agenzie)

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