Marzo 2nd, 2021 Riccardo Fucile
BASI L’ACCUSA SU UN BONIFICO E POI NON ASCOLTI CHI LO HA EMESSO? SIAMO AL RIDICOLO… ALARM PHONE: “LE ACCUSE DELLA PROCURA SONO FALSE, UN TENTATIVO DI CRIMINALIZZARE LA ONG. I VERI CRIMINALI SONO QUELLI CHE LASCIANO LE PERSONE MORIRE IN MARE SENZA INTERVENIRE”
Contattata da Avvenire, la compagnia Maersk assicura di non essere mai stata contattata dagli investigatori, nonostante abbia approvato e pagato con un bonifico diretto la somma pattuita per regolari servizi marittimi.
“Abiamo appreso che è in corso un’indagine ufficiale”, risponda da Copenaghen un portavoce della società .
“Non siamo stati contattati dalle autorità in relazione a questa indagine, ma siamo pronti ad aiutare in qualsiasi momento”, aggiunge il portavoce. Poichè l’inchiesta è in corso “ci asterremo, per principio, dal commentare ulteriormente in questo momento”.
Quindi emerge che la procura di Ragusa, quella che ritiene “plausibile” la sua tesi accusatoria nei confronti degli armatori della Mare Jonio, salvo ammettere la mancanza di un quadro probatorio assodato, si è “dimenticata” di ascoltare la più grande compagnia commerciale al mondo, quella che avrebbe concordato il trasbordo di 27 migranti dopo che per 38 giorni nessuna Procura si era mai peritata di accertare la violazione delle leggi internazionali sul diritto allo sbarco dei migranti salvati dalla nave danese. In pratica non ascolti uno dei testimoni o complici a seconda di come la si veda, per ascoltare la sua versione.
Solidarietà da Alarm Phone
“Le autorità italiane stanno nuovamente criminalizzando il salvataggio in mare e Mediterranea Saving Humans. Siamo solidali con i nostri amici di Mediterranea. Il salvataggio in mare non è un crimine! I veri criminali sono quelli che lasciano che le persone anneghino in mare, non assistono e respingono le persone illegalmente”. A scriverlo su Twitter è il call center per i migranti in difficoltà Alarm Phone.
“Hanno messo fine a uno stand-off di 37 giorni a bordo di Maersk Etienne vicino Malta — scrive ancora la piattaforma -. Le accuse sono false, intendono criminalizzare il soccorso in mare. Piena solidarietà ai nostri amici di Mediterranea!”.
(da agenzie)
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Marzo 2nd, 2021 Riccardo Fucile
FIDESZ ALLA PORTA, LA REGOLA PER SOSPENDERE UN’INTERA DELEGAZIONE… UN AVVISO DA PARTE DI CHI NON GRADISCE UN INGRESSO DELLA LEGA
Sono due anni ormai che il partito del premier ungherese Viktor Orban è sospeso dal Partito Popolare
Europeo per violazioni dello stato di diritto in Ungheria.
Ma non è sospeso dal gruppo del Ppe al Parlamento europeo, semplicemente perchè il gruppo non contempla le sospensioni o espulsioni di un’intera delegazione nazionale.
Ma da domani la musica cambia: l’assemblea del gruppo approverà delle modifiche al regolamento interno tra cui anche la regola che prevede sospensioni collettive per determinate violazioni.
L’iniziativa parte dall’eurodeputato austriaco Othmar Karas, vicepresidente del Parlamento europeo, uno dei più accaniti avversari di Orban nel Ppe e anche uno dei più contrari all’ingresso eventuale della Lega nella famiglia dei Popolari europei.
In questo senso, la mossa di domani, suggeriscono fonti del Ppe, va vista anche come una forma di autotutela contro Matteo Salvini, che ora guida la svolta europeista della Lega avviata con la fiducia al governo Draghi.
Nel Ppe molte delegazioni del nord Europa restano scettiche. Non è casuale la concomitanza tra l’approvazione di una regola che mette ordine nel caos dei rapporti con Fidesz e il ritorno di un dibattito – pur sotto traccia – su una possibile adesione futura della Lega al Ppe.
In sostanza, il gruppo si blinda. La nuova versione del regolamento fornisce al Ppe la possibilità di espellere o sospendere dal gruppo dell’Eurocamera più persone insieme o anche un’intera delegazione nazionale. Finora era possibile espellere solo eurodeputati singoli.
Le modifiche si sono rese necessarie anche per la pandemia: tra le modifiche al regolamento, anche la possibiità di votare da remoto, finora non previsto. Ma c’è anche una motivazione politica legata al covid.
Sono due anni che il Ppe trascina i rapporti con Fidesz nel limbo della sospensione dal partito ma non dal gruppo, ma, nonostante le pressioni delle delegazioni del nord, il presidente dei Popolari, il polacco Donald Tusk, ex presidente del Consiglio Europeo, ha detto che una decisione definitiva potrà essere discussa solo in un prossimo congresso in presenza. Chissà quando, visto che il covid continua a costringere online le riunioni.
E allora il gruppo dell’Eurocamera ha deciso di dotarsi di strumenti autonomi. L’austriaco Karas promette che dopo l’approvazione delle nuove regole domani, il prossimo passo sarà la sospensione di Fidesz.
Per sospendere una delegazione sarà necessario raccogliere le firme tra gli eurodeputati del gruppo, ma la richiesta potrebbe arrivare dalla stessa presidenza nel caso di una delegazione già sospesa dal partito, il caso di Fidesz appunto.
E in questa eventualità , basterebbe la maggioranza semplice per procedere. Non sarebbe una espulsione senza appello, sarebbe una sospensione, ma di certo è un altro passo ostile contro Orban.
La sospensione dal gruppo riguarda anche le cariche che eventualmente si ricoprono, anche se non è retroattiva, ma allo stato Fidesz ha solo dei ruoli apicali in Commissione (che verranno ridiscussi per tutto il Parlamento a metà legislatura a gennaio prossimo), non avendo partecipato al risiko delle nomine per via della sospensione dal partito.
La mossa del Ppe – domani le nuove regole dovrebbero essere approvate con ampia maggioranza – è atto più che simbolico destinato non solo a rinfocolare le polemiche contro gli ungheresi di Fidesz ma anche a scaldare la temperatura politica riguardo ad un eventuale ingresso del (ex) sovranista Salvini.
Le trattative, già ora incanalate su un binario lento, potrebbero subire ulteriori ritardi.
(da “Huffingtonpost”)
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Marzo 2nd, 2021 Riccardo Fucile
DA TRE GIORNI I PATRIOTI EUROPEI DELLA SEA WATCH ATTENDONO IL POS COME STABILISCE LA LEGGE INTERNAZIONALE, QUALCUNO AL GOVERNO VUOLE VIOLARE LE NORME?
Dopo 10 giorni di navigazione e diverse operazione di salvataggio, la nave Sea-Watch 3 battente bandiera tedesca è in cerca di un porto sicuro in cui far sbarcare i 363 migranti presenti a bordo.
Due dei tre ponti sono pieni di famiglie, padri con figli, donne con bambini, minori non accompagnati, neonati. Vengono da Sudan, Mali, Costa d’Avorio, Burkina Faso, Camerun, Ghana, Gambia, Guinea, Niger, Nigeria. Un terzo di tutte le persone salvate nei cinque soccorsi operati tra venerdì e domenica hanno meno di 18 anni.
La prima richiesta è partita sabato sera: appello a Malta e Italia. La seconda domenica. Come riporta Giansandro Merli sul Manifesto, da La Valletta non è arrivata nessuna risposta, mentre il centro di coordinamento del soccorso marittimo di Roma ha invitato il capitano a coordinarsi con lo stato di bandiera, la Germania. Ieri la richiesta è stata ripetuta, ma il risultato non è cambiato: il Pos ancora non c’è.
“Quello che ci aspettiamo dal nuovo governo lo esprimono le circostanze di queste ore e cioè che la nave Sea Watch 3 si trova a sud della Sicilia con 363 persone a bordo soccorse da ormai più di 2 giorni, ammassate sul ponte della nave e soggette a ipotermia, mal di mare, partendo da condizioni di già altissima vulnerabilità . Questo governo non può che avere un approccio fortemente europeista, ci aspettiamo che sia l’Italia il primo Stato membro a dare un esempio di umanità e solidarietà assegnando un porto a queste persone e insistendo sulla necessità condivisione delle responsabilità tra gli stati dell’Unione. Chiediamo gestione strutturale, seria e lungimirante di questo fenomeno. Con la Sea Watch 3 davanti alla Sicilia questo governo ha la possibilità di dare un segnale forte. Non possiamo aspettare a lungo in queste condizioni”, lo afferma a TPI Giorgia Linardi, portavoce di SeaWatch Italia.
(da agenzie)
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Marzo 2nd, 2021 Riccardo Fucile
COME PERDERE LA FACCIA PER DUE SPICCI
Sdraiandosi ai piedi insanguinati del principe Mohammed bin Salman, il senatore Matteo Renzi si è infilato in
un guaio senza via d’uscita. Dice che quel viaggio a Riyad era privato. Ne fa fede l’ingaggio di 80 mila dollari.
Peccato che per giustificarlo, esibisca, dal giorno dello scandalo, ragioni pubbliche e politiche. L’Arabia Saudita “è un baluardo contro l’estremismo islamico”, dice. Un “alleato dell’Occidente”. Una manna “per le nostre aziende”. Perfetto.
E allora perchè l’ingaggio? Se vai in missione politica, anzi geopolitica, dovresti farlo a spese tue, del tuo partito, della tua nazione, non dell’ospite.
Specialmente se l’alleato da sollecitare decapita in pubblico i condannati, tortura i detenuti politici, sigilla le donne nel velo, sfrutta lavoratori immigrati imprigionandoli senza diritti. Ed è capace di fare a pezzi Jamal Khashoggi nel proprio consolato a Istanbul per poi scioglierlo nell’acido
Per mandare in malora la sua storia, Renzi ha accettato un ingaggio equivalente allo stipendio annuo di un funzionario. Il suo ammirato maestro, Silvio B., lo ha fatto almeno per una montagna di miliardi, coi quali si è comprato tutto: il potere, le leggi, gli avvocati, i testimoni. Oltre alla libertà e al sesso. Cavalcando a suo piacere l’intera Repubblica per un quarto di secolo.
Cosa ci ha fatto il Bomba con gli spiccioli di Riyad? Forse la veranda della villetta più qualche mese di scuola di dizione alla Berlitz. In cambio ha chiamato “Rinascimento arabo” quel mattatoio di cristallo.
E ora crede di cavarsela accampando ragioni private al suo gesto pubblico. E motivazioni politiche al suo patetico guadagno personale. Immaginando, proprio come il suo principe, di far sparire il corpo del reato. Non con l’acido, ma con il silenzio.
(da Il Fatto Quotidiano”)
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Marzo 2nd, 2021 Riccardo Fucile
IL POST SPONSORIZZATO DI UN CENTRO COMMERCIALE ABRUZZESE: SE NON SEI UNA MADRE NIENTE FESTA? … IL POST E’ STATO POI CANCELLATO IN SEGUITO ALLE PROTESTE
Festa della donna in dirittura d’arrivo — manca ormai meno di una settimana — e già si iniziano a vedere i primi auguri…per le mamme.
Perchè solo chi è madre è anche donna, ovviamente, oppure dobbiamo credere che chi ha creato e pubblicato il contenuto abbia fatto confusione con la Festa della mamma.
Questo il messaggio lanciato tramite post sulla pagina del centro commerciale Borgo d’Abruzzo.
Per la giornata internazionale della donna gli auguri si fanno solo e soltanto alle madri intendendo — nemmeno velatamente — che solo loro sono donne. Il post sponsorizzato è stato adocchiato, criticato e prontamente cancellato dopo averci anche investito denaro.
L’Abruzzo e la fissazione con le madri
Facciamo il punto della situazione, ricordando in che regione siamo. In Abruzzo nelle scorse settimane è girata una circolare dell’assessore della sanità leghista Nicoletta Verì e del direttore generale della Sanità Claudio D’Amario che hanno «raccomandato fortemente» che la Ru486 — pillola per l’interruzione farmacologica della gravidanza — debba essere somministrata «in ambito ospedaliero e non presso i consultori familiari».
Donne che devono essere madri, come ricorda prontamente anche il posto sponsorizzato del centro commerciale in questione, facendo gli auguri solamente alle “mamme premurose e indaffarate” oppure alle “mamme dolci ma sempre in movimento”. E le donne che non hanno figli? Per voi niente festa.
Ricapitoliamo, quindi: la pagina in questione ha creato e investito denaro su questo post perchè raggiungesse più audience possibile. Audience che, a quanto pare, non lo ha gradito il palese sottinteso del messaggio. Non potendo recuperare il post e i relativi commenti stiamo supponendo che sia questa la ragione per la quale il centro commerciale ha scelto di cancellare un post sul quale sono stati investiti soldi. Soldi che, stando a come funzionano le sponsorizzate su Facebook, sono stati spesi per ottenere la reputazione di coloro che non considerano le donne che non sono madri meritevoli degli auguri alla Festa della donna. Un errore che costa caro.
(da Giornalettismo)
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Marzo 2nd, 2021 Riccardo Fucile
DOVE SONO QUEI CAZZARI SOVRANISTI CHE VOLEVANO APERTE TUTTE LE SCUOLE? ORA CON DRAGHI STANNO ZITTI
Un febbraio nero per i contagi nel mondo della scuola. Mai così tanti casi nelle scuole di ogni ordine e grado
dell’Emilia-Romagna come nel mese che si è appena concluso. La Regione è in arancione scuro per metà , Bologna sta scivolando verso la zona rossa.
Proprio stamattina la Regione ha diffuso i dati sulla scuola: dagli asili nido alle superiori sono stati in totale 6.080 tra bambini, ragazzi, insegnanti e personale gli emiliano-romagnoli ad aver contratto il virus, rappresenta lo 0,9% rispetto a una popolazione scolastica di oltre 661mila persone. Ma quello che allarma è l’aumento del 70% rispetto alle quattro settimane di gennaio.
Nelle ultime due settimane – dal 15 al 21 e dal 22 al 28 febbraio – c’è un’incidenza superiore ai 350 casi ogni 100mila persone per tutte le fasce d’età dai 6 ai 18 anni, mentre tra i bambini fino ai 5 anni l’incidenza è vicina ai 250 casi.
“Siamo in una situazione inedita, i dati parlano da soli. In un periodo di due settimane abbiamo avuto un picco di contagiati che non ha paragoni con i mesi precedenti. E secondo l’interpretazione unanime degli scienziati, compresi i nostri esperti, tutto questo è dovuto alla maggiore diffusività del virus a causa della predominanza della variante inglese” commenta Raffaele Donini, assessore emiliano-romagnolo alla Salute.
Di fronte alle proteste sulla chiusura delle sucole nelle zone arancione scuro (Bologna e parte della Romagna) Donini replica: “Ecco perchè abbiamo guardato i territori con maggiore incidenza di contagio, insieme ai parametri ospedalieri, e abbiamo condiviso con tutti gli enti locali e le aziende sanitarie delle misure aggiuntive rispetto alla fascia arancione per implementare ulteriori restrizioni che mettessero al riparo la fascia di età scolastica e riducessero la circolazione delle persone”.
Rispetto al totale dei positivi in età scolastica dal 14 settembre, data del primo giorno di apertura degli istituti, la diffusione maggiore si registra nelle scuole primarie (5.682 casi) e in quelle superiori (5.456 contagi) – in Dad da novembre al 18 gennaio – a seguire le secondarie di I grado (4.441 positivi), i servizi educativi 0-3 anni (1.919 casi) e infine le scuole per l’infanzia (699 contagi).
Tra gli insegnanti, il luogo dove ci sono stati più contagi sono le primarie (975 casi), a seguire le superiori (654 positivi), poi gli asili nido (623 contagi), le medie (485 casi) e le materne (306 positivi).
Cifre che si fanno ancora più significative – si legge nella nota della Regione – se si prende in esame il periodo dal 14 al 28 febbraio: 3.233 casi tra gli studenti (suddivisi tra 1.008 nelle primarie, 939 nelle secondarie di II grado, 723 nelle secondarie di I grado, 389 nei servizi 0-3 e 174 nelle scuole dell’infanzia) e 483 tra gli insegnanti (di cui 155 nelle primarie di I grado, 104 nei servizi 0-3 anni, 93 nelle secondarie di II grado, 69 nelle scuole per l’infanzia e 62 nelle secondarie di I grado).
Scuola contagi: i focolai
I focolai nati specificatamente in ambito scolastico, dal 7 gennaio all’1 marzo, sono stati in totale 408, e hanno coinvolto complessivamente 2.314 persone tra allievi, insegnanti e personale: 125 nelle scuole elementari, con 763 casi, 83 nelle scuole medie, che hanno comportato 474 positivi, sempre 83 anche alle superiori, dove si sono registrati 400 casi, 76 alle materne, per un totale di 435 contagi, 31 negli asili nido, relativi a 203 casi, e 10 in altri istituti di vario genere, per 39 casi complessivi.
(da agenzie)
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Marzo 2nd, 2021 Riccardo Fucile
GUAI A RENDERE L’ITALIA PIU’ CIVILE, POI CHI VOTEREBBE PER I SOVRANISTI?
La leader di Fratelli d’Italia si è scagliata contro la ‘Settimana di azione contro il razzismo’ organizzata dalla Presidenza del Consiglio, perchè qualunque iniziativa che miri a rendere l’Italia un paese più civile fa ribollire il sangue ai Fratelli d’Italia.
“Apprendiamo oggi dal quotidiano ‘La Verità ‘ che la presidenza del Consiglio – attraverso l’Unar – ha pubblicato il decreto per spendere ben 350mila euro per la ‘Settimana di azione contro il razzismo’” scrive in un livoroso post Giorgia Meloni.
“Mentre le imprese chiudono, le famiglie sono in ginocchio e i ristori non arrivano, le priorità di chi è a Palazzo Chigi sono sempre le stesse. Tutto cambia per non cambiare nulla”, conclude Meloni.
Infatti ei non cambia mai.
(da agenzie)
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Marzo 2nd, 2021 Riccardo Fucile
ARCURI NON ANDAVA BENE PERCHE’ SPROVVISTO DI UNIFORME E CODICI NATO…MA CHE FINE HANNO FATTO I RISTORI E IL RECOVERY FUND? DRAGHI “SE LO RISCRIVE DA SOLO” CON TRE ILLUSTRI SCONOSCIUTI MAI VISTI IN PARLAMENTO
Mancava giusto un bel generale, per far capire anche ai più duri di cervice il senso dell’Operazione Draghi. 
E il generale, anzi supergenerale Figliuolo, è puntualmente arrivato subito dopo il superbanchiere, i supertecnici e il superpoliziotto Gabrielli.
Il generalissimo si occuperà di vaccini e di tutti gli altri acquisti anti-Covid al posto di Arcuri (troppo efficiente e soprattutto sprovvisto di uniformi, stivaloni, mostrine e codici Nato).
Il poliziottissimo controllerà i servizi segreti dopo averli guidati al Sisde e all’Aisi, con la stessa logica che fa dell’avvocato di B. il sottosegretario alla Giustizia.
Naturalmente il dittatore era Conte, che affidava le forniture a un manager pubblico esperto del ramo e il controllo degli 007 all’autorità politica.
Ora, con la giunta bancario-tecnico-poliziesco-militare, basteranno un presentat’arm, un fianco destr, un avanti marsch, un “fermo o sparo!” e un paio di missili terra-aria con le colonne sonore di Full Metal Jacket e 007-Dalla Russia con Sputnik per far piovere una marea di vaccini e piegare alla resa i cattivoni di Big Pharma.
L’esultanza di Lega, FI, Iv e financo FdI — è sacrosanta: erano loro, con giornali e talk al seguito, a chiedere la testa di Arcuri, pur non sospettando di essere scavalcati a destra con l’avvento di un militare. Troppa grazia.
Resta da capire che ci stiano a fare lì M5S, Pd e LeU, che avevano chiesto la conferma di Arcuri per l’ottima partenza delle vaccinazioni (fino al taglio delle dosi) e ieri hanno appreso dai tg che era saltato.
Come già sui ministeri-chiave e sul cambio della guardia alla Protezione civile, noto a Lega e FI ma non a loro, relegati al ruolo di spettatori e donatori di sangue.
Per l’angolo del buonumore, ci sovviene il monito di Mattarella: “Non si cambiano i generali in piena guerra”, intesi come Conte, Speranza, Gualtieri, Arcuri, Borrelli &C. Non n’è rimasto neppure uno, a parte Speranza, che apprende dalle agenzie la decimazione dei suoi bracci operativi.
Ma in fondo di “generali” prima non ce n’erano: adesso sì. Intanto, mentre ci distraggono con le grandi manovre in alta uniforme, i 32 miliardi dei Ristori attendono il decreto da due mesi.
Le task force, onta e disdoro di Conte, diventano orgoglio e vanto di Draghi, che ne ha fatte 8 in una settimana (ne ha una pure Brunetta).
E il Recovery Plan? A novembre era già “in ritardo” sul 30 aprile e il tiranno Conte voleva “accentrarlo bypassando il Parlamento” fra gli alti lai dei partiti e dei Cassese.
Ora Repubblica informa che Draghi “ha fretta” e “se lo riscrive da solo”, con l’ausilio di tali “Franco, Giavazzi e D’Alberti”, mai visti nè sentiti in Parlamento.
È, citiamo sempre Rep, il “ritorno della Costituzione”, che avanza a passo di marcia. Anzi, marcetta.
Marco Travaglio
(da il Fatto Quotidiano)
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Marzo 2nd, 2021 Riccardo Fucile
SE LO AVESSE FATTO CONTE AVRESTE SENTITO I SOVRANISTI STARNAZZARE AL GRIDO DI “SI TOGLIE IL FUTURO AI NOSTRI FIGLI”
Scuole chiuse in zona rossa e facoltà nelle altre regioni di chiudere gli istituti se, a livello locale, si raggiungono 250 casi ogni 100mila abitanti. È la linea decisa nella cabina di regia a Palazzo Chigi in vista del nuovo dpcm sul Covid, a quanto si apprende da diverse fonti di governo.
Questa soluzione recepisce in sostanza le indicazioni del Cts sulle scuole e porta alla chiusura anche delle elementari e delle medie, con il ritorno alla didattica a distanza, nelle aree rosse e ad alto contagio.
Alla riunione di stamattina a Palazzo Chigi hanno preso parte i ministri Roberto Speranza, Maria Stella Gelmini, Daniele Franco, Patrizio Bianchi, Giancarlo Giorgetti, Dario Franceschini, Stefano Patuanelli, Elena Bonetti. Presenti il coordinatore del Cts Agostino Miozzo, il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro e il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli.
Alle 12 è prevista una riunione dei ministri Roberto Speranza e Maria Stella Gelmini con le Regioni. In giornata Mario Draghi firmerà il Dpcm, ma non terrà nessuna conferenza stampa in merito: Palazzo Chigi, a quanto si apprende, si limiterà a diffondere una nota sulle misure anti-Covid adottate.
(da agenzie)
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