GENIO BOMBA
COME PERDERE LA FACCIA PER DUE SPICCI
Sdraiandosi ai piedi insanguinati del principe Mohammed bin Salman, il senatore Matteo Renzi si è infilato in un guaio senza via d’uscita. Dice che quel viaggio a Riyad era privato. Ne fa fede l’ingaggio di 80 mila dollari.
Peccato che per giustificarlo, esibisca, dal giorno dello scandalo, ragioni pubbliche e politiche. L’Arabia Saudita “è un baluardo contro l’estremismo islamico”, dice. Un “alleato dell’Occidente”. Una manna “per le nostre aziende”. Perfetto.
E allora perchè l’ingaggio? Se vai in missione politica, anzi geopolitica, dovresti farlo a spese tue, del tuo partito, della tua nazione, non dell’ospite.
Specialmente se l’alleato da sollecitare decapita in pubblico i condannati, tortura i detenuti politici, sigilla le donne nel velo, sfrutta lavoratori immigrati imprigionandoli senza diritti. Ed è capace di fare a pezzi Jamal Khashoggi nel proprio consolato a Istanbul per poi scioglierlo nell’acido
Per mandare in malora la sua storia, Renzi ha accettato un ingaggio equivalente allo stipendio annuo di un funzionario. Il suo ammirato maestro, Silvio B., lo ha fatto almeno per una montagna di miliardi, coi quali si è comprato tutto: il potere, le leggi, gli avvocati, i testimoni. Oltre alla libertà e al sesso. Cavalcando a suo piacere l’intera Repubblica per un quarto di secolo.
Cosa ci ha fatto il Bomba con gli spiccioli di Riyad? Forse la veranda della villetta più qualche mese di scuola di dizione alla Berlitz. In cambio ha chiamato “Rinascimento arabo” quel mattatoio di cristallo.
E ora crede di cavarsela accampando ragioni private al suo gesto pubblico. E motivazioni politiche al suo patetico guadagno personale. Immaginando, proprio come il suo principe, di far sparire il corpo del reato. Non con l’acido, ma con il silenzio.
(da Il Fatto Quotidiano”)
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