5 STELLE “RESTITUISCONO” LE BRICIOLE: I PARLAMENTARI M5S SI TENGONO 11.400 EURO AL MESE PER 10 GIORNI DI LAVORO
DICONO CHE VOGLIONO DESTINARE 2.563.017 EURO AL FONDO PER LE IMPRESE: SAREBBERO 0,68 EURO AD AZIENZA, NEANCHE UN CAFFE CI ESCE
La propaganda dei 5 Stelle diceva che i parlamentari M5S avrebbero percepito solo 2.500 euro al mese, in realtà percepiscono circa 11.400 euro al mese per 10 giorni di lavoro al mese.
Facciamo 5 conti
Oggi il 5 Stelle DICE che vuole “restituire/restituirà ” € 2.563.016,76 “dell’eccedenza” di 6 mesi (dall’1 Giugno al 30 Novembre)
Quindi:
€ 2.563.016,76 diviso 6 (i mesi trascorsi) uguale € 427.169,46 che diviso 164 (i parlamentari di 5 Stelle*) fa € 2.604,69 (la media di quanto restituito da ogni parlamentare 5 Stelle)
Considerato che ogni parlamentare percepisce circa 14.000 euro al mese, sotto varie voci, e che i Cinquestelle restituiscono in media circa 2.600 euro, il risultato è che incassano la bellezza di 11.400, quando in realtà durante la campagna elettorale avevano lasciato capire che avrebbero percepito solo 2.500 euro e che avrebbero restituito tutto il resto.
Una bella #Supercazzola5Stelle.
Insomma, molta gente che fino a ieri era disoccupata, adesso intasca circa 11.400 euro.
Lavorando mediamente 2,5 giorni a settimana, cioè 10 giorni al mese, percepiscono 1.140 euro per ogni “giorno” di lavoro.
Il doppio di quanto molti di loro percepivano in un mese prima di entrare in parlamento.
#QuandoSiDiceUnaBottaDiCulo.
In un giorno di lavoro prendono quanto percepisce un Carabiniere in un mese per prendere le sassate.
Questi sarebbero quelli anti-kasta.
Altra farsa
Dicono che questi soldi dovrebbero finire su un fantomatico conto che dovrà aiutare la piccola impresa.
Questo significa che 2.563.017 € divisi per 3.813.805 piccole e medie imprese italiane danno l’incredibile risultato di 0,68 centesimi di euro ad azienda, neanche i soldi per un caffè.
Una vera presa per il culo.
Allo stesso tempo però a Grillo sta bene che i grandi gruppi internazionali informatici e del web come Apple, Amazon, Google etc. continuino a fare affari in Italia, eludendo o evadendo al fisco italiano svariati miliardi di euro all’anno (miliardi non milioni), cifra che da sola permettere di togliere l’IMU su prime, seconde case e aziende.
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