A GENOVA LA META’ DEI RICHIEDENTI ASILO E’ IMPEGNATO IN LAVORI DI PUBBLICA UTILITA’, MA BUCCI NON LO SA
OLTRE 1300 DI LORO IMPEGNATI COME VOLONTARI: PULISCONO STRADE, SISTEMANO PARCHI, IMPARANO UN MESTIERE
Migranti al fianco dei lavoratori di Amiu per pulire le strade, come propone la giunta Bucci? Già fatto, non è certo una novità .
Dei circa 2.600 richiedenti asilo ospitati a Genova, circa il 50% è quotidianamente impegnato in lavori di pubblica utilità .
Per i profughi assistititi dai progetti Sprar (Sistema di protezione dei rifugiati e richiedenti asilo) anzi è la regola: se non c’è lavoro, non c’è integrazione e quindi permesso di soggiorno (volendo semplificare).
Per i migranti ospiti dei Centri di accoglienza straordinaria (Cas) il lavoro non è obbligatorio, ma una buona metà sceglie di aderire alle offerte delle associazioni che gestiscono i Cas.
La Croce Bianca gestisce 27 Cas tra Genova, Mignanego, Ronco Scrivia, Casella, Bogliasco e Cogoleto. I migranti assistiti sono circa 200 e quasi il 50% di loro ha scelto di lavorare, anche prima di ottenere il primo permesso di soggiorno, il cosiddetto C3.
«Per questo passaggio, in Liguria servono dai 6 agli 8 mesi. Ma i migranti che ospitiamo noi, generalmente, lavorano anche prima e sono contenti di farlo perchè si sentono parte di un progetto» spiega Walter Carrubba.
Per la legge, i migranti ospiti dei Cas possono lavorare solo trascorsi 60 giorni dall’ottenimento del primo permesso di soggiorno, ma la Croce Bianca ha aggirato l’ostacolo del decreto Minniti: «Li associamo e possono fare attività di volontariato con noi» dice.
E così si spiegano i 19 richiedenti asilo che a Cogoleto sono a disposizione del Comune, i 6 di Bogliasco e i 7 di Busalla, i 6 che a Ronco Scrivia vengono impegnati dall’amministrazione comunale e le 2 giovani che lavorano nella biblioteca del Comune. O i 26 profughi che quotidianamente si presentano al cimitero di Staglieno «dove imparano mestieri che saranno utili per la loro integrazione.
E ancora le pattuglie di giovani (e meno) che fanno manutenzione nei giardini di piazza Palermo, i Govi di corso Italia, piazza Da Novi, piazza Rossetti, e quelli che collaborano con il Municipio Medio Levante.
O, ancora, le 7 ragazze che stanno imparando le riparazioni sartoriali e i 15 che negli orti collettivi stanno seguendo un corso sullo scivolamento della collina.
«Questi giovani un domani saranno il punto di riferimento degli altri – prosegue Carrubba – Per loro è fondamentale imparare il rispetto delle regole e degli orari, seguono corsi base per la sicurezza sul lavoro e imparano un mestiere. Tutto questo fa curriculum».
(da “il Secolo XIX”)
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