“ABBIAMO FAME E SETE”: MIGLIAIA DI TUNISINI IN RIVOLTA A LAMPEDUSA DI FRONTE AL FALLIMENTO DI MARONI
PRESI D’ASSALTO I SACCHETTI CON I GENERI DI CONFORTO: MANCA ANCHE L’ACQUA, PROTESTANO OLTRE 2.000 ESSERI UMANI AMMASSATI COME BESTIE SULLA BANCHINA DEL PORTO E SULLA COLLINETTA…IL GOVERNO INCAPACE DI NOLEGGIARE QUALCHE TRAGHETTO E LIBERARE L’ISOLA
Tunisini in rivolta a Lampedusa.
Sono in migliaia e sono gli stessi che da giorni stazionano davanti alla banchina e sulla collinetta vicina al porto.
Assaltato il container con i sacchetti pieni di generi di conforto.
I tunisini chiedono più cibo, acqua e sigarette.
La nave militare San Marco, che dovrebbe trasferire 500 immigrati nei centri di accoglienza, resta ancorata.
Il prossimo viaggio non dovrebbe avere più la destinazione di Mineo, bensì un’area attrezzata in Puglia.
In viaggio anche una carretta del mare partita da Tripoli.
Il peschereccio, in difficoltà , è stato intercettato dalla Guardia costiera.
La situazione è costantemente monitorata dalla centrale operativa delle Capitanerie di porto.
L’Sos era stato raccolto da un’immigrata residente ad Agrigento che aveva ricevuto la chiamata col telefono satellitare dalla sorella che è tra i passeggeri dell’imbarcazione.
Il peschereccio, secondo quanto si è appreso, è salpato da Tripoli e sarebbe la prima imbarcazione carica di immigrati a partire dalla Libia dopo l’inizio del conflitto.
A Lampedusa, attualmente, sono presenti 4.800 immigrati.
Ma circa 800 dovranno essere trasferiti con la “San Marco” e con voli speciali. Dei tunisini, 2.500 sono alloggiati nel Cie, 220 in una struttura messa a disposizione dalla parrocchia di San Gerlando, mentre i rimanenti si dividono tra la stazione marittima del porto e le tende di fortuna sparpagliate ovunque nell’isola.
Dopo un sopralluogo effettuato questa mattina, anche la base Loran, usata precedentemente dalla Nato, da oggi verrà adibita al ricovero di circa 200 immigrati.
Ma la nave “San Marco” resta ancora in rada.
I 500 clandestini che dovrebbe trasportare oggi potrebbero andare in un’area attrezzata della Puglia e non al Villaggio della solidarietà di Mineo (Catania), dove 498 tunisini erano già stati trasferiti ieri, tra le proteste dei sindaci.
Il governatore siciliano Raffaele Lombardo è tornato a criticare la scelta di Mineo: “E’ un lager”.
Ieri l’amministrazione comunale ha annunciato che sull’isola l’acqua potabile non è più sufficiente.
E la richiesta di una fornitura straordinaria di ventimila metri cubi, fatta già da un mese, non ha avuto ad oggi copertura economica da parte del ministero della Difesa.
Tra isolani, clandestini e forze dell’ordine, sull’isola attualmente sono presenti 11 mila persone.
Con una lettera inviata al ministro dell’Economia, la Regione siciliana chiede di concedere a tutti i residenti e alle attività commerciali di Lampedusa la sospensione dei versamenti delle imposte (Irpef, Irpeg, Ires, Iva e Irap), dei contributi previdenziali e assistenziali, dei pagamenti dei premi obbligatori per le assicurazioni contro gli infortuni e le malattie professionali, delle rate di mutui e prestiti.
La decisione è stata presa dalla giunta regionale dopo avere ascoltato la relazione resa dall’assessore al Turismo del Comune di Lampedusa, Pietro Busetta.
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