AFFONDA GOMMONE NEL MEDITERRANEO, RECUPERATI CORPI DI 23 VITTIME: SULLA COSCIENZA DI CHI HA VOLUTO CACCIARE LE ONG
IN UN GIORNO SEI OPERAZIONI DI SOCCORSO, RECUPERATE 700 PERSONE… AUMENTANO I MORTI A CAUSA DELLA CRIMINALE POLITICA EUROPEA
Ventitre cadaveri recuperati, 64 superstiti e diversi dispersi. È il bilancio ancora assolutamente parziale di una nuova tragedia del mare nel Mediterraneo dove da qualche giorno le partenze dei migranti sembrano riprese ad un ritmo decisamente più alto del trend degli ultimi mesi.
Il gommone ormai semiaffondato è stato notato da un elicottero alzatosi in volo dalla nave militare spagnola Cantabria, che aveva appena salvato 140 persone su un’altra imbarcazione.
Aggrappati disperatamente ai tubolari sgonfi decine di persone, moltissime altre in acqua. In 23, però, non ce l’hanno fatta e sono morti annegati prima che la nave spagnola giungesse sul posto per i soccorsi.
Il bilancio del naufragio potrebbe essere però anche più pesante. Dalle prime testimonianze dei 64 superstiti, a bordo del gommone partito dalla Libia erano più di cento. Se così fosse, ci sarebbero anche diversi dispersi
A dare notizia del naufragio dell’imbarcazione partita dalle coste africane e diretta verso l’Italia è stato il dispositivo Eunavformed a cui appartiene la nave che ha partecipato ai soccorsi che sono stati coordinati dalla centrale operativa della Guardia costiera di Roma che oggi è stata impegnata nel dirigere le operazioni di soccorso di altri sei barconi avvistati.
Circa 700 le persone recuperate grazie anche all’aiuto delle poche navi delle Ong rimaste in zona Ricerca e soccorso.
Un’altra nave spagnola della Proactive Arms ha recuperato prima cento migranti a bordo di un gommone ed è poi intervenuta in extremis per soccorrere un grosso peschereccio in legno con due ponti sul quale erano ammassate 312 persone. “Il ponte in alto stava per cedere – raccontano – li abbiamo salvati per miracolo”.
Duemila i migranti salvati solo questa settimana a cui devono aggiungersi gli arrivi dei cosiddetti “sbarchi fantasma”, quasi tutti cittadini tunisini approdati tra Lampedusa e le coste dell’Agrigentino.
La più parte di queste imbarcazioni sono state intercettate dal dispositivo messo a punto dal Viminale nelle ultime settimane dopo l’allarme partito dai sindaci di Lampedusa e da Pozzallo.
(da agenzie)
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