AL CIRCOLO PD DI BUZZI SCOPPIA L’IRA DEI MILITANTI: “BUSTE PER VOTARE”
“DOPO 60 ANNI DI MILITANZA NON PENSAVO DI ANDARE A FINIRE CON LA BANDA DELLA MAGLIANA”
«Mi sento umiliato, mi sento perso. Non pensavo d’anda’ a fini’ con la banda della Magliana».
Valerio ha alle spalle 60 anni di militanza. È iscritto al circolo Pd versante Prenestino, a Castelverde, periferia romana che è oltre Tor Sapienza, oltre il raccordo anulare.
Un sottoscala pieno di sedie di plastica bianche dove ieri 40 persone sono andate a sentir parlare di forma partito l’ex ministro Fabrizio Barca, con in testa solo i fatti di “Mafia Capitale”.
A quel circolo è iscritto Salvatore Buzzi, il presidente della coop 29 giugno, considerato uno dei capi del sistema scoperchiato dalla procura di Roma.
«Qui l’abbiamo visto solo all’iscrizione e quando si votava per le primarie – racconta Riccardo Pulcinelli – ma quando abbiamo sentito quel nome, io e Valeria (la coordinatrice) abbiamo detto: è nostro! Poi abbiamo chiamato il partito per chiedere di poterlo cancellare».
«Io non sono triste, sono incazzato», dice Riccardo davanti agli altri militanti. «Vedo i capi del partito romano che fingono di cadere dalla luna, ma quando siamo andati a denunciare che alle primarie arrivavano persone cui era stata pagata la busta della spesa, quando abbiamo sospeso il congresso e il presidente di municipio lo ha fatto fare comunque incassando 92 tessere sospette in un giorno, non ci hanno ascoltato. Anzi, volevano espellere noi».
Gli interventi sono un processo al partito: “Qui non si parla più, non si discute di niente, di che ci sorprendiamo?”.
Valerio ricorda quando in sezione venivano a parlare Luchino Visconti, Alberto Moravia, Giancarlo Pajetta: «Ci spiegavano le cose, ci dicevano di leggere, ora invece ci hanno instupiditi».
Annalisa Cuzzocrea
(da “La Repubblica”)
Leave a Reply