AL CONDANNATO DALLA CORTE DEI CONTI NON RIESCE L’ATTACCO ALL’INCENSURATA CANCELLIERI
INSIEME AL CONDANNATO IN VIA DEFINITIVA PER OMICIDIO COLPOSO E DIFFAMAZIONE RAPPRESENTANO DUE PERSONE CREDIBILI PER DARE LEZIONI DI ETICA POLITICA
L’Aula di Montecitorio ha respinto la mozione di sfiducia nei confronti del ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, presentata dal Movimento 5 Selle a seguito del caso Ligresti.
Su 562 presenti, i no sono stati 405, i sì 154, 3 gli astenuti.
Nel corso delle dichiarazioni di voto, si erano espressi a favore dell’iniziativa dei grillini i gruppi Fratelli d’Italia, Lega Nord e Sinistra ecologia libertà .
Contrari invece Partito democratico, Forza Italia, Scelta civica e Nuovo centrodestra.
Fiducia assicurata, ma il prezzo non è basso, se è vero che Guglielmo Epifani in persona non rinuncia alle critiche in Aula e, una volta uscito in Translatlantico, non può far a meno di ammettere che «il governo è più debole» e ora serve «uno scatto». Anna Maria Cancellieri si difende, viene difesa e ripete.
«Ho affrontato questi giorni da persona libera e forte sapendo di aver agito sempre con lealtà e fedeltà alle istituzioni. Se avessi avuto anche solo un dubbio su questo, avrei lasciato l’incarico», sillaba dal banco del governo, chiamata a parlare.
I numeri ci sono, ma quando Renato Brunetta prende la parola ha facile gioco nel girare il coltello nella piaga.
«È una fiducia di Pirro», esclama mentre dai banchi del Partito Democratico si odono mugugni. Ma lui tira dritto e si rivolge direttamente al premier Letta.
Gli dice: «Renzi ormai capo del Pd vuole sloggiarla al più presto»; ora il governo, ha aggiunto, ha «un doppio cappio attorno al collo».
Di più: «Assistiamo ad una danza macabra il cui protagonista è Renzi che intende demolire il suo avversario e finto compagno, nonchè premier protempore, Enrico Letta».
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