ALFANO INVOCA IL MESSIA: “IL PROCESSO A GESU’ CI RICORDA I LIMITI DELLA GIUSTIZIA” (MA FORSE SI SBAGLIA CON CHI SUL CALVARIO GLI STAVA AI LATI)
IL PDL: “LA CRISI DIPENDE DAL PD CHE NON VUOLE SALVARE BERLUSCONI”… FRANCESCHINI: “LA LEGALITA’ NON SI BARATTA”… LETTA SALE AL COLLE E INFORMA NAPOLITANO… LA STAMPA MONDIALE ASSISTE ATTONITA A UN PREGIUDICATO CHE DETTA CONDIZIONI AL GOVERNO
Il governo è appeso a un filo.
Silvio Berlusconi lancia l’ultimatum al Pd: o votano “no” alla decadenza o si va a casa. «Epifani e Letta riflettano», dice Alfano.
E il Cavaliere sceglie la metafora marina: «Se un amico ti butta a mare, la barca sbanda».
La replica dei “democrat” non si fa attendere: «Basta ricatti, nessun baratto legalità -governo». Anche perchè il caso Berlusconi «è un problema loro».
Dopo il vertice durato fino a tarda sera tra Alfano e Letta, la tensione nella maggioranza resta alle stelle.
E scende in campo Berlusconi in persona: «La Costituzione e il buon senso offrono molte strade – afferma il cav a “Tempi” – Ma io mi domando: se due amici sono in barca e uno dei due butta l’altro a mare, di chi è la colpa se poi la barca sbanda?».
Intanto dipende dal motivo per cui ti butta a mare, diremmo noi: se hai toccato il culo a sua figlia minorenne magari ha fatto bene. E la barca riprende la rotta meglio di prima.
Il Cavaliere poi sfoggia toni da statista: «In questo passaggio della vita pubblica italiana è in gioco molto più che il destino di una persona. Se si trattasse solo di questo, allora sarebbe un problema solo per me”.
Infatti è solo un problema tuo, i dieci milioni di elettori del Pdl non hanno frodato il fisco a quei livelli.
Il vice-premier Alfano rincara la dose al meeting di Comunione e Liberazione a Rimini: «Noi chiediamo molto chiaramente che il Pd rifletta, astraendosi dalla storica inimicizia di questi ultimi venti anni e rifletta sulla opportunità di votare no alla decadenza del presidente Silvio Berlusconi».
Poi l’ambiente di Cl gli procura una visione: “il processo a Gesù ci ricorda i limiti della giustizia”.
Ma forse Alfano aveva solo digerito male e ha confuso Gesù con chi è stato crocefisso sul Calvario ai suoi lati.
Poi ecco i giuristi: «se la posizione del Pd è e resta quella manifestata in queste ore, è semplicemente irricevibile e provocatoria» (Capezzone); «il Pd salvi Berlusconi o sarà il caos» (Santanchè); «senza Berlusconi non ci sono le larghe intese» (Biancofiore); «si trovi soluzione o usciamo da governo» (Bondi).
Anche il “mediatore” Schifani alza il tiro: «Al Pd chiediamo una riflessione giuridica».
La replica dei democrat è immediata.
Tutti concordi nel dire che «il caso Berlusconi è un problema loro».
Franceschini è netto: «Alle minacce e agli ultimatum basta rispondere con un principio molto semplice: non si barattano legalità e rispetto delle regole con la durata di un governo. Mai».
Spiega Zoggia: «Bisogna rimettere la realtà con i piedi per terra. Lo dico con chiarezza ai colleghi del Pdl che invito ad assumersi le proprie responsabilità e a smetterla con il tentativo di scaricare sul Pd i problemi che riguardano il loro partito. Il problema di Silvio Berlusconi riguarda il Pdl. È lui che è stato condannato con sentenza definitiva, e per un fatto grave», afferma il responsabile organizzativo del Pd. «Ricordo a tutti – incalza Zoggia – che l’evasione fiscale è una delle cause principali del debito pubblico, della mancanza di risorse per gli investimenti, della necessità di stringere la cinghia e della pesantezza del prelievo fiscale sugli onesti. Se il Pdl non regge questa situazione e vuol far saltare il governo perchè Berlusconi non riesce ad ottenere un salvacondotto che lo metta, a differenza di tutti gli altri italiani, al di sopra della legge, se ne assuma la responsabilità di fronte all’Italia».
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