ALLA CAMERA E’ DAVVERO TUTTO UN “MAGNA-MAGNA”: NEL 2023 400 DEPUTATI HANNO SPESO IN CIBO PIU’ DEI LORO 630 PREDECESSORI
NONOSTANTE IL TAGLIO DEI PARLAMENTARI IL COSTO DELLO STATO RESTA IDENTICO
Se si legge il bilancio 2023 della Camera dei deputati diventa difficile non cedere a uno dei più classici slogan populisti, secondo cui la politica «è tutto un magna-magna». Da questa legislatura, infatti, i deputati italiani sono 400, e cioè 230 meno della scorsa legislatura per la riforma costituzionale approvata. Il bilancio del 2022 era quindi relativo a una Camera per 9 mesi composta di 630 deputati e per gli ultimi 3 mesi da 400. Il bilancio 2023 che l’aula di Montecitorio deve approvare entro fine luglio è il primo integralmente post-riforma, con le spese per tutti e i 12 mesi relative a 400 deputati. Infatti, i costi dei deputati (indennità e rimborsi spesa) scendono sensibilmente da 143 a 89 milioni di euro l’anno. Scendono un pizzico anche le spese per il personale dipendente, che passano da 174,9 a 169,4 milioni di euro. Però con molti meno deputati e un po’ meno dipendenti aumentano del 10,7% le spese di ristorazione, passando da 2,175 a 2,36 milioni di euro (231 mila euro di più in un anno). Eccolo documentato il magna-magna.
Non esistono più dal 2012, eppure è aumentata perfino la spesa per i vitalizi
Anche se ha 230 deputati in meno la Camera continua a costare agli italiani la stessa cifra di sempre. Il fondo di dotazione pagato dal Tesoro per il funzionamento dell’assemblea di Montecitorio è restato anche nel 2023 di 943,16 milioni di euro, identico agli anni precedenti quando c’erano 630 deputati. Un mistero quella dotazione non cambiata, ma non il solo giallo in bilancio. Ad esempio i famosi vitalizi per i deputati e i loro familiari (c’è la reversibilità) sono stati formalmente aboliti dal 2012 e sostituiti da un sia pure generoso sistema pensionistico contributivo. Eppure nel 2022 la Camera spendeva in vitalizi diretti e in assegni vitalizi di reversibilità 85,3 milioni di euro. Nel 2023 quella cifra è aumentata ancora di 4,5 milioni, arrivando a 89,8 milioni di euro. Mistero anche sui contributi ai gruppi parlamentari, che nonostante la riduzione dei deputati è restata immutata: 30,87 milioni di euro.
La stangata bollette con un anno di ritardo: su luce, gas e pure l’abbonamento Internet
Il secondo mistero arriva dalle bollette di Montecitorio. Certo il palazzo resta lo stesso anche con meno deputati, le lampadine pure. Però se il caro bolletta per tutti gli italiani si è sentito soprattutto nel 2022, per la Camera dei deputati l’effetto è stato nel 2023. In tutto ha infatti speso 10,5 milioni di euro per acqua, gas ed elettricità contro i 5,95 milioni dell’anno precedente (+77,3%). La bolletta dell’acqua è restata immutata, quella del gas è aumentata del 33,3%, ma la vera mazzata è arrivata dalla bolletta elettrica, passata da 4,7 a 9 milioni di euro (+92%). Cresciute anche le spese telefoniche, passate in un anno da 434 mila a 585 mila euro (+34,8%) quasi solo per i rincari della rete Internet e dei suoi servizi accessori. Aumentate di 375 mila euro (+12,6%) anche le spese per la comunicazione istituzionale.
Acquistati libri antichi ed opere d’arte per arricchire il “museo Montecitorio”
Già che c’era la Camera ha speso qualcosa in più per arricchire sia la propria biblioteca che la propria collezione d’arte che fa invidia a un vero museo. Nel 2023 sono stati acquistati 8.657 volumi con una spesa di 817.868 euro. Di questa somma fanno parte anche i 2.700 euro spesi per l’acquisto di 18 edizioni antiche e di pregio. La collezione d’arte che vanta 4.848 opere, di cui 552 prestate da terzi, si è arricchita nell’anno di ulteriori 13 disegni o stampe. In questo caso non è però indicato il costo di acquisto.
(da Il Corriere della Sera)
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