ALLA FESTA DEL RICICLATO, RENZI PRENDE DI TUTTO
DALLA PUGLIA ALLA LIGURIA, GLI ASPIRANTI GOVERNATORI DEL PD PRESENTANO LISTE ZEPPE DI EX FORZISTI E TRANSFUGHI VARI… E TRA INDAGATI E STRANI MEDIATORI, È GIà€ PARTITO DELLA NAZIONE
Si scrive Regionali, si legge fiera del riciclato. Se ci scappa, pure indagato.
Le amministrative del prossimo 31 maggio saranno anche e soprattutto prove tecniche di partito della Nazione.
L’oasi (o miraggio) che ha attirato centinaia di ex forzisti e transfughi vari sulle zattere degli aspiranti governatori renziani. Perchè l’importante è seguire il vento: di Matteo.
Puglia, tutti con il turbo-renziano
Michele Emiliano, ex sindaco di Bari, è un renziano della prima ora. Non può che vincere, grazie anche al disastro nel centrodestra, spaccatosi in due candidati (il fittiano Francesco Schittulli con i dissidenti di Fi, Ap e Fratelli d’Italia; Adriana Poli Bortone sostenuta da Forza Italia, Lega Nord e Pli).
Ma in politica è sempre meglio non rischiare, devono aver pensato nel Pd.
Così nella Puglia delle 19 liste e dei quasi mille candidati per 50 posti da consigliere, il carro del favoritissimo Emiliano è stipato di transfughi dal centrodestra.
Si parte con Euprepio Curto, originario di Francavilla Fontana (Brindisi): in gioventù nel Msi, poi transitato in An (per cui fu anche senatore), quindi approdato all’Udc, che in Puglia sostiene Emiliano.
Alleanza naturale, secondo Curto: “Nessuno scandalo, non si può non tenere conto delle specificità regionali” spiegava qualche settimana fa.
Nel 2003, quando Repubblica lo intervistò per fargli notare che aveva fatto assumere due suoi nipoti nel municipio di Francavilla Fontana, rispose serafico: “Sono gli unici due miei parenti assunti, due su 27, meno del dieci per cento”.
Abbonda di senso pratico anche Saverio Tammacco, già capogruppo di Fi a Molfetta, ora “tra i 50 campioni dei Popolari”, il raggruppamento simil-democristiano formato da Udc, Centro democratico e Realtà Italia per sostenere Emiliano.
Tammacco ha lasciato Forza Italia, spiegando: “Sto con Emiliano perchè ho aderito alla sua linea di rinnovamento”. Fi l’ha presa malissimo.
Ma si sono arrabbiati in parecchi anche a sinistra: dal sindaco di Molfetta Paola Natalicchio (Sel) ai Giovani Democratici, fino all’assessore regionale Guglielmo Minervini (Pd), che l’ha scritto chiaro: “Con Tammacco siamo in un’inquietante zona grigia”. Indignazione inutile.
A bordo è salito anche Francesco Spina, presidente della Provincia Bat (Barletta, Andria e Trani) per il centrodestra.
A metà aprile ha annunciato il sostegno ad Emiliano, minacciando le dimissioni. È rimasto al suo posto , e ora coordina le liste civiche locali in appoggio all’ex pm. Operazione benedetta da Luca Lotti, stando all’Huffington Post. Si era mosso molto prima invece Paolo Mongiello, ex capogruppo del Pdl nella Provincia di Foggia. A novembre aveva fondato Casa Emiliano, per sostenere l’ex pm nelle primarie del centrosinistra.
E anche per sfuggire alle epurazioni del centrodestra locale.
Liguria, soccorso azzurro alla pupilla di Burlando
Nella Liguria dove le primarie hanno spaccato il Pd come una mela, la renziana Raffaella Paita ha coagulato su di sè una pletora di ex forzisti.
Come in Puglia, molto ha giocato lo sfarinamento nel centrodestra, freddo verso il candidato berlusconiano Giovanni Toti. Il resto lo ha fatto Claudio Burlando, mentore e primo sponsor della Paita: in ottimi rapporti con i sodali di Cladio Scajola, l’ex uomo fortissimo di Forza Italia, “signore” di Imperia.
E allora, ecco il soccorso (ex) azzurro per l’assessore regionale, indagata per omissione di atti d’ufficio, concorso in disastro colposo e omicidio colposo per l’alluvione del 2014 a Genova.
Per trovarne prova basta leggere i candidati della lista “Liguria Cambia”, movimento fondato dal sindaco di Imperia Carlo Capacci che dopo una dura trattativa ha scelto di appoggiare la Paita.
Spicca subito il nome di Luca Lanteri, ex vicesindaco di Imperia per il Pdl, a suo tempo vicinissimo a Scajola. Nel 2013 Lanteri è diventato uno dei referenti di “Big bang Liguria riformista”, associazione dichiaratamente renziana, dimostrando gran fiuto.
È un ottimo navigatore anche il capolista a Genova di “Liguria cambia”, Armando Ezio Capurro: consigliere regionale uscente, indagato per le spese pazze in Regione. L’avviso di garanzia ne aveva messo in bilico la candidatura: ma alla fine è rimasto dentro.
Proprio come un altro indagato per le spese fuori controllo, l’ex Udc Massimo Donzella: vicepresidente del Consiglio regionale, candidato dal Pd a Imperia.
E sempre nel Ponente per la Paita correrà anche Giuseppe Argirò, ex amministratore delegato della Porto di Imperia Spa (di cui nel gennaio scorso la Corte di Appello di Genova ha revocato il fallimento). Scajola-no doc, Argirò spiega: “La mia è una scelta civica come candidato indipendente, legata ad un progetto amministrativo e territoriale”.
Veneto, camicie verdi per Lady Like
Regione che vai, transfuga che trovi. In Veneto, la renziana Alessandra Moretti ha incassato l’appoggio della lista “Uniti per il Progetto Veneto Autonomo”, organizzata dall’ex leghista Santino Bozza.
Consigliere regionale, Bozza venne espulso dal Carroccio nel 2013, per aver contestato la linea dell’allora segretario regionale Flavio Tosi e aver presentato un esposto che dette il via all’inchiesta sui rimborsi. “Non sono un traditore, è la Lega che ha tradito il suo mandato” sostiene ora.
Alcuni lo ricordano per un’intervista a La Zanzara nel 2012, in cui dichiarò: “I gay? Purtroppo esistono: sono malati, diversi, sbullonati. Se li vedo baciarsi, sputo a terra per lo schifo”.
Nella civica per la Moretti c’è anche Gianluca Panto, ex candidato presidente per il Partito Nasional Veneto nel 2010.
Che ora celebra: “Questo progetto ha avuto un approdo nel centrosinista”.
Appunto.
Luca De Carolis
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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