ALLA FINE A CASAPOUND RESTA SOLO LO 0,33%: TANTO RUMORE PER PRENDERE LA META’ DEI VOTI DEL PARTITO ANIMALISTA
MENTRE FORZA NUOVA SI FERMA ALLO 0,15%, MENO PERSINO DEL PARTITO PIRATA (CHE NON CONOSCE NESSUNO)
Hanno urlato alla censura, hanno condotto una campagna soffiando sull’odio nei confronti di “zingari” e stranieri ma cosa resta di CasaPound dopo le elezioni del 26 maggio?
Si va al voto e si scopre che a livello nazionale il partito di Iannone e Di Stefano ha conquistato la bellezza di 88mila voti pari allo 0,33%.
Per fare un confronto il Partito Animalista ha preso quasi il doppio dei voti di CasaPound (159mila, lo 0,60%) e anche il partito di Mario Adinolfi, il Popolo della Famiglia, ha fatto qualcosa in più degli occupanti dello stabile in via Napoleone III a Roma.
Simone Di Stefano oggi su Facebook senza dare numeri ha spiegato che «oltre metà dei nostri elettori ha scelto altri partiti, oppure ha deciso di astenersi». A parte che non è chiaro come faccia Di Stefano a sapere che cosa fanno i suoi elettori questo significa che al massimo possono contare su 180mila voti a livello nazionale, un dato che è in ogni caso al di sotto dell’1%.
Alle politiche di marzo 2018 CasaPound aveva preso lo 0,9% e Di Stefano aveva dato la colpa al poco spazio concesso sulle televisioni.
Ora che invece CasaPound, per essere un partito che rappresenta meno di centomila elettori, di spazio in televisione ne ha avuto a sufficienza (grazie ai vari Formigli) la colpa di chi è?
Secondo Di Stefano, intenzionato a fare al più presto una “riflessione seria” la colpa è della «sinistra e i media hanno voluto caratterizzare la campagna elettorale in un assurdo dibattito fascismo/antifascismo».
Insomma mentre quelli di CasaPound rivendicano di essere fascisti è colpa dei giornalise scrivono o dicono che in Italia ci sono dei neofascisti che vanno in giro a dichiararsi orgogliosamente fascisti come ha fatto Polacchi di Altaforte.
Ma non è finita qui perchè secondo Di Stefano «questo fronte antifascista ha clamorosamente fallito» perchè «hanno vinto i partiti convinti di poter riformare l’Unione europea».
Ora non è chiaro se Di Stefano sta parlando della vittoria della Lega in Italia oppure della presunta vittoria dei sovranisti in Europa. La prima c’è stata, la seconda decisamente no.
Va decisamente peggio per l’altra forza di ultradestra. Forza Nuova con poco più di 40mila voti prende lo 0,15% dei voti e riesce nell’incredibile impresa di fare peggio del Partito Pirata.
O meglio, il Partito Pirata, un partito di cui davvero nessuno sa qualcosa e che non gode certo dell’esposizione mediatica di CasaPound e Forza Nuova riesce a fare quasi quanto il partito di Gianluca Iannone. Evidentemente la censura non è il vero problema.
Il punto è che CasaPound non ha più senso di esistere nel panorama politico italiano perchè ormai i (pochi) voti di CasaPound sono tutti confluiti dentro alla Lega di Salvini che dopo la rottura con “Sovranità ” si è letteralmente appropriato di tutti i temi sovranistico-nazionalisti che sono il core business di CPI.
A questo punto un partito politico serio farebbe una riflessione seria. E questa riflessione non dovrebbe cominciare con “colpa dei media e della sinistra”.
Ma soprattutto forse sarebbe il momento, per gli elettori di CPI (perchè i dirigenti lo sanno da un po’) di rendersi conto che portare acqua con le orecchie alla Lega significa scomparire.
(da “NextQuotidiano”)
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