ASTRAZENICA NEL PRIMO TRIMESTRE HA CONSEGNATO SOLO 30 MILIONI DI DOSI INVECE CHE 90 E NEL SECONDO PREVEDE DI CONSEGNARNE SOLO 70 INVECE DEI 180 PATTUITI
LA UE SCRIVE ALL’AZIENDA E SCOPPIA LA POLEMICA CON IL REGNO UNITO
La campagna vaccinale europea, così com’è stata impostata finora, non va. E allora, d’intesa con i leader degli Stati membri che il 25 e 26 marzo si riuniranno in Consiglio Europeo, Ursula von der Leyen ha deciso di dare una sterzata. A Palazzo Berlaymont si apprestano a “rivedere tutti gli strumenti usati finora”, annuncia il portavoce della presidente, Eric Mamer.
Revisione totale, a cominciare dal regolamento sugli export deciso a gennaio come reazione ai tagli delle forniture di Astrazeneca. L’obiettivo è poter colpire quei paesi che non rispettano i termini di “reciprocità ” con l’Unione negli scambi commerciali sui vaccini. Nella lista nera dell’Ue c’è la Gran Bretagna. In preparazione anche una lettera formale per Astrazeneca, da parte della Commissione e dei 27 Stati membri. Primo passo verso un’azione legale?
L’obiezione principale alla minaccia di von der Leyen di “bloccare gli export verso il Regno Unito”, se non ‘libera’ le dosi di Astrazeneca destinate al fabbisogno europeo, è che la maggior parte delle esportazioni europee verso la Gran Bretagna riguarda l’azienda americana-tedesca Pfizer/Biontech.
Ma questa casa farmaceutica sta rispettando i termini delle consegne pattuite con l’Ue. Dunque, perchè punirla bloccandole le esportazioni?
Il meccanismo approvato a gennaio autorizza il blocco delle esportazioni per le aziende inadempienti, tipo Astrazeneca che ha subito lo stop italiano alla partenza di 250mila fiale destinate all’Australia, in forza del regolamento europeo.
La ‘guerra’ aperta con il paese della Brexit, che smentisce le accuse europee di protezionismo sui vaccini, impone evidentemente una revisione degli strumenti utilizzati finora. “Non vogliamo colpire singole aziende”, ci tiene a specificare Mamer quando gli si chiede come sia possibile colpire Pfizer/Biontech che, da contratto, ha assicurato all’Ue 66 mln di dosi per il primo trimestre e tante ne sta consegnando. Ma “dobbiamo difenderci dagli Stati che non assicurano reciprocità ”.
“Tutte le opzioni sono sul tavolo”, precisa Mamer.
E tra le ‘nuove’ iniziative, c’è anche una lettera da inviare ad Astrazeneca per richiamarla a rispettare gli impegni, visto che anche per il secondo trimestre l’azienda anglo-svedese ridurrà le consegne, dai 180 milioni di fiale pattuiti a soli 70 milioni (per il primo trimestre, le forniture sono state ridotte di un terzo: da 90 milioni a soli 30 milioni).
Anche la bozza della lettera farà il giro delle capitali per essere definita, naturalmente. È un richiamo formale, dopo le telefonate del commissario all’Industria Thierry Breton, capo della task-force europea anti-covid, con l’amministratore delegato di Astrazeneca Pascal Soriot. Telefonate che, a quanto si apprende, si svolgono ogni giorno, ogni mattina all’alba visto che il manager continua a starsene nella sua casa in Australia nonostante la bufera nei rapporti tra la sua azienda e l’Ue.
(da “Huffingtonpost”)
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