ATTACCO A WESTMINSTER, AUTO SU FOLLA, UOMO TENTA DI ENTRARE IN PARLAMENTO CON COLTELLO, UCCISO
ALMENO UNA DONNA MORTA, DODICI I FERITI… SI SOSPETTA UN ATTO DI TERRORISMO DA PARTE DI UN LUPO SOLITARIO
Dodici anni dopo l’attacco dei kamikaze islamici nel metrò, il terrorismo torna a colpire sotto il Big Ben.
Questa volta letteralmente: un’auto ha investito una dozzina di passanti sul ponte di Westminster, a pochi metri dalla torre dell’orologio che sormonta il parlamento britannico.
Una donna è morta e altre persone sono state ferite, alcune in modo molto grave, il bilancio non ufficiale dal St Thomas Hospital.
Sull’auto c’è un solo uomo, vestito di nero, con barbetta e tratti asiatici. quando l’auto si fracassa contro il cancello, esce dalla macchina e raggiunge di corsa l’entrata del parlamento a poche decine di metri di distanza.
Un testimone riferisce che impugna due coltelli, tenendoli in mano con la cosiddetta “presa a martello”, con questi assale uno dei poliziotti di guardia all’ingresso, ferendolo gravemente, prima di essere ucciso da due agenti in borghese.
Il primo ministro Theresa May, che si trovava all’interno del palazzo, è stato caricato d’urgenza su una Jaguar e rapidamente allontanato, come prescrivono le misure di sicurezza in questi casi.
“Stiamo trattando l’incidente come un attacco terroristico” è il primo commento di Scotland Yard, che ha ordinato di fatto ai deputati di barricarsi dentro il parlamento e ha chiuso l’intera zona al traffico, incluse le più vicine stazione della metropolitana.
L’allarme scatta alle 2:45 del pomeriggio, ora di Londra, quando un fuoristrada grigio proveniente dalla riva sud del Tamigi sale all’improvviso sul marciapiede adiacente il parlamento di Westminster e falcia i pedoni che a quell’ora sono come sempre numerosi.
Tra le vittime ci sono molto probabilmente turisti, perchè sono in particolare i visitatori stranieri a frequentare l’area per scattare foto ricordo con il Big Ben sullo sfondo.
L’auto va a fracassarsi contro i cancelli esterni del palazzo. A quel punto, secondo una prima ricostruzione, uno degli occupanti esce dal veicolo e raggiunge a piedi l’ingresso della camera dei Comuni, a poche decine di metri di distanza.
Al cancello stazionano sempre un paio di poliziotti: l’uomo, vestito di nero, ne assale uno con un lungo coltello, lo ferisce e lo fa cadere al suolo.
Un secondo poliziotto va a chiamare soccorsi. L’assalitore si allontana ma sopraggiungono due agenti in borghese, che prima gli intimano di fermarsi e alzare le mani, poi, visto che lui ignora il comando, gli sparano con le pistole una, due, tre volte, abbattendolo.
Quasi contemporaneamente agli spari, la Jaguar su cui viaggia Theresa May parte sgommando dal cortile del parlamento, con la premier caricata precipitosamente a bordo e scortata dalle sue guardie del corpo.
Destinazione: la vicina Downing Street, in cui anche un carro armato farebbe fatica a passare, trasformata in un bunker da quando la minaccia del terrorismo ha cambiato l’esistenza di tutti, compreso il capo del governo.
Messo al sicuro il primo ministro, le autorità si preoccupano dei parlamentari: nel timore di complici fuggiti dopo che l’automobile ha investito i passanti o sopraggiunti in un secondo momento nell’ipotesi di un’azione coordinata, ai deputati viene ordinato di chiudersi dentro l’edificio, insieme a commessi e personale di servizio.
La seduta che era in corso nell’aula dei Comuni era stata già sospesa: i legislatori stavano discutendo, quando hanno udito distintamente gli spari dalla strada.
I corpi anti terrorismo di Scotland Yard e dei servizi segreti prendono in mano la risposta all’attacco e le prime indagini: in questi casi la priorità è identificare gli assalitori, scoprire dove vivono e perquisirne le abitazioni.
Di certo c’è che, dopo almeno mezza dozzina di attentati sventati dall’intelligence britannica soltanto negli ultimi tre anni, un attacco è riuscito a evadere la rete preventiva e a fare vittime.
Il bilancio e le motivazioni diventeranno noti nelle prossime ore. Ma, come in Germania, in Francia, in Belgio, anche la Gran Bretagna è finita nel mirino. Di nuovo, come nel luglio 2005, quando quattro attentatori suicidi fecero 60 morti e 500 feriti facendosi esplodere nell’Underground e su un bus.
(da “La Repubblica”)
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