BERLUSCONI CERCA DI TENERE DENTRO TUTTI
“PARISI CI PORTA PEZZI DI SOCIETA’ CIVILE CHE CI HANNO ABBANDONATO DA TEMPO”… PREVISTO INCONTRO CON SALVINI
«Le vacanze sono finite. Si ricomincia…». Il ritmo della sua domenica è scandito dal viavai di collaboratori che raccolgono le valigie all’ingresso di Villa Certosa.
Silvio Berlusconi prepara per tutta la giornata il suo ritorno ad Arcore e, di fatto, anche quello sulla scena politica.
Che potrebbe avvenire il giorno del suo ottantesimo compleanno, il 29 settembre prossimo, o poco dopo.
Ma perchè si possa tornare sulla scena, è necessario che dietro le quinte sia tutto in ordine, tutto pronto.
E la prima pagina del canovaccio che l’ex presidente del Consiglio ha intenzione di recitare sul palcoscenico del cantiere del nuovo centrodestra sarà scritta probabilmente tra qualche ora.
Quando, forse a mo’ di omaggio rispetto agli antichi fasti dei «lunedì sera» passati con Umberto Bossi, a varcare il cancello di Villa San Martino sarà Matteo Salvini, il leader della Lega reduce dalla tradizionale adunata del Carroccio a Pontida.
A meno di colpi di scena dell’ultima ora, insomma, i due leader dei partiti pilastro del centrodestra tradizionale si ritroveranno faccia a faccia stasera.
È possibile che Salvini chieda a Berlusconi di «mettere la faccia» sulla battaglia del No al referendum, che insista perchè il leader azzurro freni la (presunta) emorragia di quegli elettori azzurri tentati dall’astensione o dal voto pro-Renzi.
Ed è altrettanto possibile che Berlusconi replichi confermando la sua inclinazione a «stare lontano dalle televisioni» ancora per un po’.
Così com’è probabile che Forza Italia e la Lega mettano sul tavolo un generico accordo «a favore dell’unità del centrodestra» lasciando sospesi tutti i dubbi su leadership e assetto.
Ma visto che ci sono nodi che non possono non essere sciolti, ecco che durante tutta la giornata di ieri Berlusconi ha iniziato a far capire come la pensa su molti di questi.
A cominciare dal ruolo di Stefano Parisi. Ad alcuni dei parlamentari azzurri che hanno passato il sabato e la domenica a intasare il centralino della sua residenza sarda, per esempio, l’ex premier ha dato della convention parisiana una lettura tra luci e ombre.
«Non so se dovevo aspettarmi qualcosa di diverso. Certo, da quello che ho visto mi è parsa un’adunata poco scintillante e un po’ troppo professorale», si è lasciato scappare con alcuni interlocutori.
E quando molti forzisti gli hanno fatto notare che «Parisi l’ha citata pochissimo, quasi come se volesse tenersi a distanza dall’eredità berlusconiana», il diretto interessato ha quasi fatto finta di non sentire. «Forse è così. Di certo, Stefano può far riavvicinare a noi un pezzo di società civile e di imprenditoria con cui Forza Italia non parla da un pezzo», ha risposto citando – tra gli altri – il presidente di Federacciai Antonio Gozzi, salito sul palco alla convention dell’ex candidato sindaco di Milano.
Come nella più inossidabile tradizione del ventennio berlusconiano di governo, quindi, tra due scuole di pensiero l’ex premier sceglierà entrambe.
Tra il «nuovo» rappresentato da Parisi e il «vecchio» difeso dai colonnelli forzisti, Berlusconi punterà – come dicono i suoi – a «tenere dentro tutto».
Alcuni dei pezzi della società civile radunati dall’ex amministratore delegato di Fastweb saranno contattati per essere avvicinati o riavvicinati a Forza Italia.
Senza che questo, e sul punto il numero uno forzista ha rassicurato Giovanni Toti la settimana scorsa, comporti l’automatico pensionamento in blocco della vecchia guardia.
Dove si sta facendo chiarezza, e molta, è nel «gruppo ristretto» dei custodi dell’ortodossia berlusconiana che prima dell’estate hanno sostituito il «cerchio magico» degli ex fedelissimi.
Una squadra ristretta, che la famiglia (Marina su tutti) e gli amici di sempre (Confalonieri su tutti), guardano dal di fuori. Ma molto molto amalgamata.
Con Valentino Valentini addetto alla «strategia», Sestino Giacomoni dedicato all’«organizzazione» e Alfredo Messina alla «tesoreria», Niccolò Ghedini potrebbe essere chiamato – nelle settimane che verranno – ad avere maggiore visibilità rispetto agli ultimi due decenni passati a lavorare nell’ombra.
Vero o falso che sia, l’intervista a tutto campo rilasciata dall’avvocato padovano qualche giorno fa al quotidiano Libero è stata letta da molti forzisti come un «segnale».
Per i segnali più importanti, che riguardano il futuro del centrodestra, bisognerà aspettare stasera. Quando, se non ci saranno imprevisti dell’ultima ora, un’auto varcherà i cancelli di Arcore. Con i vetri oscurati. E Salvini a bordo.
Tommaso Labate
(da “il Corriere della Sera“)
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