BERLUSCONI HA 29 BOCCHE IN PIU’ DA SFAMARE: I RESPONSABILI NON AMANO LA DIETA
PIONATI IL PIÙ NERVOSO DEL GRUPPO: VOLEVA FARE IL VICEMINISTRO, MA GLI È ANDATA MALE…ORA SONO IN SILENZIO STAMPA, OGNI TANTO DISERTANO LE VOTAZIONI E LANCIANO AVVERTIMENTI AL PREMIER
Come gli azzurri della Nazionale di Bearzot nell’Ottantadue, i Responsabili vanno incontro alla storia anche con un propedeutico silenzio stampa.
È il caso del campano Bruno Cesario: “Oggi non parlo, mi dispiace. Queste sono le ore più importanti della mia carriera politica”.
La sua coppa del mondo è un posto da sottosegretario. L’ora è solenne, l’attesa snervante.
In aula il governo va giù su un emendamento del Pd e sui Responsabili viene caricata la croce delle assenze decisive.
Un segnale al Caimano, per spingerlo già stamattina, nel consiglio dei ministri dedicato all’emergenza di Lampedusa, a dare “il giusto riconoscimento alla terza forza della coalizione”, come ammette uno degli assenti a microfoni spenti.
Terza forza. Terza gamba.
I responsabili, in una parola. Ventinove deputati e sei sigle.
Il premier deve riempire undici caselle rimaste vuote.
Altre dodici verranno con il disegno di legge per aumentare le poltrone di governo e spiantare la Bassanini.
In queste ore alcuni ministri stanno compilando schede tecniche con le esigenze dei loro dicasteri.
In pratica, mettono nero su bianco le richieste di uno, due o tre sotto-segretari a testa. Il rimpasto sulle ventitrè. A dire il vero, ventiquattro.
Perchè il siciliano Romano è già passato all’incasso con il ministero dell’Agricoltura. Il giorno che ha giurato, giovedì scorso, ha festeggiato con un grande pranzo in un ristorante del centro di Roma.
Cinquanta invitati, tutti dalla Sicilia, tra familiari, affini e amici.
Gli altri quattro Responsabili che aspirano sono: Calearo, da viceministro per il Commercio con l’Estero, poi l’ex finiana Polidori, il già citato Cesario, Belcastro di Noi Sud, l’ex pastonista del Tg1 Pionati, tutti e quattro da sotto-segretari.
Due variabili, da aggiungere alla lista della spesa di Iniziativa Responsabili, sono la Siliquini, altra ex di Fli, e Antonio Milo, che insidia Belcastro in quota Noi Sud.
Un vortice di ambizioni che s’impenna nel primo pomeriggio.
In Transatlantico Veltroni e D’Alema passeggiano insieme e ridono e una voce si schianta sui Responsabili: “Domani in cdm il premier nominerà solo tre vice-ministri”. Calearo, Anna Maria Bernini del Pdl con la delega che fu di Romani (oggi allo Sviluppo economico che fu di Scajola, che a sua volta potrebbe rientrare alle Politiche comunitarie che furono di Ronchi); l’ex autonomista Misiti alle Infrastrutture.
Qualche sottosegretario in pectore ha un mancamento: “Non è vero, domani tocca anche a noi”.
Un collega papabile lo rassicura: “Non preoccuparti, a cena Berlusconi ci ha detto che risolverà la questione entro martedì prossimo”.
Ma il più frenetico di tutti è Francesco Pionati, in abito chiaro.
L’ex notista del Tg1 è l’anti-Romano dei Responsabili.
I due non si sopportano.
Sul web è diventato un cult il fuorionda di Pionati a Exit, alla vigilia della nomina di Romano a ministro: “Io non mi faccio rappresentare da Romano. Se vado al nord con Romano sul palco non faccio altro che raccogliere ortaggi, è una situazione pericolosa. Noi abbiamo l’immagine di persone perbene, i siciliano so’ siciliani”.
In realtà il Pid di Romano, Popolari per l’Italia di domani, rischia di stroncare la vera ambizione di Pionati: diventare il nuovo Casini del centrodestra con la Alleanza di centro.
Un partitino che ha reclutato l’attrice Debora Caprioglio e vanta un inno-karaoke che recita: “Noi vogliamo difendere l’onore di chi non ha più santi da pregare/ di chi non ha uno straccio di lavoro/ raccoglieremo voci in un sol coro”.
Alla corte del Caimano, le dichiarazioni di Pionati su Romano non sono piaciute per niente e questo avrebbe fatto perdere già la prima battaglia al capo dell’Adc: quella con la Bernini, figlia d’arte di un ministro berlusconiano del ’94 poi in An infine nel Pdl, per la poltrona di vice-ministro alle Comunicazioni.
Pionati ci teneva tantissimo.
Ma le sue frasi in libertà gli hanno appiccicato l’etichetta di “inaffidabile” nell’inner circle di Palazzo Grazioli.
E poi spiega un deputato del Pdl, “Francesco rappresenta solo se stesso, se diventa sottosegretario è grasso che cola”.
Sottosegretario come, per esempio, lo storaciano Musumeci.
Oppure il calabrese Galati, già coinvolto in un’inchiesta su festini a luci rosse e coca, che poi ha sposato la leghista Lussana dopo un adeguato trapianto di capelli.
Oggi Galati è con i Cristiano Popolari del Pdl (da non confondere con quelli Riformisti). Il premier andrà alla loro convention giovedì mattina.
Il rimpasto è in atto. E se il ddl va avanti c’è posto per tutti.
Ventitrè, almeno.
Fabrizio d’Esposito
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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