BERLUSCONI: “PM ASSOCIAZIONE A DELINQUERE”, ANM: “ACCUSE INAUDITE”
IL CAVALIERE DI LOTTA E DI PARLAMENTO RITORNA ALLA SUA OSSESSIONE
Il Cavaliere di lotta e di Parlamento ora minaccia la «battaglia di piazza», se la sinistra conquisterà anche il Quirinale. È la chiamata alla mobilitazione dei suoi da parte del leader politico che si sente accerchiato e dell’imputato che da qui a qualche settimana teme l’affondo finale. «I miei legali mi dicono che stanno per arrivare delle sentenze pesanti, una follia perchè l’affare Ruby è stata tutta una montatura, ma preparatevi al peggio» avverte Silvio Berlusconi rivolto ai senatori Pdl che lo ascoltano, cupi e in silenzio.
Sono le tre del pomeriggio, nella sala della commissione Difesa, piano terra di Palazzo Madama.
Il capo allude alle «condanne in arrivo» per il processo Ruby, all’appello Mediaset. Ma anche al giudizio immediato di Napoli per la compravendita dei parlamentari.
Teme il carcere, non ne fa mistero.
«Mi vogliono arrestare, all’interno della magistratura c’è una parte che ha formato una specie di associazione a delinquere che usa il potere giudiziario a fini politici», rincara.
E ripete come una ossessione anche lì: «Vogliono farmi fare la fine di Craxi, ma hanno sbagliato persona».
Preoccupato dai due presidenti delle Camere, soprattutto dall’elezione di Pietro Grasso al Senato, «hanno scelto un pm, andando contro il sentire del 37,7 per cento dei cittadini che non vogliono la magistratocrazia ».
Sortite che scatenano di nuovo la reazione dell’Anm e del suo presidente Rodolfo Sabelli: «Pensare alla magistratura come ad un’associazione a delinquere è cosa che non riesco neanche a commentare, un insulto inaudito assolutamente intollerabile».
Arriva a mezzogiorno alla riunione di gruppo a Montecitorio, grazie alla quale ottiene il legittimo impedimento a Milano proprio nel processo Ruby.
Udienza slittata al 25 marzo e, di conseguenza, l’imminente sentenza.
Gli occhiali scuri sono gli stessi con cui è comparso sabato a Palazzo Madama. Presenza obbligata, per indicare Brunetta capogruppo (verrà poi eletto oggi pomeriggio) a dispetto dei malumori interni; Schifani, sempre su sua indicazione, è stato invece già acclamato ieri pomeriggio al gruppo di Palazzo Madama.
I toni che usa il capo sono quasi drammatici: «Teniamoci pronti a tutto e consideriamoci in campagna elettorale, se votassimo oggi vinceremmo, siamo già in testa con 2,5 punti di vantaggio sulla sinistra».
Li striglia, li vuole pronti a dare battaglia nelle tv, «soprattutto sui temi della giustizia », la manifestazione di Piazza del Popolo di sabato segnerà lo start.
Anche se la partita politica non è ancora chiusa, si dice pessimista: «Credo che la sinistra sceglierà anche il presidente della Repubblica e allora daremo battaglia nel Parlamento e nelle piazze».
Lui è pronto «a un intervento al giorno in aula, nelle piazze e ovunque».
Comunque convinto che Bersani o chi per lui un governo lo formerà , con l’aiuto dei grillini, «tutti no tav e centri sociali, soprattutto impauriti dal ritorno al voto», e dai montiani.
Il premier uscente viene messo alla berlina: «Si è offerto prima come presidente del Senato, poi come presidente della Repubblica ed è stato respinto con risate, ora spero non si liberi il posto di Ct della nazionale di calcio» conclude Berlusconi tra i sorrisi e gli applausi dei presenti in Sala Colletti a Montecitorio.
I processi, l’esclusione dai giochi e infine il conflitto di interessi pur di farlo fuori, conclude il Cavaliere davanti ai senatori, ma «le priorità sono altre, l’economia, il fisco, le riforme».
Carmelo Lopapa
(da “La Repubblica“)
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