BERTOLASO SVELA: “FU SALVINI A DIRMI ‘PUNTO SU DI TE””
LE COMICHE DEL VOLTAGABBANA: ORA BERTOLASO NON VA PIU’ BENE CON LA SCUSA DELLA RUSPA
La candidatura a sindaco di Roma di Guido Bertolaso, appoggiata da Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni, deve superare più di un’ostilità interna al centrodestra: dalle perplessità di Matteo Salvini alla concorrenza di Francesco Storace e Alfio Marchini, che aspirano entrambi al Campidoglio. E allora qual è il piano dell’ex capo della Protezione civile?
Guido Bertolaso, ospite del videoforum di Repubblica Tv, risponde alle doamnde della giornalista
I romani devono esprimersi nei gazebi di Salvini.
Vedremo quanti andranno e cosa diranno. Temo che andranno quelli vicini ad altri candidati. Ma è ammissibile, siamo in democrazia.
Passo indietro: come si è arrivati alla sua candidatura?
Ero stato in Sierra Leone, medici cattolici me lo avevano chiesto. C’ero già stato per l’ebola. Quest’anno dovevo governare un reparto di pediatria con 130 bambini. Rientrato poco dopo le feste, sono stato prelevato direttamente in aeroporto e accompagnato da Berlusconi. Sequestrato. Ho visto Silvio, mi ha chiesto la disponibilità . Io ho posto come condizione che vi fosse ampio consenso nel centrodestra. Mi sembrava una buona idea.
Lei ci riflette, poi ha un problema familiare e sembra propendere per il “no”. Poi il problema si allevia e torna sulla sua decisione. Intanto arriva anche il “sì” della Meloni, non quello di Salvini. Ma con Salvini si era sentito?
Ero a Londra, contento della fase positiva della vicenda familiare. Non pensavo più alla candidatura, ma tutti e tre, Berlusconi, Meloni e Salvini, me lo hanno chiesto, insieme. E ho parlato con Meloni ma anche con Salvini. “Caro Matteo, mi lusinga che tu mi abbia indicato. Ci sono problemi da risolvere”. E lui: “Sì, punto su di te per vincere”. Allora ho chiamato Silvio e ho detto: “ok”.
Ma poi lei rilascia un’intervista a Radio Capital: e sui rom, dal punto di vista di Salvini, è troppo morbido.
Ero sempre a Londra, arriva la telefonata di Capital. Sui rom io ho detto solo che sono una società vessata. Ma non mi riferivo all’oggi, mi riferivo alla storia. Nel passato ha subito persecuzioni. Ma non ho detto che i rom sono una priorità . E insieme alle ruspe ci sono altri sistemi. Ad esempio, inserirli nella società . Il problema è che i campi rom vengono abbandonati a se stessi. E per mangiare fanno operazioni illegali. Banbini usati per rubare.
Cosa penserebbe di fare?
Ieri ho letto che il Comune di Roma ha emesso un bando per dare la possibilità ai campi rom di fare commercio e attività produttive. Praticamente dei mercatini, in cui potrebbero vendere la merce rubata. C’è qualcosa da rivedere. Ma Salvini non ha protestato contro questo bando. Il problema va affrontato nel suo complesso e sto studiando le soluzioni. E credo che la mia storia mi permetta di immaginare soluzioni.
Della sua storia parleremo, ma rimaniamo su Salvini: oggi sul Corriere afferma che “il progetto di Bertolaso non è nè chiaro nè condiviso.
Roma è una città bombardata. Non si offendano i “concittadini” de L’Aquila, ma Roma è terremotata. Chi la ricostruisce? Salvini e i suoi partner? O chi si è gettato nella mischia anche in passato, pagando anche personalmente? Io lavoro per ricostruire la città più bella del mondo e dove la gente è disperata. Tutti a fare promesse, nessuno ha mantenuto gli impegni. Io ho una grande colpa: quando prendo un’impegno lo porto fino in fondo, anche a costo di pagarne le conseguenze.
Lei è accusato omicidio colposo, falso e truffa.
Mi ritengo totralmente estraneo a queste accuse. Entrambi i processi verranno prescritti, uno a maggio, uno a ottobre. E ho detto anche che rinuncio alla prescrizione, che voglio una sentenza. Voglio che qualcuno dica se sono innocente o colpevole.
Ps Peccato non dica cosa farebbe se fosse ritenuto colpevole…
(da “La Repubblica”)
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