BLOCCO INFORMATICA, ALLARME DEI MAGISTRATI: “SENZA ASSISTENZA TECNICA RISCHIAMO LA PARALISI”
DAL PRIMO GENNAIO INTERROTTA L’ASSISTENZA AGLI UFFICI GIUDIZIARI… I MAGISTRATI PARLANO DI “COLPO FINALE” AL FUNZIONAMENTO DELLA GIUSTIZIA E ANNUNCIANO PROTESTE CLAMOROSE…E’ QUESTA LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA ANNUNCIATA DAL GOVERNO DEGLI ACCATTONI?
“Una paralisi complessiva del sistema”, con la “chiusura dei tribunali”, e l’impossibilità per le imprese e i privati di partecipare a gare di appalti e concorsi.
E’ quello che si rischia con il blocco dal primo gennaio scorso dell’assistenza informatica agli uffici giudiziari.
Per questo l’Associazione nazionale magistrati annuncia una “protesta forte e decisa” e parla di “colpo finale” del governo a una “macchina che ha già enormi difficoltà di funzionamento”.
“Altro che riforme, qui c’è il rischio che i tribunali chiudano. Da tempo chiediamo una seria politica che razionalizzi i costi ed eroghi risorse umane e materiali tali da consentire un efficace funzionamento della gisutizia” insiste il presidente del’Anm.
Il grido d’allarme dell’assocaizione trova conferma nelle parole del capo dipartimento dell’organizzazione giudiziaria del ministero della Giustizia Luigi Birritteri, che ammette le difficoltà .
Un intervento fatto dopo la riunione al ministero di via Arenula, alla quale hanno partecipato anche rappresentanti del Viminale per verificare le “possibile ricadute sull’attività di polizia”.
“L’allarme è più che giustificato”, scrive Birritteri. “Voglio, tuttavia, rassicurare
tutti sull’impegno del Ministro per la soluzione del problema in tempi assai brevi”.
Ma le toghe che annunciano la mobilitazione: “la politica del governo fatta di annunci e conferenze stampa mostra scarsa percezione dei veri problemi della giustizia. Il ministro non può parlare di processo breve e poi negare le risorse minime per i sistemi informativi automatizzati. Senza un provvedimento immediato di ripristino della assistenza informatica, torniamo indietro di vent’anni, con danni irreparabili alle indagini, ai rapporti tra polizia e procure e ai processi civili; diventa impossibile la ragionevole durata dei processi. A pagare il prezzo di tutto questo sono i cittadini. Senza rimedi urgenti sarebbe un fallimento per il paese”.
Il governo si riempie la bocca con promesse di modernizzazione della pubblica amministrazione e allo stesso tempo taglia i fondi sui servizi informatici”.
La promessa dell’era digitale, tante volte garantita dal Guardasigilli Alfano, è andata in frantumi.
E tutto non per colpa del ministro, ma del collega Tremonti e del drastico taglio dei fondi al ministero di via Arenula.
Erano 85 i milioni garantiti per le spese informatiche nel 2008.
Sono diventati 58 l’anno successivo.
E ancora sono calati a 45 in quello dopo. Per il 2011 il titolare di via XX settembre ne ha “postati” in bilancio solo poco più di 27.
La conseguenza sarà lo stop a qualsiasi forma di assistenza e manutenzione per l’intero sistema informatico che garantisce la vita della macchina giudiziaria in Italia.
Raccontano di un Alfano furioso con Tremonti per il taglio contro cui il Guardasigilli ha inutilmente protestato. I conti sono fatti: 60mila postazioni, 5mila server, 1.800 uffici in tremila edifici.
L’intera giustizia civile e penale si regge sull’informatica e sull’assistenza che ogni minuto deve essere garantita.
Se questa si ferma, se nessuno aiuta in singolo magistrato o il singolo cancelliere alle prese con un computer che fa le bizze le conseguenze sono irreparabili.
Denunciano gli addetti ai lavori: “i tribunali chiuderanno e se si blocca un ufficio essenziale per la vita del Paese le imprese non potranno più partecipare a una gara di appalto, perchè non avranno la certificazione necessaria. E non si potrà nemmeno iscrivere una causa a ruolo. Lo stesso problema si porrà per chi intende prender parte a un concorso pubblico».
E pensare che il governo degli accattoni aveva posto al primo posto delle priorità la riforma della giustizia.
Ah già , era solo riferita ai processi del premier…
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