BONAFEDE INTERVENGA SULL’ARRESTO IN CARCERE DELLA PORTAVOCE NO TAV LAURIOLA, NON SIAMO IN UN REGIME MILITARE
UNA PENA DI DUE ANNI SI SCONTA AI DOMICILIARI, VISTO ANCHE IL PARERE FAVOREVOLE DELLE ASSISTENTI SOCIALI MINISTERIALI… HANNO LASCIATO A CASA CANI E PORCI PER REATI BEN PIU’ GRAVI E SE LA PRENDONO CON UNA GIOVANE CHE HA SOLO FATTO PASSARE GLI AUTOMOBILISTI SENZA PAGARE IL PEDAGGIO
Pochi giorni fa a Torino è stata arrestata e reclusa in carcere la portavoce No Tav Dana Lauriola, dovrà scontare una condanna definitiva a 2 anni per una protesta del marzo 2012. Il reato: avere occupato il casello autostradale di Avigliana (To) facendo passare gli automobilisti senza pagare il pedaggio.
Indipendentemente dalle idee che Lauriola esprime nel caso specifico mi chiedo e chiedo: è accettabile che le venga riservato un trattamento diverso da qualunque altro accusato e condannato?
Davvero per una condanna a 2 anni per un reato come quello commesso da Lauriola, aver bloccato le sbarre di un casello facendo passare gli automobilisti senza pagare, è legittimo rigettare qualsiasi misura alternativa al carcere?
Richiesta di misure alternative per cui, peraltro, avevano dato parere favorevole anche gli assistenti sociali ministeriali e che sono state respinte.
Davvero una donna di 38 anni non può scontare la pena per un reato del genere ai domiciliari o comunque in forma diversa dal carcere?
La storia di questa donna condannata a due anni di carcere per una manifestazione di protesta fatta quando aveva 32 anni mi ha portato a ricordare un evento differente ma simile in cui mi imbattei appena eletto nel 2013.
La storia di Artic Sunrise, la nave di Greenpeace che fu sequestrata militarmente dall’esercito russo perchè tentò un abbordaggio a una piattaforma petrolifera nel Mar Artico.
Una delle famose manifestazioni pacifiche di Greenpeace di grande effetto comunicativo per protestare contro le estrazioni indiscriminate di petrolio in quello che è l’ultimo santuario ambientale come il Mare artico.
Ma ieri, come oggi, la reazione fu esagerata: i 30 ragazzi di Greenpeace di 18 nazionalità furono abbordati dei militari con elicotteri, a mano armata, rinchiusi in carcere con l’accusa di pirateria e il rischio concreto di una condanna a 15 anni.
In tanti si mobilitarono e tra questi Paul McCartney che scrisse una bella e toccante lettera che vi invito a cercare e leggere.
Mi sembrava incredibile, ingiustificato, sproporzionato che delle persone che manifestavano pacificamente rischiassero 15 anni di carcere durissimo e pensavo che tutti quelli che potevano dovevano manifestare il loro disaccordo.
Nel fatto specifico negare le pene alternative, proposte anche dagli assistenti sociali del ministero, ed infliggere una detenzione di due anni a una donna di 38 anni è un procedimento inspiegabile a tanti ma soprattutto ai nostri giovani.
Mi piace ricordare una delle lettere per chiedere aiuto per i giovani di Artic ed in particolare quella all’allora Amministratore Eni Scaroni, si citava un passaggio di una lettera che Don Milani del febbraio 1965 inviò ai cappellani militari.
Allora gli attivisti erano gli obiettori di coscienza: “Aspettate ad insultarli: domani forse scoprirete che sono profeti. Certo il luogo dei profeti è la prigione ma non è bello star dalla parte di chi c’è li tiene”.
Due anni dopo nel 2015 il Tribunale dell’Aja sentenziò che il sequestro dell’Artic Sunrise era illegale. Mosca violoò il diritto internazionale e doveva risarcire il Governo Olandese (la nave batteva bandiera olandese).
Quella scritta “la legge è uguale per tutti” non deve essere mai dimenticata o peggio sparire e ricomparire a secondo dei casi.
(da “Huffingtonpost”)
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