CAMERA, LO STRANO GRUPPO SUDAMERICANO CON UNA SOLA EMIGRANTE: COSI’ ARRIVANO I CONTRIBUTI
DEPUTATI PROVENIENTE DA VARI GRUPPI STANNO INSIEME IN NOME DELL’AMERICA LATINA: FONDI PREVISTI SOLO PER CHI ADERISCE A UNA COMPONENTE GIA’ PRESENTE ALLE ELEZIONI
Nello Formisano è stato eletto con il Centro democratico in Campania. Eugenia Roccella e Vincenzo Piso, invece, erano nelle liste Pdl nel Lazio (poi Ncd). Guglielmo Vaccaro è stato votato dai campani col Pd. Provenienze diverse.
Cosa ci fanno ora, alla Camera, nell’Unione sudamericana emigrati italiani?
Hanno trovato rifugio in Sudamerica, si potrebbe dire, dopo il divorzio con i rispettivi partiti di elezione.
L’Unione sudamericana emigrati (Usei) è una delle componenti del gruppo Misto della Camera. Presieduta da Renata Bueno, eletta, lei sì, nella circoscrizione estera del Sud America: doppia cittadinanza, brasiliana e italiana, candidata a Montecitorio proprio con l’Usei.
Formazione abbandonata a inizio legislatura per passare al Maie, ma resuscitata il 30 novembre scorso.
Lo scopo? «Evidenziare il contributo degli italiani all’estero», spiega. E aggiunge: «La componente è aperta a chi, in piena libertà di coscienza, abbia volontà nell’aiutarmi nell’impegno preso con i miei elettori: la mia personale lealtà al governo Renzi, dimostrata in molte occasioni, potrà così avere maggiore forza nel rispetto dei principi laici e progressisti».
L’America del Sud c’entra poco con l’adesione degli altri deputati.
Nella biografia di Vaccaro si legge che «adora i sudamericani Marquez e Borges». Ma è letteratura, la passione politica è orientata all’Europa. «Con la Bueno avevo lavorato nella precedente legislatura su una legge, Controesodo, per incentivi agli italiani all’estero», racconta lui. Che ha lasciato il Pd a maggio, in dissenso con la candidatura di De Luca in Campania, e ora è con Italia Unica.
«Con Bueno è nata l’idea della componente. Con Gaetano Quagliariello, poi, abbiamo avuto una convergenza sulla linea». Quella di smarcarsi dalla fedeltà assoluta al governo.
Così sono arrivati Roccella e Piso, i centristi che, con Quagliariello, hanno lasciato Ncd proprio accusandolo di essere subalterno a Renzi. Tutti e tre si trovano, adesso, in un gruppo che rivendica «lealtà a Renzi».
«Non vogliamo fondare un gruppo – spiega Roccella -, aderisco all’Usei per avere un minimo di voce. Se nel Misto non sei iscritto ad alcuna componente, è difficile anche presentare un emendamento, hai i tempi di parola contingentati».
«È solo un fatto tecnico, non c’è identità politica», come ammette Nello Formisano. Lui, tornato a ottobre 2014 con l’Italia dei valori, il governo lo sostiene («anzi, Renzi dovrebbe considerare l’ingresso di un esponente idv in squadra»).
Ma perchè proprio gli emigrati sudamericani?
Alla Camera servono 10 deputati per una componente nel Misto. Ne bastano 3, però, se la componente è riconducibile a una lista che si sia presentata alle elezioni: «L’Usei c’era, l’Idv no», dice Formisano. L’importante è far parte di una componente, per non stare nel Misto da «freelance».
Il regolamento della Camera prevede per i gruppi «la disponibilità di locali e attrezzature», oltre a «un contributo finanziario».
Per il gruppo Misto «dotazioni e contributi sono determinati con riguardo al numero e alla consistenza delle componenti politiche».
Come spiega il capogruppo del Misto Pino Pisicchio: «Rispetto agli “homeless”, chi ha un sottogruppo ha diritto di parola e possibilità di fare emendamenti maggiori. Il Parlamento non è maggioritario: perfino gli spazi destinati alle componenti sono ripartiti proporzionalmente.
Così per il minimo di strumentazione economica fornita ai gruppi: nel Misto il budget va, proporzionalmente, ai sottogruppi, mentre sono esclusi i “freelance”».
«Non c’è nessun costo aggiuntivo per la Camera – precisa Vaccaro -. Se avremo local i e attrezzature? Vedremo».
Renato Benedetto
(da “il Corriere della Sera“)
Leave a Reply