CARO MINNITI, NON SI CORRE SOLO QUANDO SI VINCE
SE LA POLITICA E’ PASSIONE SI PUO’ ANCHE ACCETTARE DI PERDERE SE CI SI CREDE VERAMENTE
Fa un effetto strano che Minniti abbia rinunciato a proseguire nella candidatura a segretario del Pd dopo aver scoperto che Renzi non l’avrebbe accompagnato nella corsa e che, anzi, gli avrebbe messo il bastone fra le ruote costruendosi un partito tutto suo.
Perchè Minniti era stato chiaro: la sua candidatura nasceva per dare un futuro al Pd, per salvarlo dai personalismi e dall’odio, per offrirgli la possibilità di tornare presto al governo esercitando un’opposizione dura e illustrando un’alternativa chiara.
Un partito esiste e resiste a dispetto delle persone che lo animano. Un partito vale più del destino del singolo, proprio come dieci giorni fa diceva Minniti. E se lo diceva dobbiamo immaginare che non fingesse.
E se non fingeva perchè poi, scoprendo che il suo potenziale supporter non era con lui e magari neanche più nel partito, ha cambiato idea?
La revoca della disponibilità a candidarsi invece che offrire il senso di una misura, di un limite, ha il sapore amaro della fuga dalle responsabilità , della retromarcia davanti a un insuccesso possibile.
Ma la politica è passione, abbiamo detto. E allora non si corre solo per vincere la gara.
Si può persino accettare di perdere se si vuol bene alla ditta.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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