CASA DI MONTECARLO: NESSUNA TRUFFA, IL GIP ARCHIVIA DEFINITIVAMENTE L’INCHIESTA
CADE IL REATO DI TRUFFA PER FINI E PONTONE, NON CI FU ALCUN RAGGIRO NELLA CESSIONE AD UNA SOCIETA’ OFF-SHORE DELL’APPARTAMENTO EX AN… PER I GIUDICI LA CASA E’ STATA VENDUTA “SENZA ARTIFIZI E RAGGIRI”: LA CAMPAGNA DEI KILLER BERLUSCONIANI E’ FINITA MALE
Nessun reato di truffa aggravata per Gianfranco Fini.
Il presidente dei Gip del Tribunale di Roma, Carlo Figliolia, ha disposto l’archiviazione dell’inchiesta sulle presunte irregolarità legate alla cessione di un appartamento a Montecarlo ereditato da An.
Quello stesso appartamento di Boulevard Princess Charlotte (che il partito ereditò nel 1999 dalla contessa Anna Maria Colleoni), al centro di una violenta campagna di stampa da parte della stampa berlusconiana contro il presidente della Camera.
Accusato di aver favorito l’acquisto della casa da parte del fratello della sua attuale compagna, Elisabetta Tulliani.
Accuse da cui Fini si è sempre difeso.
E che adesso trovano definitiva smentita nella decisione dei giudici.
Il tribunale ha di fatto recepito le conclusioni del procuratore Giovanni Ferrara e dell’aggiunto Pierfilippi Laviani, secondo i quali nel 2008 non vi fu da parte dell’allora presidente di An e del tesoriere, Francesco Pontone, alcun artificio o raggiro nella cessione a una società off-shore dell’appartamento.
L’indagine della procura aveva preso il via dalla denuncia presentata da due esponenti di La Destra, Roberto Buonasorte e Marco Di Andrea, che si erano poi opposti alla richiesta di archivazione.
Secondo i denuncianti, i pm avevano omesso, tra l’altro, di sentire Giancarlo Tulliani, che, stando alla documentazione consegnata dal ministro della Giustizia del governo di Santa Lucia, risulterebbe titolare delle varie società off-shore protagoniste, in tempi diversi, della compravendita dell’appartamento di Montecarlo.
La procura, però, aveva definito del tutto “irrilevante” il contenuto della carte fatte pervenire “con una nota riservata e confidenziale” al nostro ministero degli Esteri dal governo di Santa Lucia.
Nel sostenere l’assenza di elementi penalmente rilevanti, la procura, che aveva iscritto sul registro degli indagati per truffa aggravata Fini e Pontone il giorno stesso della richiesta di archiviazione, riteneva che la questione della vendita dell’immobile, avvenuta a un prezzo inferiore al valore di mercato, poteva presentare al massimo aspetti civilistici.
Dalle indagini, avevano spiegato i pm, è risultato che Fini, all’epoca della vendita, era amministratore esclusivo di An e avevo deciso di vendere l’appartamento “senza artifizi o raggiri”.
A parere dei magistrati di piazzale Clodio, “nessun ruolo penalmente rilevante” aveva “il senatore Pontone, “mero mandatario” di Fini.
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