Gennaio 13th, 2010 Riccardo Fucile
PERSINO IN CINA 1.100 KM , CON 710 KM DI GALLERIE E VIADOTTI, SONO COSTATI 11 MILIONI A KM…. IL GENERAL CONTRACTOR IN ITALIA E’ UN DISTRIBUTORE DI SUBAPPALTI SENZA VINCOLI…GLI ENTI LOCALI, PER FAR PASSARE UN TRENO, SONO GIA’ DIVENUTI RICATTATORI FEDERALISTI E PRETENDONO QUATTRINI IN CAMBIO…DA NOI, A PARITA’ DI TRATTA, OCCORRONO 12,5 ANNI PER COSTRUIRLA, IN EUROPA 7,5, IN CINA 4,5
L’Alta Velocità è uno dei più grandi affari del dopoguerra, oltre la più grande infrastruttura degli ultimi venti anni.
Ma è anche un mistero, perchè Tav, la società delle Ferrovie, responsabile dell’operazione, un vero e proprio rendiconto dettagliato non l’ha mai presentato.
Eppure sarebbe stato interessante per il Governo avere dati precisi per proporre le riforme necessarie, onde perdere i primati negativi che accompagnano l’Alta Velocità italiana, rispetto alla concorrenza.
Un rendiconto parziale si può trovare nei bilanci della Fiat, general contractor per due tratte, la Bologna Firenze, costata 4,7 miliardi di euro, e la Milano Torino, costata 6,7 miliardi di euro.
Cifre che corrispondono esattamente a 60 e 54 milioni a chilometro.
Spese folli se rapportate ad altri Paesi all’avanguardia nell’Alta Velocità .
In Spagna, Francia e Giappone 1 chilometro di Tav è costato 10 milioni di euro.
In Cina, che a dicembre ha completato un tratto di 1.100 km ( di cui 710 con viadotti e gallerie), il costo è stato di 11 milioni a km.
Altre incongruenze: come è possibile che la Milano-Torino, in pianura e lungo l’autostrada, costi quanto la Bologna-Firenze, interamente appenninica, e il 50% in più dell’analoga Milano-Bologna?
Misteri italici, anche se molti puntano il dito contro il sistema del general contractor.
In realtà non è il general contract in sè la causa del male, ma piuttosto come si sceglie e come viene stipulato il contratto.
Invece che consegnare un progetto esecutivo dettagliato e vincolante con penali per sforamenti di tempi e costi, in Italia il general contractor è solo un meccanismo per distribuire commesse e subappalti, senza vincoli di controlli e di costi. Continua »
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Dicembre 12th, 2009 Riccardo Fucile
LE SOCIETA’ ITALIANE DI TELEFONIA STANNO SPOSTANDO ALL’ESTERO UNA FETTA DI CALL CENTER, TRA ALBANIA, ROMANIA, TUNISIA E ARGENTINA…. SARANNO 4.000 I LAVORATORI ITALIANI IN MENO: ALL’ESTERO COSTERANNO LA META’….CI SONO I CLIENTI DI SERIE A CHE PARLANO CON UN CALL CENTER ITALIANO, QUELLI DI SERIE B DIROTTATI ALL’ESTERO
Ormai capita spesso: chiami da Torino, Roma o Catania e ti rispondono da Tirana o da
Bucarest.
Le società di telefonia e in parte anche le Tv italiane stanno dirottando all’estero una gran fetta dei call center, dislocandoli in Albania, Romania, Tunisia e Argentina.
Wind ha già 400 lavoratori all’estero, Telecom 600, la “3” 200, Fastweb 50 e anche Sky ha operatori in Albania.
Le previsoni parlano di un passaggio a breve da 1.500 a 4.000 operatori telefonici impiegati all’estero, a scapito dei call center italiani e di migliaia di giovani che almeno sopravvivevano pur con stipendi miseri.
La crisi porta le aziende telefoniche a creare posti di lavoro all’estero dove la manodopera costa la metà , il tutto senza che il nostro governo intervenga.
Ci sono poi altri risvolti, oltre quelli occupazionali, che riguardano il servizio alla clientela.
Perchè sta emergendo un fatto anomalo.
Se a chiamare è un cliente che spende tanto, il numero viene dirottato a un call center di serie A, ovvero in Italia, con personale più pronto e qualificato. Quando a chiamare invece è un cliente che spende poco e che fa poche telefonate, viene instradato verso un call center estero, dove operano lavoratori volenterosi, che parlano un discreto italiano, ma che offrono un servizio più scadente. Continua »
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Settembre 3rd, 2009 Riccardo Fucile
AMMUCCHIATI BEN 1.500 BAGAGLI NEI DEPOSITI, PASSEGGERI CHE IMPIEGANO PIU’ TEMPO A RECUPERARE LA VALIGIA CHE IN VOLO… IL PROBLEMA E’ NATO CON LA PRIVATIZZAZIONE DEI SERVIZI DI ASSISTENZA A TERRA… E ORA LE SOCIETA’ DIVENTANO PURE SEI
Caos bagagli al rientro dei turisti a Fiumicino: sono 1.500 le valigie smarrite che riempiono i depositi dell’aeroporto romano.
Mentre l’Enac annuncia il ritiro della licenza per Az Airport e Fhightcare, le società di handling, ovvero quelle che si occupano delle operazioni di carico e scarico merci.
Le violazioni dei tempi di consegna sono state tali da mettere in atto le procedure di revoca: l’Enac aveva già comminato 23 multe a luglio e altre 40 ad agosto.
Migliaia di passeggeri sono stati costretti nei giorni scorsi, di ritorno dalle ferie, ad attendere oltre un’ora e mezza, con punte fino a tre ore, ai nastri di riconsegna bagagli e altre centinaia sono decollati in ritardo perchè le valigie non erano state stivate in tempo.
Un biglietto da visita da terzo mondo, per la clientela internazionale.
Ora le società inadempienti avranno 70 giorni per rimediare oppure lasciare per sempre Fiumicino. Il sindacato Ugl però rivela che il vero problema è stata la privatizzazione dei servizi di assistenza a terra.
Operai e strutture di Fightcare sono quelli che un tempo erano di Aeroporti di Roma che ha scorporato il settore handling dieci anni fa e nel 2006 l’ha venduto alla spagnola “Fomento do costruciones” che a sua volta l’ha affidato alla controllata Fightcare. Continua »
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Dicembre 6th, 2007 Riccardo Fucile
IN PROVINCIA SI SUBAPPALTANO ANCHE I GETTONI DELLE COMMISSIONI… ACCORDO TRASVERSALE TRA DESTRA E SINISTRA… E’ QUESTA L’OPPOSIZIONE SUI CONTENUTI ?
Eppure di segnali ne erano arrivati, anche dalla stampa cittadina che aveva rimarcato il pretesto di una operazione di “aggiornamento del regolamento delle commissioni consiliari” da parte della Provincia di Genova, puntando l’attenzione sull’art 8 del nuovo regolamento e denunciando le spese ulteriori a cui sarebbe andato incontro l’Ente e i maggiori introiti da parte dei consiglieri. D’altronde lo scopo della operazione era evidente,
mascherato sotto le esigenze di rappresentanza. Cerchiamo di spiegare in soldoni il caso. In Provincia sono istituite 6 commissione specialistiche formate da consiglieri provinciali (esperti dell’argomento si presume), quindi ogni commissione si riunisce con un plenum teorico di 19 consiglieri. Ciascuno percepisce un gettone di presenza di circa 100 euro a seduta. Le commissioni si riuniscono circa 4-5 volte la settimana complessivamente e, col vecchio regolamento, un assente poteva lasciare la delega a un altro membro della stessa commissione. Trattandosi di un commissario già facente parte della commissione, anche se aveva 3 deleghe percepiva sempre un solo gettone di presenza. Col nuovo regolamento la delega, in barba a ogni competenza specifica, può essere data a un consigliere esterno alla commissione che, partecipando a una commissione non sua, percepirà il gettone da 100 euro. In pratica si “girano” i soldi a un collega amico, in attesa di ricevere in cambio un analogo favore alla successiva occasione. La spesa maggiore non è da poco…facciamo due conti…su 19 consiglieri per commissione la media di assenti era di un 4-5 commissari (che davano la delega gratuita a colleghi interni)… Continua »
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