CERNO NON VERSAVA DA TEMPO LA QUOTA PREVISTA AL PARTITO E ORA ACCUSA IL PARTITO DI “CHIEDERE IL PIZZO”, LA SEGRETERIA DEM LO QUERELA
MA SE UNO VUOLE USCIRE DA UN PARTITO NON FAREBBE MEGLIO A SALDARE PRIMA IL CONTO IN SOSPESO?
“Si chiama pizzo, hanno chiesto il pizzo. Anche la segretaria di Milano ha detto che se andavo con i 5 Stelle non capivo niente… la segretaria, questa che faceva la portaborse della Toia. Faceva la portaborse di un’europarlamentare e fa il segretario di Milano…Dopo avermi chiesto il pizzo di 18 mila euro, mi ha detto “buona fortuna”. Si chiama pizzo, i soldi per parlare, per esprimere il proprio pensiero”.
Tommaso Cerno, il senatore eletto con il Pd e appena passato con i renziani di Italia Viva, attacca frontalmente il suo ex partito durante la trasmissione radio “Un giorno da pecora”.
Il riferimento è alla somma che il senatore non avrebbe mai versato al partito come quota contributo dopo la sua elezione nel 2018, e per la cui riscossione già da tempo il Pd aveva avviato un’azione legale.
Frasi che la segretaria milanese dei dem Silvia Roggiani non accetta: e per questo ha annunciato querela, ricevendo già la solidarietà del segretario nazionale Nicola Zingaretti che, su Twitter, scrive: “La nostra solidarietà al Pd Milano per l’aggressione subita. Un abbraccio a Silvia Roggiani e alla nostra comunità di attivisti che con generosità e passione lavorano per costruire un’Italia migliore. Siamo tutti con voi”.
Dopo la trasmissione radio di questa mattina i vertici del Pd hanno deciso di reagire. “È davvero grave che il senatore Cerno, paracadutato nel collegio più sicuro di Milano – e dunque eletto grazie agli sforzi organizzativi e anche economici del Pd che lo ha sostenuto – si permetta ora di calunniarci, usando le parole legate al mondo mafioso, come pizzo e ricatto. Lo sa il senatore Cerno quante persone sono morte per mano della mafia? Come parlamentare della Repubblica, conosce il peso della parola che usa? Credo che simili affermazioni qualifichino il senatore per quello che è: una persona che ha dimostrato scarsa cultura politica e soprattutto totale mancanza di rispetto nei confronti degli stessi militanti che gli hanno consentito di sedersi in Parlamento. Una comunità , quella del Pd Milano Metropolitana, che si autofinanzia con il tempo e la generosità dei propri iscritti e dei propri eletti. Eletti, che per quanto ci riguarda, sono i primi militanti del Pd, come dimostrano le esperienze degli altri parlamentari di Milano”, così la segretaria Roggiani, che poi continua:”Per quanto riguarda le parole usate nei miei riguardi, ci tengo a dirgli che il fatto di lavorare dall’età di 19 anni non è per me motivo di imbarazzo, ma anzi di orgoglio. Tommaso Cerno chieda scusa, non a me, ma non a tutta la comunità del Pd Milano Metropolitana che, anche grazie a tutti i contributi degli eletti, in questi anni è scesa in piazza, ha volantinato nelle strade e si impegna ogni giorno per la collettività “.
Sostegno anche dalla deputata Barbara Pollastrini – “Il ‘pizzo’ si paga ai mafiosi. Il fatto che un giornalista nonchè senatore non si renda conto della gravità delle proprie parole fa capire quanto il limite della serietà e della decenza sia stato oltrepassato” -, del senatore Franco Mirabelli – “Le parole di Cerno sono ignobili calunnie, che rispediamo al mittente. Il senatore dimentica che è stato eletto proprio grazie all’impegno della nostra comunità , che ora insulta. Anche ciò che ha detto di un governo che Renzi ha voluto e di cui Iv fa ancora parte è molto grave. Gli auguriamo buon lavoro” – e del consigliere regionale Pietro Bussolati: “Il senatore Cerno ha tutta la legittimità di fare le scelte politiche che ritiene e io di criticarlo, come per le sue posizioni sulla Tav che tradiscono il sentimento presente nel territorio in cui è stato eletto, ma certamente non ha alcun diritto di rivolgersi verso il Pd milanese e la sua segretaria con parole infamanti e inaccettabili. Sarebbe bene che i suoi “nuovi” colleghi di Partito milanesi prendano le distanze dalle sue affermazioni”.
(da agenzie)
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