CHIUDITI NEL CESSO
IL VERBO PIU’ USATO DAI POLITICI ITALIANI? BLINDARE
Il verbo più usato dai politici e dunque dai giornali è “blindare”.
Napolitano blinda il governo, il governo si blinda con i decreti e le fiducie, la maggioranza blinda Alfano, il Parlamento blindato dal governo blinda la controriforma costituzionale, il Pd blinda Letta, il Pdl blinda B. contro la Cassazione che potrebbe blindarlo ma in un altro senso.
Tutto questo blindare rivela il sentimento dominante nell’èra tragicomica delle larghe intese: la paura.
Di chi? Di tutto.
Ma essenzialmente dei milioni di cittadini che, dopo decenni di letargo, si sono svegliati con i referendum di due anni fa e da allora, nelle forme più diverse, rivendicano il diritto a partecipare alla politica.
Perchè Pd e Pdl governano insieme? Per paura di perdere il potere.
Perchè il sinedrio del Pd è pronto a uccidere il partito pur di non far vincere l’unico leader che oggi lo farebbe vincere? Per paura di andare a casa.
Perchè il Pdl rimane appeso a un vecchio malvissuto con spiccate tendenze criminali che ha sputtanato il centrodestra italiano in tutto il mondo? Per paura di perdere soldi, poltrone e prebende.
Perchè il Pd, dopo aver combattuto il presidenzialismo per vent’anni e dopo che persino l’ex segretario Bersani aveva definito la nostra Costituzione “la più bella del mondo”, la vuole stravolgere in senso cesarista? Per paura dei poteri di controllo, cioè di un Parlamento vero, di una Giustizia uguale per tutti e di una stampa libera.
Perchè quel coro unanime di prefiche alla condanna di Del Turco? Per paura che, se tutti quelli che prendono tangenti beccano 9 anni e mezzo, metà Parlamento si trasferisca in galera.
E perchè Grasso e Boldrini zittiscono chiunque osi criticare l’innominabile Napolitano? Per paura che l’arzillo vegliardo prenda cappello e li fulmini con un supermonito dei suoi.
Solo che la paura provoca eccessi di zelo: infatti il monarca ha subito diramato un monitino sfuso per far sapere che “è semplicemente ridicolo il tentativo di far ritenere che il presidente aspiri a non essere nominato o citato in Parlamento”.
Purchè — aggiunge però — ciò avvenga “in modo appropriato”.
Postilla che trasforma la paura in panico, visto che nessuno conosce esattamente il modo appropriato.
Con una lieve riverenza? Col capo chino in segno di ossequio? Con aria assorta e occhi socchiusi in atteggiamento estatico? Con le mani giunte? Con scappellamento a sinistra o a destra? Facendo precedere all’augusto cognome “Sua Eccellenza”, “Maestà ”, “Sire”, o seguire attestati di somma laude e sempiterna riconoscenza tipo “sempre sia lodato”?
Nel dubbio, meglio continuare a non citarlo. Non si sa mai.
E siccome la paura è contagiosa, se la fanno sotto anche i guardiani dello status quo, terrorizzati da tutto e da tutti.
Persino dal Papa che con poche mosse e parole sta ripulendo l’immagine e le strutture della Chiesa. Piero Ostellino, dopo una vita passata a spiegare ai giudici come si fa il giudice, insegna al Papa come si fa il papa.
Francesco “sta esagerando”, al punto di salire sull’aereo “portando con sè una cartella”. Ennesimo sintomo del “populismo” di un pontefice rosso che si presenta ai fedeli come “uno di loro” anzichè restare assiso sul trono dorato.
Guai se spezzasse “l’antico rapporto di dipendenza dei fedeli dalle gerarchie”, trasformando la Chiesa da ”teocratica” in — parlando con pardon — “democratica”.
“Il Potere è una cosa, i Pater noster sono un’altra”.
Se no chissà dove andremo a finire, signora mia. Par di vederlo l’Ostellino tremante, barricato in casa a rafforzare i chiavistelli alle porte e le inferriate alle finestre, che vede nemici dappertutto, come i signorotti medievali nascosti dietro i merli del castello a lanciare olio bollente sul popolo affamato, per paura che gli portino via l’argenteria.
Poveretto, che vita triste.
Gli suggeriamo una vecchia canzone degli 883: “Chiuditi nel cesso, porta dentro tutta la tua realtà , però fallo adesso, sennò prima o poi qualcuno entrerà ”.
Marco Travaglio
(da “il Fatto Quotidiano“)
Leave a Reply