CLINTON HA PIU’ VOTI MA ALLA CASA BIANCA VA TRUMP: DEMOCRAZIA ALL’AMERICANA
LA CANDIDATA DEMOCRATICA HA RACCOLTO 227.000 VOTI IN PIU’ SU SCALA NAZIONALE DEL PRESIDENTE ELETTO… IN ITALIA AVREBBE VINTO LA CLINTON
Hillary in realtà “ha vinto”, perchè ha ottenuto più voti in assoluto.
Il conteggio finale ha dato a Hillary un totale nazionale di 59.926.386 voti, a Trump 59.698.506 (la partecipazione è calata rispetto al 2012).
La differenza in favore della Clinton supera i 227mila voti.
Alla possibilità di un sorpasso della Clinton nei voti popolari aveva fatto un breve accenno nella nottata elettorale il suo consigliere John Podesta, ma solo per spiegare un leggero ritardo nella telefonata “della concessione”.
Nè Hillary nè Obama invece hanno ritenuto di dover menzionare il voto popolare. Perchè quello che conta è il sistema del “collegio elettorale” per l’elezione del presidente, quindi il totale di “grandi elettori” ottenuti sommando quelli espressi da ogni Stato. Trump lì ha vinto senza ombra di dubbio
Accadde già nel 2000 che il perdente, Al Gore, avesse ottenuto in realtà più voti del vincitore, George W. Bush.
Ci furono contestazioni in quel caso ma per tutt’altra ragione e cioè le schede elettorali manomesse in Florida.
Altri tre casi precedenti si sono verificati nell’Ottocento.
Ciò che rende possibile questa divaricazione, sono due fattori.
Da una parte c’è il fatto che quasi ogni Stato (con due piccole eccezioni) usa un maggioritario secco per cui il primo arrivato anche se ha un solo voto in più acchiappa la totalità dei delegati.
Questo può produrre delle distorsioni sul totale assoluto perchè un candidato che arriva primo con ampio vantaggio in Stati ultra-popolosi (come la California per Hillary) “spreca” milioni di voti “inutili” visto che gli basterebbe vincere con il 50,1%.
Mentre l’avversario la frega vincendo di più stretta misura in Stati non altrettanto popolosi.
Poi c’è il fatto che la quantità di delegati assegnati ad ogni Stato (55 alla California, 38 al Texas, 29 a New York e Florida, e via decrescendo) è in qualche modo legato alla popolazione, ma non è del tutto proporzionale.
Per la precisione la quantità di delegati è proporzionale al numero di deputati eletti in quello Stato. Che viene aggiustato periodicamente in base al censimento demografico. Ma non è mai tempestivo, e c’è una leggera sovra-rappresentazione degli Stati minori. È un sistema pieno di difetti, contestabilissimo.
(da “La Repubblica“)
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