COME IL REDDITO DI CITTADINANZA PUO’ CREARE NUOVI POVERI
IL RIFERIMENTO ALL’INDICE DI POVERTA’ RELATIVA INVECE CHE A QUELLO DI POVERTA’ ASSOLUTA CREA SPEREQUAZIONI
Nicola Rossi, docente di Economia politica all’Università di Roma Tor Vergata e presidente della società di gestione risparmio Symphonia, sul Corriere Economia oggi spiega che il reddito di cittadinanza rischia di creare nuovi poveri.
Il ragionamento di Rossi parte dalla soglia di povertà relativa e dai 780 euro assicurati:
Ma perchè mai 780 euro? La risposta è semplice: 780 euro mensili (o 9.360 euro all’anno) corrispondono alla soglia di povertà indicata dall’Unione europea.
Ma – attenzione – quella di cui parla l’Unione europea è la cosiddetta «povertà relativa» e cioè la condizione in cui si trova chi ha un reddito inferiore al 60% del reddito «mediano» (e cioè 15.600 euro all’anno). Dove il reddito «mediano» non è altro che il reddito di quel cittadino che guadagna più del 50% dei cittadini meno abbienti e meno del 50% dei cittadini più benestanti.
Ora, anche dimenticandoci – per semplicità – dell’inflazione, il reddito «mediano» non è scritto nelle tavole della legge: al contrario, quando l’economia tira e tutti ne traggono un beneficio il reddito mediano tende a crescere. Viceversa quando le cose vanno meno bene.
Di conseguenza, se il reddito di cittadinanza viene fissato a 780 euro mensili non mancheranno, nelle fasi positive della congiuntura, deputati e senatori che avanzeranno interrogazioni (su Twitter), formuleranno interpellanze (su Facebook) intese a far si che ai destinatari del reddito di cittadinanza venga dato il «giusto» (e cioè il valore rivisto in aumento della soglia di povertà relativa).
Viceversa, se le cose andassero male, a qualcuno potrebbe anche saltare in mente di proporre l’adeguamento (al ribasso, questa volta) del reddito di cittadinanza. Insomma, per come è stato immaginato, il reddito di cittadinanza potrebbe finire per creare i problemi che abbiamo già sperimentato con il bonus da 80 euro di cui il ministro dell’Economia ha detto: «per come è stato costruito, … crea complicazioni infinite».
La soluzione che propone Rossi sta nel prendere come soglia quella di povertà assoluta, e cioè la spesa strettamente necessaria per acquisire un paniere di beni e servizi corrispondente ad uno standard di vita minimamente accettabile.
Anche la soglia di povertà assoluta – regolarmente calcolata dall’Istat – cambia nel tempo ma molto lentamente e certamente non è soggetta all’andamento ciclico dell’economia.
E, particolare cruciale, è differenziata per aree geografiche: è immediato capire che il reddito di cittadinanza darà ai poveri settentrionali meno di quanto avranno bisogno per condurre una esistenza minimale (circa 47 euro al mese in meno) e viceversa nel Mezzogiorno (circa 160 euro al mese in più).
Non ci vuole molto per capire che è sulla soglia di povertà assoluta che deve essere costruita una misura di contrasto alla povertà e non già sulla soglia di povertà relativa (e, per inciso, se lo si facesse si risparmierebbe non poco).
Visto che in questo caso non è necessario andare oltre la pagina di Wikipedia, è troppo chiedere ai nostri policy maker di informarsi al riguardo?
(da “NextQuotidiano“)
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