CONTE AFFONDA IL COLPO: “NORME DA STATO DI POLIZIA, E’ RACCAPRICCIANTE”
“PIANTEDOSI NON HA MOSSO UN DITO SUL RADUNO DI PREDAPPIO DOVE C’E’ STATA APOLOGIA DI FASCISMO, REATO PUNITO CON LA RECLUSIONE COME PREVEDE L’ART 4 DELLA LEGGE n. 645/1952”
Durissimo anche il leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte: “Il modo con cui si è intervenuti è raccapricciante. La punizione è del tutto abnorme. Il governo dimostra la sua totale intolleranza per i nostri giovani che si riuniscono in campagna o in un edificio sino al punto di punirli con una pena superiore a quella prevista per i reati pur gravi di pubblici funzionari che alterano le gare pubbliche (art. 353 e 353 bis c.p.) o per il reato di frode nelle pubbliche forniture (art. 356 c.p.) che viene commesso, ad esempio, da chi fornisce cemento armato depotenziato, all’origine del crollo di ponti e scuole”, scrive in un post su Facebook.
E aggiunge: “In conclusione, questa norma non ha nulla a che vedere con il diritto penale. Questa norma è un docile strumento che, per la sua genericità, consentirà un esercizio discrezionale alle autorità preposte alla sicurezza e all’ordine pubblico. Si applicherà anche ai raduni negli edifici, quindi nelle scuole, nelle fabbriche, nelle università”.
“Ci aspettavamo come primo atto del Governo un intervento per il caro-bollette e per il caro-prezzi. Nulla di tutto questo”, attacca Conte. “Abbiamo invece una esibizione muscolare di un governo impregnato di una ideologia iniquamente e soverchiamente repressiva. Questa è una norma da “Stato di polizia“. La Meloni ha dichiarato di non avere simpatie per il regime fasciste. Ma la sua cultura non è distante. Ci batteremo per contrastare questa deriva con tutte le nostre forze”, scrive su Facebook.
E torna sulla sfilata delle camicie nere per il centenario della marcia su Roma: “Ieri, durante la conferenza stampa, il presidente del Consiglio e il ministro dell’Interno hanno giustificato il raduno di Predappio dicendo che è questione diversa. Dovrebbero saperlo che quel raduno configura il reato di apologia del fascismo, punito con la reclusione ai sensi dall’art. 4 della legge n. 645/1952, quale modificato nel 1993. I prefetti e le forze di polizia hanno l’obbligo di intervenire per impedire condotte che configurano reati. Doppia morale?”.
(da agenzie)
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