CORRETE, CORRETE: BERLUSCONI REGALA SEI POSTI DA SOTTOSEGRETARIO PER ARRIVARE A QUOTA 316
O SI DIFFAMA O SI COMPRA, IL PREMIER FERMO A DIECI ASCARI: PER COMPRARE ALTRI DIECI VOTI OCCORRONO ARGOMENTI SOLIDI….IL NOME DEI PROMESSI : MUSUMECI, PELINO, MELCHIORRE,LA BOCCETTA, BERNINI, ROMANO… MA IL TRAGUARDO 316 E’ LONTANO
Mentre ieri Berlusconi prometteva ai quattro venti: “vado in Aula e in mondovisione chiedo le sue dimissioni da presidente dela Camera” in uno dei soliti momenti di modestia (passi che chieda le dimissioni di chi gli pare, ma forse in Cina non hanno tutto questo interesse a collegarsi coi i nostri lavori parlamentari), i falchi mettevano a punto la strategia per il regolamento di conti contro “colui che ha osato alzare il dito contro “meno male che Silvio c’è”, sfregiandone l’immagine sacra.
Spingerlo nel fango è la parola d’ordine, “non avrà più scampo” la frase più fine: coppola in testa, colonna sonora della marcia funebre, i pedalini delle libertà annunciano un discorso del premier “di rottura”.
Stavolta inteso non come al solito, ovvero di rottura di scatole per chi lo ascolta, ma di attacco al mondo intero che non gli riconosce il ruolo che gli si addice nel museo delle cere e dei ceroni.
Mentre Fini in un ristorante romano chiariva ancora una volta: “Nessuno può permettersi di mettere in dubbio la mia onestà servendosi di falsi documenti: la verità è che hanno paura perchè stiamo crescendo nel Paese, hanno il terrore che gli rubiamo voti e che nasca un terzo polo”.
Per concludere con freddezza:”Non ha ancora capito che è suonata la sua ora, è finito”.
Ma il premier deve assolutamente arrivare a quota 316 adepti, altrimenti i finiani sarebbero sempre determinanti coi loro 35 deputati.
Il che vuol dire che Silvio deve trovarne venti: in realtà allo stato attuale di sicuri ne ha solo e sempre dieci ( 5 di Noi Sud, Nucara, Pionati e 3 diniani), il resto è in alto mare, compreso l’adesione dei 5 siciliani in rotta con Casini.
Ha ben fotografata con sarcasmo la situazione Mastella: “Non si è mai visto che per convincere dieci democristiani mandino avanti un repubblicano”.
Ma il premier ha il portafoglio politico (e non solo) gonfio: ecco a disposizione ben sei nuovi posti da sottosegretario per convincere gli indecisi sulla bontà del programma del Pdl.
E già si sanno i nomi dei beneficiati dalla befana: Nello Musumeci de La Destra che passa da rivoluzionario a sottosegretario, un posto anche a Paola Pelino e Daniela Melchiorre (diniani), per “servizi” resi promosso anche Laboccetta, ex An, re delle slot machine e dei soldi da restituire al fisco con Atlantis di cui era amministratore, promozione anche per Anna Maria Bernini e Saverio Romano.
E siamo a sei, ma potrebbero non bastare.
L’operazione è mirata a dimostrare che un futuro governo tecnico non sarebbe possibile, ma le colombe scuotono la testa.
In un clima del genere i fianiani si compatteranno e molti altri staranno alla finestra per non bruciarsi le possibilità future in caso di governo tecnico.
Le colombe del Pdl sono pessimiste su obiettivo 316 e sulla strategia schizoide in atto nel Pdl, ma ormai non è consentito loro di volare.
Prevalgono ormai, più che i falchi, gli avvoltoi.
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