COSA SCRIVEVA FELTRI : “IL DECRETO BERLUSCONI, SCAPPATOIA PER I SUOI COMODI”
ORA FA IL MORALIZZATORE PERCHE’ E’ TORNATO A LIBRO PAGA DEL PREMIER… PRIMA SCRIVEVA: “IL DECRETO SULLE TV? SAREBBE UNO SCANDALO PERSINO NELLA REPUBBLICA DELLE BANANE, LA MAGISTRATURA IN UN SOPRASSALTO DI DIGNITA’ DOVREBBE CANCELLARLO”….”DATE A SILVIO ANCHE LA GAZZETTA UFFICIALE, COSI’ LE LEGGI SE LE STAMPA DA SOLO”
A proposito della certificazione di coerenza da parte dell’esperto immobiliarista Perdente Feltri, cacciatore di testimoniazione anonime o ritrattate, sospensioni dall’albo dei giornalisti e rinvii a giudizio per diffamazione, cavalli perdenti e ritrattazioni in corsa alla Boffo, collaboratori radiati e segretati, è opportuno leggere cosa Feltri scrivesse del premier Silvio Berlusconi sull’Europeo dell’11 agosto 1990, subito dopo l’approvazione della legge Mammì.
Chissà come mai avrà cambiato idea sui presunti interessi del premier nell’approvazione delle leggi ad personam: data la linearità del personaggio, non crediamo certo a causa del lauto stipendio che ora percepisce da “il Giornale”.
D’altronde è risaputo che la sua è una linea di piena autonomia rispetto al proprietario della testata che non risponde quindi delle sue azioni, divagazioni e approssimazioni.
Per quattordici anni, la Fininvest ha scippato vari privilegi, complici i partiti: la Dc, il Pri, il Psdi, il Pli e il Pci con la loro stolida inerzia.
E il Psi con il suo attivismo furfantesco, cui si deve tra l’altro la perla denominata ‘decreto Berlusconi’ cioè la scappatoia che consente all’intestatario di fare provvisoriamente i propri comodi, in attesa che possa farseli definitivamente.
Decreto elaborato in fretta e furia nel 1984 ad opera di Craxi in persona, decreto in sospetta posizione di fuorigioco costituzionale, decreto che perfino in una repubblica delle banane avrebbe suscitato scandalo e sarebbe stato cancellato dalla magistratura in un soprassalto di dignità e che invece in Italia è ancora spudoratamente in vigore senza che i suoi genitori siano morti suicidi per la vergogna.
Niente.
Non soltanto non sono morti, ma sono ancora lì, in piena salute, a far danni alla collettività , col pretesto di curarne gli interessi.
Interessi che sarebbero gli stessi, secondo loro, del dottor Silvio di Milano due, il quale pretende tre emittenti, pubblicità pressochè illimitata, la Mondadori, un quotidiano e alcuni periodici.
Poca roba.
Perchè non dargli anche un paio di stazioni radiofoniche, il Bollettino dei naviganti e la Gazzetta Ufficiale, così almeno le leggi se le fa sul bancone della tipografia?
Poichè nemmeno il garofano, pur desiderandolo, ha osato chiedere tanto per l’amico antennuto, cosa che avrebbe impedito ogni spartizione per esaurimento del materiale da spartire, eccoci giunti allo sgradito momento della resa dei conti.
Il varo dei capolavori di Mammì, che non è il titolo di una canzonetta, ma il ministro, colui che ha scritto sotto dettatura il testo per la disciplina dell’etere.
Vittorio Feltri
(da L’Europeo, 11 agosto 1990, subito dopo l’approvazione della legge Mammì)
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