RAGAZZINI PRENDONO A CALCI UN IMMIGRATO: “VATTENE VIA”. E I GENITORI RIDONO
SU UNA SPIAGGIA AGGRESSIONE AD UN AMBULANTE CHE SI ERA FERMATO UN ATTIMO A RIPOSARE, MENTRE GLI ADULTI ASSISTONO DIVERTITI… ECCO DOVE STA PORTANDO LA CULTURA RAZZISTA FOMENTATA DA CERTE FORZE POLITICHE
Insultato e preso a calci da un gruppo di ragazzini.
La vittima è un immigrato originario del Bangladesh, i piccoli razzisti non un gruppo di bulletti di periferia, ma bambini che stavano trascorrendo una giornata in spiaggia, sotto gli occhi divertiti dei genitori.
E’ successo a Civitanova Marche, in provincia di Macerata.
Davanti a numerosi testimoni, fra i quali c’era anche un cronista.
L’immigrato, che lavora come ambulante sulle spiagge marchigiane delle vacanze, al termine del consueto giro tra gli ombrelloni si era fermato a riposare su una sdraio dello stabilimento Golden Beach.
Cinque bambini lo hanno circondato intimandogli di allontanarsi a suon di insulti e calci contro la sdraio sulla quale era seduto.
“Alzati da qua, vattene, questa è proprietà privata!”, hanno detto i ragazzini al giovane immigrato.
Poi gli insulti a sfondo razzista: “Amigo vattene, vai a vendere fuori da qua. Questa roba l’hai rubata”.
Poichè l’immigrato non rispondeva agli insulti, uno dei cinque gli ha sferrato dei calci alla schiena.
Il tutto si è svolto sotto gli occhi di un gruppo di adulti, molto probabilmente i genitori, seduti a poca distanza sotto l’ombrellone.
Non solo non sono intervenuti per fermare i bulletti, ma si sono messi a ridere del loro comportamento.
Altri bagnanti non si sono accorti di quanto stava accadendo, o hanno preferito ignorare.
Alla fine, l’ambulante si è alzato dalla sdraio e, in un italiano stentato, ha detto “siete stati molto cattivi”.
E si è allontanato, rifiutando di denunciare l’accaduto alle forze dell’ordine.
E’ l’ennesima vergognosa pagina che vede nel nostro Paese farsi strada una cultura razzista che sta permeando la società e le cui conseguenze si pagheranno nel tempo.
La discriminazione e la violenza contro i diversi, i più deboli, coloro che non possono reagire perchè non ne hanno spesso la forza e gli stumenti.
Quei ragazzini sono figli di una generazione che si alimenta di teorie che dividono la società sulla base del colore della pelle e non certo della dignità e dell’intelligenza, altrimenti sarebbero loro i primi ad essere gettati giù dalla rupe Tarpea.
Figli bastardi di genitori imbastarditi da una cultura dell’avere, del denaro, degli egoismi, dell’apparire.
Dove si inizia a discriminare in base al Pil prodotto, quindi si passa a insultare i terroni, poi gli immigrati, poi si distingue tra le regioni di provenienza, quindi le province, per finire ai comuni, ai quartieri, ai ballatoi di casa.
Una feccia alimentata e “nobilitata” da slogan giustificazionisti “padroni a casa nostra”, come se vi fossero differenze nel genere umano o confini sacri da presidiare, se non nella psiche malata di qualcuno.
Come se umanità , solidarietà , accoglienza, rispetto della persona fossero ormai parole senza vocabolario in vigore.
Come se concepire la vita solo “per arrivare al denaro, al successo e al potere” fosse il nuovo vangelo.
Come se un povero ragazzo che si riposa sulla spiaggia in una giornata che gli consente di mangiare lavorando e non rubando possa creare disturbo a quattro borghesi di merda che non hanno il coraggio di prendere a ceffoni quattro ragazzini viziati e rincoglioniti dalla Tv.
Sono i figli di coloro che vivono senza valori etici, senza scrupoli, soggetti che gli immigrati li schifano, salvo poi sfruttarli in nero quando se ne presenta l’occasione.
Una volta sarebbero stati ripresi, condannati dalla società , denunciati: ora hanno i loro protettori in parlamento, attraverso lo stillicidio di frasi xenofobe e discriminanti che sono diventate luoghi comuni e pertanto ritenuti normali.
Come certi comportanti razzisti.
Una destra vera non discrimina in base alla pelle o al reddito, una destra vera è meritocratica non razzista, una destra vera è sociale e solidale non materialista, una destra vera non vive e non alimenta paure, ma affronta con coraggio le sfide del mondo moderno.
Una destra vera ha radici culturali da cui trarre linfa, ha spiritualità con cui alimentare le coscienze e migliorarle, una destra vera non cavalca gli egoismi per quattro voti e quattro poltrone di merda, sa rischiare, sognare, disegnare il futuro di una nazione.
Una destra vera sa amare il proprio popolo, sa coniugare tradizione, identità nazionale, valori e integrazione.
Perchè così cresce una nazione, perchè cosi si lascia un segno del proprio passaggio, perchè così si livella in alto, non in basso.
E’ la destra del futuro, è la destra che vogliamo costruire.
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