DE FUSCO, UN PASSATO FOSCO, IL NEO-DIRETTORE DEL TEATRO DI ROMA, NOMINATO CON UN BLITZ-LAMPO DEI SOVRANISTI, HA UN LUNGO CURRICULUM DI SCARSI SUCCESSI E VICENDE “CURIOSE”
NEL 2011 FIRMÒ UN CONTRATTO CON CUI SI GARANTIVA UNA QUOTA DEL 35% DEGLI INCASSI DEL BOTTEGHINO AL NAPOLI TEATRO FESTIVAL. NEL 2017 IL “SUO” TEATRO MERCADANTE FU CHIUSO PERCHÉ NON ERA AGIBILE… LE ASSUNZIONI ALLEGRE E L’INGIUNZIONE ALL’AVVOCATO
Il ritorno dorato di Luca De Fusco nella sua città, il rientro dopo quelli che lo stesso direttore del teatro Mercadante e del Napoli Teatro Festival ha definito «dieci anni di esilio», è fatto di cachet al risparmio, sostengono sia il presidente del consiglio di amministrazione del Mercadante, Sergio Sciarelli («Il compenso è di 110 mila euro, come per il precedente direttore, Andrea De Rosa, ma a quest’ultimo pagavamo anche la casa e rimborsi spese illimitati»), che il Cda della Fondazione Campania dei Festival («De Fusco guadagna la metà dell’ex direttore Renato Quaglia», ha detto Graziella Pagano, componente del Cda, appunto).
Ma basta un’occhiata al contratto di De Fusco con il Teatro Festival per scoprire che il guadagno è nel non detto pubblicamente. Il vero rapporto economico tra il direttore e l’istituzione è fatto di voci che vanno oltre il compenso di 65.000 euro annui. Ad iniziare da quella che prevede che sia girata a De Fusco una quota significativa degli incassi del botteghino: il 35 per cento, oltre un terzo, insomma, di quanto gli spettatori pagano per assistere agli spettacoli.
I dati Siae testimoniano che la scorsa edizione del Teatro Festival incassò oltre 300.000 euro: se si confermassero quel successo di pubblico e quegli incassi, De Fusco otterrebbe, oltre al compenso annuo, almeno altri 105.000 euro (dunque 170.000 euro in tutto). La stranezza è nel contratto “a percentuale”, assolutamente inusuale per i direttori di teatri o di festival.
Una vecchia formula che non si adotta più da oltre 20 anni, e che rende difficilmente leggibile e trasparente il rapporto economico tra i contraenti. E non è finita, perché De Fusco firma anche la regia di uno degli spettacoli di punta del cartellone del Festival, “L’opera da tre soldi” di Brecht, con un cast di attori come Massimo Ranieri e Lina Sastri. […]
“L’opera da tre soldi” è infatti una coproduzione tra lo Stabile napoletano e la Fondazione dei Festival; e De Fusco, in quanto regista, otterrà un compenso adeguato all’impresa: “L’opera da tre soldi” costerà al Mercadante ed alla Fondazione una cifra pari a 720 mila euro. È quanto si legge nell’accordo di coproduzione tra il teatro e la Fondazione, che si sono impegnati a dividersi il budget per la presentazione dello spettacolo.
“La Fondazione sosterrà la produzione per un impegno economico complessivo pari a 242.740 euro” ed il resto ce lo metterà il Mercadante (477 mila euro). Una coproduzione importante, dunque. Ed il compenso di De Fusco sarà giustamente adeguato.
Infine i benefit. Che non sono relativi solo al periodo dello svolgimento del Festival (appena qualche settimana), ma valgono per 365 giorni all’anno, compresi quelli legati alla possibilità di usufruire di ristoranti convenzionati. E sono fissati di qui al 2015.
Due istituti culturali che fanno riferimento alla Regione con un unico direttore: Luca De Fusco. Al “Napoli teatro Festival” De Fusco ha “come principale collaboratore” il portavoce dell’assessore regionale alla Cultura Caterina Miraglia. Al teatro Mercadante De Fusco si ritrova tra gli ultimi 15 assunti la fidanzata dello stesso portavoce.
A svelare l’intreccio è il figlio di Miraglia, Stanislao Lanzotti, consigliere comunale, che scrive nelle ultime ore su Facebook: “Raffaele Riccio non è il portavoce di mia madre, lavora al “Napoli Teatro Festival” così come la fidanzata conosciuta lì, che proviene da una gestione precedente a quella Miraglia”
Eppure chi avvista tuttora Riccio a Palazzo Santa Lucia, nonostante il suo impegno al “festival” di cui l’assessore Miraglia è consigliere di amministrazione, riceve sempre la stessa risposta: «Do una mano alla professoressa (Miraglia insegna all’Università di Salerno, ndr)». Portavoce a mezzo servizio, senza contratto in via Santa Lucia. L’aveva dichiarato anche Miraglia a “Repubblica”: «Riccio mi ha dato una mano in Regione senza contratto».
Per poi fare retromarcia il giorno dopo: «È un ragazzo che conosco per il mio lavoro di professore universitario». Un giornalista che l’assessore ha cercato di inquadrare nei ranghi della Regione, ma dopo il primo anno di amministrazione Caldoro ha dovuto desistere «visti i tagli operati dalla giunta».
E «quel ragazzo bravo e intelligentissimo che voleva fare il giornalista» ha poi trovato spazio al festival diretto da de Fusco. Dove Riccio figura nel 2013 come “responsabile organizzativo”, nel 2011 nell’“ufficio di coordinamento”: edizioni per le quali lavora al “cerimoniale” Maria Rita Baio, la fidanzata che ha vinto il concorso al Mercandate sul quale piovono ricorsi e denunce alla Procura e all’autorità nazionale anticorruzione per “procedure opache di selezione”.
Sono 9 su 15 assunti allo “Stabile” quelli che solo nel 20112013 hanno avuto rapporti di collaborazione con il “Napoli Teatro Festival”. “Vien da se – commenta Lanzotti su Facebook che i profili cercati al Mercadante fossero quelli graditi alla direzione e pertanto molti siano stati selezionati da un mondo a lei contigua”. Un bando, quindi, con 1400 partecipanti, vinto da candidati “contigui” al direttore: come scrive Lanzotti.
In teatri e fondazioni partecipati dalla Regione, il valzer delle assunzioni gira sempre intorno all’assessore Miraglia. Senza contratto, nel 2011, spuntò al “Forum delle culture” di cui pure era socio la Regione, la sorella Rosanna Miraglia. Che su Facebook ora dà manforte al nipote Lanzotti: “Da quando mia sorella è diventata assessore ho avuto solo rotture…”.
(da La Repubblica)
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