DECRETO SEDICENTE SICUREZZA, IL M5S NON ESULTA E RINVIA A MODIFICHE IN PARLAMENTO, MATTARELLA HA GIA’ FATTO CAMBIARE DUE PUNTI
AL COLLE STUDIERANNO IL TESTO, NULLA E’ SCONTATO… BENI CONFISCATI ALLA MAFIA, ARRIVA UN FAVORE ALLE COSCHE… TASER ANCHE AI VIGILI URBANI, EVVIVA I PISTOLERI
Alle 13 precise Giuseppe Conte e Matteo Salvini si presentano in sala stampa a Palazzo Chigi. Il consiglio dei ministri ha appena dato il via libera all’unanimità al decreto immigrazione e sicurezza, o meglio: “decreto Salvini”, come vuole sia chiamato il ministro dell’Interno.
Mentre il M5s si mostra freddo, non esulta. “Continueremo a lavorare sul testo alla Camera e al Senato, il Parlamento sarà centrale come sempre”, preannuncia il ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro.
Evidentemente, al di là dell’approvazione unanime in consiglio dei ministri, il decreto Salvini deve ancora incontrare il consenso pieno dei parlamentari cinquestelle.
Ma con il Colle è fatta? In conferenza stampa sia Salvini che Conte si mostrano sicuri dell’ok del Quirinale, dopo i contatti informali durati giorni e gestiti in prima persona dal premier, come racconta lui stesso ai giornalisti.
Poche le modifiche sostanziali, comunque apprezzate dal Colle, da quanto trapela. Il Quirinale comunque si riserva naturalmente di esaminare il testo prima della firma del presidente Sergio Mattarella.
Innanzitutto è apprezzato il fatto che le espulsioni di cittadini stranieri in presenza di reati vengano decise in base ad una decisione della magistratura e non solo in base ad un’azione di polizia oppure in base ad una denuncia, come previsto nelle versione iniziale elaborata al Viminale.
Nello specifico, è apprezzata la scelta di legare la sospensione della domanda di asilo ad una condanna in primo grado — dunque comunque non definitiva – e non più ad una semplice indagine di polizia.
Prematuro concludere che Mattarella firmerà . Ma ad ogni modo, prima di arrivare al consiglio dei ministri di oggi, “c’è stata una interlocuzione col Quirinale a livello massimo di esponenti — racconta Conte indicando se stesso – e di strutture tecnicheAnche se il decreto fa discutere, su diversi aspetti. Vediamoli.
Il testo va a incidere sul decreto 286 approvato dal governo Prodi nel 1998 in materia di protezione umanitaria. Si tratta di un istituto pensato per accogliere chi non rientra nei casi di riconoscimento dell’asilo politico (stabilito dalla Convenzione di Ginevra del 1951, riguarda i perseguitati per motivi di razza, religione, nazionalità , appartenenza a un determinato gruppo sociale od opinione politica) oppure per chi non rientra nei casi stabiliti per avere la protezione sussidiaria (riconosciuta a chi andrebbe incontro a danno grave, come la pena di morte, la tortura o altri trattamenti inumani o degradanti, qualora tornasse nel paese d’origine).
Con il ‘decreto Salvini’ la protezione umanitaria verrà riconosciuta solo a chi rientra in queste sei fattispecie: “Vittime di grave sfruttamento lavorativo, vittime della tratta, vittime di violenza domestica, vittime di gravi calamità naturali, necessità di cure mediche e protagonisti di atti di particolare valore civile”. Stop. Ma c’è dell’altro nel decreto.
C’è la revoca della cittadinanza per chi venga condannato in via definitiva per reati di terrorismo internazionale, anche se la cittadinanza è un diritto inviolabile.
In Francia, a gennaio 2016, dopo la strage al Bataclan, l’allora presidente Francois Hollande provò a togliere la cittadinanza francese ai cittadini con doppia cittadinanza indiziati di reati legati al terrorismo, ma dovette fare marcia indietro: non c’era consenso in Assemblea nazionale.
Bisogna andare oltreoceano per trovare esempi di ciò che ha in mente Salvini: il Patriot Act II, pensato dall’amministrazione Bush nel 2003, privava della cittadinanza americana i condannati per terrorismo, creando di fatto degli individui senza esistenza legale. Ma nemmeno il Patriot act II è mai finito davanti al Congresso.
Il decreto Salvini comunque prevede la sospensione della domanda di asilo per chi si macchi di reati anche non gravi (anche solo furto) e venga condannato solo in primo grado, dunque non via definitiva.
“Il richiedente asilo beccato a scippare o rubare si vedrà sospesa la domanda”, dice Salvini. Naturalmente, in questo caso, “il richiedente ha l’obbligo di lasciare il territorio nazionale”, recita il testo approvato dal consiglio dei ministri.
E se poi viene assolto? Ecco, qui sta il punto: la riapertura del suo procedimento di asilo non scatta in automatico.
Il migrante espulso deve fare domanda di riapertura e, pur assolto, ha solo 12 mesi di tempo per farsi vivo dal Niger, dal Gambia, dal paese d’origine nel quale si trova. Ecco il testo: “Entro dodici mesi dalla sentenza definitiva di assoluzione, l’interessato potrà chiedere la riapertura del procedimento sospeso. Trascorso tale termine, senza richiesta di riapertura, la Commissione competente dichiara l’estinzione del procedimento”.
Il decreto inoltre prolunga da 90 a 180 giorni la durata massima del trattenimento dello straniero nei Centri di permanenza e rimpatri. E anche negli hot spot: il periodo previsto di non più di 30 giorni per accertarne l’identità o la cittadinanza può essere allungato a 180 giorni “laddove non sia stato possibile determinarne l’identità .
Il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) viene ridotto all’osso: “Continuerà ad esistere per rifugiati e minori non accompagnati, cioè per le fattispecie che meritano di essere accolte”, dice Salvini.
E ci sono novità anche sul riutilizzo dei beni confiscati alla mafia. La legge 106 del 96, approvata dal governo Berlusconi su pressione di molte realtà sociali, stabilisce un uso sociale dei beni confiscati da parte di cooperative sociali o soggetti istituzionali. No allo scopo di lucro insomma, no alla vendita, perchè spesso è un escamotage usato dai clan per rientrare in possesso del patrimonio confiscato.
Il ‘decreto Salvini’ invece prevede “l’ampliamento dei possibili acquirenti” di tali beni che verrebbero messi in vendita dall’Agenzia dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.
E poi l’uso del taser (pistola a impulsi elettrici) anche per la polizia municipale nei comuni con più di 100mila abitanti, con spese a carico delle regioni e dei comuni; estensione del Daspo per le manifestazioni sportive a chi sia indiziato di reati di terrorismo
Ora il vaglio del Quirinale.
Nel frattempo il decreto raccoglie le critiche della ong Medici senza Frontiere, una delle organizzazioni non governative da tempo in rotta di collisione col Viminale per la stretta sugli sbarchi. “Il decreto sembra orientato a smantellare ulteriormente il sistema di accoglienza italiano, già fragile e precario, a prolungare la detenzione amministrativa di persone che non hanno commesso alcun crimine, e a ridurre le protezioni attualmente disponibili per persone vulnerabili”, dice Anne Garella, capomissione MSF in Italia.
(da “Huffingtonpost”)
Leave a Reply