DEPORTAZIONE DI CASTELNUOVO, I FRATI DI ASSISI A CONTE, SALVINI E DI MAIO: “PADRE, PERDONA LORO, PERCHE’ NON SANNO QUELLO CHE FANNO”
CITTADINI CHE PORTANO VESTITI PESANTI, PARLAMENTARE CHE BLOCCA UN BUS, SCATTA LA RIVOLTA CONTRO GLI INFAMI
Notte insonne al Cara di Castelnuovo di Porto. I migranti del centro di accoglienza alle porte di Roma, risparmiati dallo sfratto di ieri, non sono riusciti a chiudere occhio in attesa di essere convocati per una nuova adunata e un altro smistamento, fino alla chiusura definitiva della struttura prevista entro fine mese.
Stamattina doveva cominciare a partire un gruppo di altre 75 persone, anche questa volta non si sa verso quale destinazione.
Ma dalle prime ore è stato un continuo via vai di cittadini italiani e anche rumeni, che arrivano portando borse, valige piene di vestiti pesanti visto che alcuni migranti verranno infatti trasferiti anche in luoghi molto più freddi del Lazio.
Non solo, la parlamentare del Leu Rossella Muroni si è messa davanti, attaccata al pullman in partenza chiedendo indicazioni precise del luogo dove i migranti venivano portati. Il tutto tra gli applausi dei presenti.
Non ricevendo risposta si è rifiutata di spostarsi. Risultato: Il pullman ha fatto marcia indietro, per ora tutto sospeso.
Sul profilo twitter della parlamentare, è pubblicata una foto che la ritrae davanti al mezzo appena fuori dal cancello. “Bambini, donne, uomini, vogliamo solo sapere dove vanno e che condizioni troveranno. Restiamo umani per favore”, è scritto sul post.
La rabbia si fonde con l’incredulità in questo centro modello che nel marzo 2016 papa Francesco scelse per la celebrazione della lavanda dei piedi del giovedì santo, inchinandosi per il rito davanti a 12 profughi.
Il Cara di Castelnuovo di Porto ospitava 500 migranti ed è il primo centro di accoglienza per richiedenti asilo nella lista di quelli che dovranno chiudere i battenti, a poco più di un mese dalla conversione in legge del decreto sicurezza.
Nessuna riconoscenza per il comune di Castelnuovo che ha fronteggiato l’emergenza nazionale per 10 anni, con il secondo centro di accoglienza più grande del Paese.
Con l’avvio dei trasferimenti dei migranti è scattata la polemica e la preoccupazione. “Siamo dispiaciuti e preoccupati. Chiediamo che non vengano trattati come bestiame”, ha detto il parroco della vicina chiesa di Santa Lucia, padre Josè Manuel Torres. “Padre, perdona loro, perchè non sanno quello che fanno”: hanno affermato, citando il vangelo di Luca, i frati di Assisi in un tweet indirizzato ai vicepremier, Matteo Salvini e Luigi Di Maio e al premier Giuseppe Conte.
Si possono cambiare” le politiche di gestione dell’immigrazione, “ma non si possono sbattere le persone sulla strada”. Dice il sindaco di Castelnuovo di Porto, Riccardo Travaglini, “Io non ho interessi, non entro nel merito politico del decreto sicurezza ma da sindaco chiamato a dare riposte immediate ai bisogni dei cittadini ribadisco che non è possibile mettere persone in mezzo alla strada da un giorno all’altro.”
A Castelnuovo ne avremo 20 in queste condizioni, ho dovuto attivare i servizi socio assistenziali, ho dovuto fare un ordinanza di protezione civile e allestire un presidio lì per le prime necessità di questi ragazzi. Mouna, 25 anni, una ragazza somala adesso è a casa mia, ha la protezione umanitaria fino al 2020 ma non ha più diritto all’accoglienza: per lei presenteremo ricorso alla Corte europea”.
Il centro di Castelnuovo di Porto, attivo da oltre 10 anni, è arrivato ad ospitare fino a mille migranti. E si è distinto per i progetti di integrazione che ha portato avanti, come ricorda lo stesso Comune. Ieri è scattato il trasferimento dei primi 30 ospiti in centri della Basilicata e della Campania. Altri, invece, hanno lasciato la struttura da soli. Diversi sono stati avvistati alle fermate degli autobus diretti a Roma. Portandosi dietro le loro povere cose. Tra loro anche una ragazza somala di 25 anni che non sapeva dove andare.
(da agenzie)
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