DI BATTISTA DISCONOSCE IL M5S: “NON E’ QUELLO PER CUI HO COMBATTUTO, DEBOLE COME L’UDEUR, ATTENTO ALLE POLTRONE”
PARLA COLUI CHE NON HA MOSSO UN DITO QUANDO IL M5S SI E’ ALLEATO CON LA LEGA: ALLA FACCIA DEI “VALORI”
Prima un editoriale su Tpi, poi una intervista a Piazza Pulita, Alessandro Di Battista sferra un doppio attacco al Movimento 5 Stelle. “Così facendo si andrà verso una direzione di indebolimento del M5S e si diventerà un partito più come l’Udeur buono forse più per la gestione di poltrone e di carriere. Non è quello per il quale ho combattuto”. Così Alessandro Di Battista, in una anticipazione dell’intervista che andrà in onda questa sera su ‘Piazzapulita’ (La7).
Parla di “attacco concentrico sferrato con un solo grande obiettivo, quello di normalizzare, o spaccare, il M5s” e dice che “per me il Mes assomiglia a quelle discoteche dove l’entrata è libera ma per uscire devi passare obbligatoriamente al bar per consumare. Con un’aggravante, nel caso del Mes: Trattati alla mano, non si ha alcuna certezza nè sul numero e nè sul costo delle consumazioni”. Torna Alessandro Di Battista, nella sua veste di editorialista per Tpi, e, in una lunga e articolata disamina, l’ex deputato M5s avverte, in sostanza, che dietro alla partita del Mes c’è quella per “standardizzare quell’anomalia della politica italiana che si chiama Movimento 5 stelle”. E mette nel mirino il Pd, alleato di governo del suo partito.
“Sia chiaro, a me tutto questo non scandalizza. Che politici professionisti, tecnocrati e feudatari del XXI secolo abbiano ancora come loro obiettivo l’abbattimento del M5s lo ritengo, anche io che non ho problemi a muovere critiche alla forza politica con la quale venni eletto, un buon segnale. E’ un segnale che indica, ancora una volta, la strada maestra. Ovvero resistere”, scandisce Di Battista. “Resistere – ripete – alle pressioni politiche, resistere alle minacce, risibili, di crisi di governo”.
“Che il Pd cerchi di spaccare il M5s – è l’affondo finale – non mi sconvolge. E’ la politica. Che lo faccia spingendo su uno strumento rischioso per l’Italia ed oltretutto meno efficace di altre azioni da mettere in campo sì. E tutto questo andrebbe detto con numeri e trattati alla mano. E’ nell’interesse dell’Italia del resto, ancor prima che del Movimento”.
(da agenzie)
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