DI MAIO DISORIENTATO: IL CENTRODESTRA UNITO AL COLLE “CHIUDE LA POSSIBILITA’ DI DIALOGO CON NOI”
MA ANCHE LE APERTURE AL PD PER ORA SBATTONO CONTRO UN MURO
Manda messaggi, guarda continuamente le agenzie di stampa che scorrono sul suo telefonino, riflette e studia le prossime mosse quasi spiazzato dalla compattezza, almeno in apparenza, ritrovata dal centrodestra.
Luigi Di Maio, all’indomani delle consultazioni si allontana da Roma su un treno direzione Ivrea, dove sabato si terrà la seconda edizione del ‘Sum’ dedicato a Gianroberto Casaleggio, consapevole che per il momento i rapporti con Matteo Salvini si sono raffreddati: “Andando al Quirinale con Silvio Berlusconi, chiude alle possibilità di dialogo con noi”, ragionano i vertici pentastellati.
La giornata è di quelle difficili. Luigi Di Maio è stato isolato.
Dai microfoni del Tg1 all’ora di pranzo arriva il primo schiaffone ai 5 Stelle. ”
L’unico governo che vedo possibile è quello del centrodestra unito con i 5 Stelle”, dice il leader leghista quando sa bene che la condizione che pone Di Maio è sempre la stessa, ovvero un governo senza Silvio Berlusconi.
Subito dopo arriva un’altra botta. Sempre Salvini invita il leader azzurro e Giorgia Meloni a salire insieme al Colle per le consultazioni della prossima settimana, a differenza di giovedì quando è andata in scena un’immagione di centrodestra spaccato che ha fatto ben sperare Di Maio.
L’aspirante premier pentastellato attende quindi di capire cosa succede nel centrodestra, quale sarà la risposta che il leader di Forza Italia darà a quello leghista. Le persone a lui più vicine parlano di “classico gioco delle parti”. Si dicono ottimiste: “Aspettiamo, aspettiamo. Salvini troverà il modo per mettere da parte Berlusconi”.
E invece passano pochissimi minuti ed ecco che da Forza Italia arriva l’ok. I 5 Stelle si ritrovano disorientati, adesso formalmente c’è una porta chiusa davanti a loro, difficile per il momento da riaprire se le condizioni restano queste.
“Come facciamo a parlare di ‘contratto’ con Salvini se lui porta con sè Berlusconi davanti Mattarella?”, si chiedono alcuni esponenti di spicco del mondo pentastellato. Quindi i vertici M5S decidono di reagire affidando all’agenzia Ansa un sorta di ultimatum: “Salvini deve scegliere tra il cambiamento e il riportare indietro l’Italia con Berlusconi”.
La mossa di portare al Colle il centrodestra unito, spiegano i vertici del Movimento, “ha messo Salvini e tutto il centrodestra all’angolo”. In realtà nell’angolo si sente anche Di Maio alla luce anche delle dichiarazioni del capogruppo dei deputati leghisti Giancarlo Giorgetti che sottolinea: “Non entreremo al governo senza Forza Italia”.
Il primo banco di prova saranno gli incontri tra i leader e i capigruppo chiesti sia dal leader leghista sia da Di Maio.
Ma la condizione posta da quest’ultimo è che Berlusconi non si segga al tavolo: “Parlo con Salvini e Martina”, ha detto provando a rompere il centrodestra. Se il forno con la Lega sembra si stia spegnendo, dall’altro lato M5Ss sta provando ad accendere quello con il Pd nonostante il segretario reggente abbia già detto che a quel tavolo non si siederà .
Ed è così che gli incontri, da fare prima del secondo giro di consultazioni, appaiono in alto mare perchè essi stessi fanno parte di una trattativa in corso e in evoluzione.
L’aspirante premier grillino già nelle prossime ore, con ogni probabilità , proverà a lanciare un nuovo appello al “Pd unito”, nella speranza che si possa almeno avviare un dialogo: quasi unica speranza per il capo politico pentastallato di arrivare a Palazzo Chigi da premier.
Lo dicono anche le parole del capogruppo al Senato Danilo Toninelli: “Per il bene del paese il M5S chiede sinceramente al Pd di metterci intorno a un tavolo a cercare i punti di convergenza per risolvere i problemi dei cittadini”.
Un segnale potrebbe arrivare martedì quando sarà eletto il presidente della commissione speciale della Camera.
Se gli uomini di Di Maio favoriranno Francesco Boccia del Pd sarà un chiaro segnale che qualcosa si muove, se invece sarà eletto un deputato di centrodestra sarà la dimostrazione che sul piano parlamentare c’è ancora un’intesa Lega-M5S.
Ma su Palazzo Chigi la condizione che pone Di Maio è sempre la stessa, ovvero che sia lui il premier poichè, viene ripetuto, i parlamentari pentastellati non appoggeranno un governo non guidato dal loro leader. E lo ribadiscono proprio in queste ore che tra le ipotesi circola anche quella di un esecutivo guidato da un tecnico.
Ipotesi che mette paura ai 5 Stelle.
(da “Huffingtonpost”)
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