DINAMITE SOTTO ARCORE: LA POLANCO SI PENTE E SCRIVE ALLA BOCCASSINI, VUOLE PARLARE
BERLUSCONI NEL PANICO: “SE PARLA E’ FINITA”
Adesso Silvio Berlusconi ha paura davvero. È l’inizio del crollo giudiziario.
Perchè per la prima volta i giudici di Milano, sul sexgate, hanno per le mani una potenziale “pentita”.
Una che può negoziare la sua salvezza in cambio di una “confessione” su Berlusconi. E non una qualunque.
Il sospetto che ha agitato le notti solitarie dell’ex premier ad Arcore è diventata una certezza: Marjsthell Polanco, una delle ragazze delle serate ad Arcore, ha scritto nei giorni scorsi una lettera indirizzata al pm Ilda Boccassini nella quale chiede di essere sentita sul caso Ruby.
Ha voglia di parlare, una delle reginette del bunga bunga, custode finora di segreti inconfessabili su peccati (e forse reati) nelle cene eleganti.
La lettera, sinistra in sè per Berlusconi, ha un altro particolare anch’esso sinistro: da quanto si è saputo, la lettera reca come indirizzo del mittente la casa di Aris Espinosa, altra olgettina delle notti di Arcore. Altra che sa.
È panico ad Arcore: “Se parla la Polanco, è finita. Fi-ni-ta”.
Ecco perchè Silvio Berlusconi passa la giornata a provare a capire cosa può succedere: “Così non l’ho mai sentito, aveva una voce dall’oltre” racconta chi lo ha sentito. Perchè la Polanco è uno snodo fondamentale nei vari filoni processuali legati alle olgettine: Ruby 1, Ruby ter, processo Tarantini a Bari.
Pare che gli avvocati di Berlusconi, che in procura hanno fonti e interlocutori, lo abbiano rassicurato: “Almeno Marjsthell non sarà arrestata”.
Ma certo è un’informazione che non basta a rasserenare un umore plumbeo.
Perchè comunque la Polanco parlerà .
Ed è anche l’anello debole della catena delle olgettine, visto che l’ex fidanzato fu arrestato perchè trovato in possesso di dodici chili di cocaina e condannato a otto anni di carcere.
È cioè la “ragazza” che a questo punto avrebbe tutto l’interesse ad essere collaborativa con i giudici.
Nelle considerazioni catastrofiste e complottiste ad Arcore c’è pure chi nota un timing perfetto tra fine del Nazareno e nuova “valanga di fango in arrivo”, che certo non aiuta a parlare di Berlusconi come di un padre della patria.
Si sente in trappola, Berlusconi. Perchè il pentimento delle olgettine è il tassello che mancava ai giudici: “Finora — spiegano fonti vicine al dossier — i giudici hanno seguito la pista dei soldi, provando a dimostrare che Berlusconi paga le ragazze. Ma la traccia dei soldi non basta. Devi comunque provare il nesso tra pagamento e falsa testimonianza per il Ruby ter”.
È questo nesso che potrebbe provare la Polanco: la confessione che le ragazze erano pagate per “mentire”.
Il che renderebbe praticamente certo il rinvio a giudizio sul Ruby ter, dove Berlusconi è indagato per corruzione in atti giudiziari e dove, secondo l’ipotesi dell’accusa, avrebbe cercato di falsare gli esiti processuali addomesticando le testimonianze di molti degli invitati alle feste.
Ma il “pagamento” rischia di impattare pure sul Ruby 1, su cui la Cassazione si pronuncerà il 10 marzo.
Nel senso che, visto che la sentenza di Appello si fonda su false testimonianze, sarebbe possibile per la Cassazione rimandarlo in Appello.
Insomma, dalla bocca della ragazza può uscire la prova, anzi, la Prova.
E c’è già chi evoca il modello tangentopoli, quando durante il “rito ambrosiano” i ladri di polli venivano liberati con la confessione si garantivano la libertà purchè fornissero elementi sui tesorieri dei grandi partiti o sui grandi leader.
E adesso può succedere davvero di tutto.
(da “Huffigntonpost”)
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