DOPO TANTI PIAGNISTEI, ORA SI SCOPRE CHE E’ STATA UNA ESTATE POSITIVA PER IL COMMERCIO
BOOM DI QUELLO ONLINE, CRESCE QUELLO ALIMENTARE, LIEVE FLESSIONE PER I PICCOLI NEGOZI
L’estate, il caldo che invoglia a stare fuori casa, il tempo libero che si allarga con le ferie. Ma soprattutto l’estate dopo il lockdown.
Mai come quest’anno c’erano tutte le condizioni per ipotizzare il ritorno degli italiani dentro ai negozi, se non come tendenza quantomeno come preferenza per un luogo diverso dalle mura di casa.
E invece i dati dell’Istat sulle vendite al dettaglio dicono che gli italiani sono tornati sì a consumare e quindi a spendere, ma lo fanno sempre più davanti a un pc piuttosto che a un cellulare.
Due dati. Il primo: in un anno, prendendo come riferimento agosto, gli acquisti online sono aumentati del 36,8 per cento. Il secondo: +30% se si considera il periodo gennaio-agosto. Ecco come Covid ha esportato il suo modello di consumo fuori dalla dimensione dell’emergenza sanitaria. Ha fatto molto di più. L’ha innestato su un comportamento che sta assumendo un carattere strutturale.
Se il commercio elettronico si è imposto come nuovo protocollo degli acquisti anche tra giugno ed agosto, quindi nei mesi immediatamente successivi alla riapertura del Paese, chi ne fatto le spese sono stati i piccoli negozi.
Anche qui i dati dell’Istat aiutano a comprendere: ad agosto il calo delle vendite negli esercizi di piccole dimensioni è stato pari allo 0,5% rispetto all’anno precedente. E poi c’è la grande distribuzione, che due mesi fa ha messo il segno più (+0,4%) sempre rispetto all’agosto del 2019.
Ma al di là delle modalità di acquisto, fino a che punto gli italiani sono tornati a spendere? Innanzitutto bisogna precisare che le vendite al dettaglio prese in esame dall’Istat fanno riferimento ai beni e non ai servizi.
Quindi in questo ragionamento non vanno considerati i ristoranti piuttosto che i cinema. Ma le vendite di questi beni impattano su una fetta importante, pari al 40%, di tutti i consumi.
È quindi un parametro validissimo per intercettare la più generale dimensione della spesa degli italiani. Qual è, quindi, il peso di un rimbalzo che è stato anche fisiologico dato che l’Italia è rimasta chiusa di fatto fino a inizio giugno tra lockdown e divieto di spostarsi tra le Regioni?
La risposta è contenuta in un dato che si può ricavare mettendo a confronti i dati estivi con quelli dei mesi precedenti alla pandemia. Questo: il livello medio dell’indice delle vendite nel trimestre giugno-agosto è inferiore di appena il 2,6% rispetto ala media del trimestre dicembre 2019-febbraio 2020. Roberto Monducci, direttore del Dipartimento di produzione statistica dell’Istat, spiega a Huffpost che da questo dato si può evincere come “siamo vicini ai livelli pre Covid”. Questo vale ovviamente per i beni, ma è un primo dato che marca un’inversione di tendenza netta.
A questo dato si è arrivati attraverso una dinamica che lo stesso Monducci definisce “turbolento”. “Quest’anno – è il ragionamento – i saldi sono stati ad agosto e non a luglio: il forte rimbalzo estivo è dipeso da questo perchè le famiglie hanno potuto beneficiare di una politica dei saldi molto aggressiva in termini di prezzi convenienti e hanno quindi sfruttato questa occasione”. I dati riflettono questo ragionamento dato che le vendite al dettaglio sono aumentate ad agosto dell′8,2% rispetto a luglio in valore e come volume, cioè in termini quantitativi, addirittura dell′11,2 per cento. Più in generale – ma qui c’è l’effetto post lockdown – le vendite tra giugno ed agosto sono aumentate del 22,8% in valore e del 22,4% in volume rispetto al periodo marzo-maggio.
Al netto delle turbolenze estive, che hanno spinto i consumi verso l’alto, la tendenza di base è positiva e in crescita. Lo spiega sempre il direttore delI’Istat: “Non siamo ancora in una situazione regolare, la normalizzazione completa degli acquisti richiederà tempo anche perchè Covid ha cambiato anche l’aspetto fisico degli acquisti, ma il livello di acquisti da parte delle famiglie sembra aver superato la fase più critica”.
Ma come hanno speso gli italiani i loro soldi durante l’estate? Considerando sempre solo i beni e non i servizi, il primo elemento che si evince dai dati dell’Istat è che le vendite di beni non alimentari sono cresciute di più rispetto a quelle dei beni alimentari. E così gli italiani hanno speso di più per telefonini e dotazioni informatiche, nell’abbigliamento (questo settore è stato trainato dai saldi), ma anche per comprare mobili, giochi e materiale da campeggio. Altri beni, sempre non alimentari, dai gioielli ai giornali, sono invece precipitati in giù.
Fuori da tutto questo ragionamento ci sono però i servizi, come può esserlo un bar. E, ancora più in avanti, i dati dell’Istat fotografano una situazione dove il commercio elettronico la fa da padrone. Per molte associazioni che riuniscono i piccoli negozi fisici, da Confcommercio a Confesercenti, il boom estivo è stato appannaggio di altri, e cioè di chi vende online. I piccoli negozi, secondo i dati riferiti dalle associazioni, sono ancora indietro e hanno sulle spalle un fardello da -12,7%, che altro non è che la riduzione delle vendite dell’anno. E poi ci sono i mesi che sono venuti dopo l’estate, la risalita dei contagi, quel procedere a rilento e con chiusure anticipate di tante attività . Ma in fondo Covid è questo: imprevedibilità . E questo è un altro lascito che ha consegnato al Paese.
(da agenzie)
Leave a Reply