ECCO LA VERITA’ SULLE FERROVIE: DERAGLIAMENTI QUINTUPLICATI IN TRE ANNI
AMMORTIZZATORI INEFFICIENTI E RUOTE VECCHIE LE PRIME CAUSE DI FUORIUSCITA DAI BINARI.….NEL 2009 GIA’ RAGGIUNTI GLI INCIDENTI DELL’ANNO SCORSO… L’ETA’ MEDIA DEI CARRI MERCI CHE CIRCOLANO IN ITALIA E’ DI 28 ANNI, QUANDO IL MASSIMO SAREBBE 30 ANNI, MA SE REVISIONATO SPESSO… VALE L’AUTOCERTIFICAZIONE E COSI’ LA CULTURA DEL BUSINESS DETERMINA INCIDENTI TERRIBILI
A sentire i responsabili di Trenitalia, nel nostro Paese parrebbe di essere in Svizzera: treni efficienti e in orario, stazioni di lusso, pulizia a specchio, manutenzione eccezionale, parco macchine d’avanguardia, controlli stringenti.
Se capita un incidente poi, o è il destino cinico e baro o un errore del macchinista, perchè Trenitalia è la perfezione.
Dato che ci siamo rotti le scatole di sentire le palle che ci raccontano, snoccioliamo qualche dato ufficiale e le analisi di esperti, tanto per far capire in che condizioni viaggiano i treni merci. Capirete perchè la tragedia di Viareggio è sempre possibile in qualsiasi parte della nostra rete ferroviaria.
Partiamo dal cosiddetto “svii”, termine tecnico per indicare i deragliamenti del treno.
Quanti sono stati in Italia, nonostante i “grandi provvedimenti presi”? Sei nel 2005, undici nel 2006, otto nel 2007, otto nel 2008, sette già avvenuti a metà 2009. Quindi con possibilità di battere il record.
Domanda: come può un treno uscire dai binari? Solitamente per cause meccaniche che nella maggior parte dei casi riguardano il “rodiggio”, ovvero l’insieme di ruote e sospensioni di un vagone.
La seconda causa, indicata nel rapporto 2007, redatto dall’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria, è riconducibile all’armamento, ovvero le linee ferrate. Nella strage di Viareggio è stato il rodiggio a cedere, cosi come in un deragliamento del 2005, in tre del 2006, in cinque del 2007. Perchè i rodiggi dei vagoni si rompono sempre più frequentemente?
Perchè sono sempre più vecchi e la manutenzione sempre più scarsa. L’età media dei vagoni per il trasporto merci che circolano sulle ferrovie italiane è di 28 anni.
Poco più giovani le carrozze per il trasporto passeggeri: 26 anni di media.
Non sarebbero neanche troppi se fossero sempre stati tenuti in buone condizioni e revisionati periodicamente, in tal caso il limite sarebbe 30 anni. Ma solo in tal caso, chiaro?
Quindi c’è da mettersi le mani nei capelli o spararsi subito un colpo alla tempia visto che 13.000 dei carri che girano nel nostro Paese sono stati immatricolati prima del 1979 e 5.000 addirittura prima del 1970.
Sono 18.000 i carri obsoleti che sfrecciano sulla nostra rete ferroviaria, vere mine vaganti per la sicurezza degli italiani.
Se la manutenzione di vagoni e motrici dei treni passeggeri è accettabile, nel settore merci siamo al ridicolo, si vive sull’autocertificazione di “buon stato di salute” delle società che li affittano. Siamo in regime di business senza controllo: la manutenzione per l’impresa è una voce di spesa notevole, si fa prima a non farla, visto la certezza di rimanere impuniti, dato che nessuno controlla una mazza.
Finiamo con la tecnologia che controlla la marcia di un treno e lo può bloccare quando qualcosa non va.
Sapete in quanti chilometri di rete ferroviaria esiste un controllo? Solo su 7.500 km di linea, ben 8.500 sono senza alcuna protezione.
Chi è inadempiente?
Secondo il direttore della Agenzia sulla Sicurezza “molte delle imprese ferroviarie, Trenitalia compresa. Sono state disattese due direttive ministeriali, di Bianche e di Lunardi che avevano fissato dei termini precisi “.
Viareggio è un’eccezione, ci ha detto Trenitalia in televisione. Perchè non ci ha anche detto che la settimana scorsa c’è stato un cedimento strutturale analogo a quello di Viareggio?
Sapete di che anno era il carro? Del 1958, aveva 51 anni.
E sapete cosa trasportava? Acido cloridrico, peggio del Gpl. Allora era andata bene…
Ma qualcuno lo aveva detto forse sui media? Omertà fino alla tragedia, queste le regole del business.
E la povera gente muore
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